“Mission Campari” per il nuovo CEO Simon Hunt : ecco le sfide da vincere

Nel breve termine, la società di bevande dovrà affrontare un contesto debole e mitigare la compressione dei margini.

Fabrizio Guidoni 14/01/2025 | 10:16
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Ormai ci siamo: il 15 gennaio Simon Hunt diventerà ufficialmente il nuovo chief executive officer di Campari CPR. Sono passate diverse settimane da quel 3 dicembre, giorno in cui è stata annunciata da parte della società la scelta del suo nome a cui ha fatto seguito a caldo una momentanea fase di Borsa di ripresa delle quotazioni, più che annullata poi dal successivo ritorno del dominio delle vendite. In effetti il titolo è in trend ribassista dai massimi dell’estate del 2023. Da allora, cioè da quando Campari era arrivata a un soffio da quota 13 euro, i prezzi si sono più che dimezzati, con la capitalizzazione scesa sotto i 7 miliardi di euro. E se nel 2024 il titolo ha perso oltre il 40% del valore, nel 2025 risulta già in rosso del 7,4% alla chiusura della seduta di lunedì 13 gennaio.

L’attuale quotazione di Borsa a 5,57 euro si confronta con una stima del fair value di Morningstar pari a 9 euro.

Chart Headline here: Campari Stock Price versus Fair Value Estimate

Con questi numeri di Borsa molto amari alle spalle, il nuovo CEO si presenta all’appuntamento del 15 gennaio, data dell’assemblea generale degli azionisti della società che ufficializzerà la nomina, con un curriculum di tutto rispetto ma che dovrà essere confermato dai fatti.

In effetti, anche se per Simon Hunt il rilancio di Campari non è certo una di quelle “mission impossible” che il suo omonimo Ethan Hunt - interpretato da Tom Cruise - deve portare a termine sui grandi schermi al cinema, il nuovo CEO si trova comunque ad affrontare una situazione molto complicata non solo per il titolo, ma anche per i conti e per il business del gruppo.

Il primo appuntamento societario nell’agenda per prossimo numero uno di Campari è per il 4 marzo con la riunione del consiglio di amministrazione della società con all’ordine del giorno l’esame dei conti dell’esercizio 2024 e l’approvazione del bilancio annuale di Campari Group.

Metriche-chiave di Morningstar per il titolo Campari


Quali sono le principali sfide per il nuovo Campari CEO?

Verushka Shetty, equity analyst, e Andrea Burigana, associate equity analyst, di Morningstar illustrano così le principali sfide che si trova ad affrontare Hunt per Campari: “Gli ultimi quattro anni sono stati turbolenti per l’industria degli alcolici, e il settore tende a essere più sensibile ai cicli economici rispetto ad altri beni di consumo di base. In questo periodo, Campari è riuscita a fare meglio del settore grazie alla popolarità nella sua categoria di aperitivi, tuttavia ora stiamo assistendo a un rallentamento nella crescita complessiva delle vendite. Nel breve termine, pensiamo che le principali sfide per Hunt siano la gestione del contesto debole e la mitigazione della compressione dei margini”.

E su un orizzonte più lungo? “Considerando il medio e lungo termine, - sottolineano i due analisti di Morningstar - il settore degli alcolici tende a seguire le tendenze e Campari potrebbe dover affrontare delle sfide nel mantenere rilevanti le sue categorie principali. Inoltre, Campari si confronta con attori più grandi come Diageo DGE e Pernod Ricard RI che hanno una gamma più ampia di offerte. Con il nuovo ceo al timone, ci aspettiamo che Campari crei valore ampliando il suo portafoglio ed espandendo le aree geografiche in cui opera, con mercati strategici ancora relativamente non penetrati”.

Rischio di “health warning” sulle etichette di alcolici in Usa

A complicare ulteriormente lo scenario di fondo per Hunt si è aggiunta a inizio gennaio 2025 la notizia di un possibile inserimento di “health warning” negli Stati Uniti sulle etichette degli alcolici. Nel dettaglio, il 3 gennaio Vivek Murthy, il Surgeon General ovvero il consigliere della Casa Bianca in materia di Sanità pubblica, ha proposto che le bevande alcoliche in Usa riportino un’etichetta che informi i consumatori del rischio cancerogeno. La notizia ha affossato nella prima parte di gennaio le quotazioni delle azioni di tutti i principali produttori di alcolici e di birra europei e americani. Secondo il rapporto pubblicato da Murthy, il consumo di alcol è la terza causa di morte prevenibile negli Stati Uniti, dopo il tabacco e l’obesità.

Nella sola seduta del 3 gennaio il livello delle quotazioni di Campari è sceso di oltre il 5%, scivolando sotto la soglia dei 6 euro e toccando così i valori più bassi dal marzo 2020, in pieno boom della pandemia da covid-19.

Ma quanto pesa veramente il rischio “health warning” su Campari?

La notizia del rischio di dover mettere “health warning” sulle etichette negli USA è stata accolta dagli analisti senza eccessivi allarmismi. Gli esperti di Equita hanno scritto di non vedere “impatti sostanziali” dalla notizia. “Ricordiamo - hanno sottolineato - che Campari genera negli Stati Uniti circa il 28% del proprio fatturato. Non ci aspettiamo che questo eventuale provvedimento possa incidere concretamente sul consumo di alcol e vedremmo la reazione del mercato come un’opportunità. Tra l’altro, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, Trump, che si insedierà il 20 gennaio, avrebbe già dato indicazioni di voler nominare un nuovo Surgeon General, Janette Nesheiwat, rendendo quindi meno probabile che il suggerimento dell’attuale consigliere in carica venga implementato”.

Per gli analisti di Intesa Sanpaolo è difficile prevedere il potenziale impatto di misure più rigide sulle bevande alcoliche in termini di minor domanda. “Ad ogni modo, non ci aspettiamo che il quadro cambi nel breve termine” hanno quindi affermato nel ribadire il rating “hold” sul titolo, con prezzo obiettivo a 6,8 euro.

Anche gli esperti di Websim hanno giudicato la recente debolezza del titolo legata alla notizia della richiesta di “health warning” sulle etichette come opportunità: “Dubitiamo fortemente che la nuova amministrazione Trump prenda in seria considerazione questa proposta. Perciò consideriamo la debolezza del titolo un’occasione per comprare”. Hanno così confermato il giudizio “interessante” su Campari con target price 9 euro. Hanno invece di recente tagliato il target price sul titolo gli esperti di Rbc, portandolo a 5,30 euro da 6,10.

Cosa pensano gli analisti della nomina di CEO Simon Hunt

Diversi Uffici studi si sono già espressi sulla scelta di Simon Hunt a dicembre al momento dell’annuncio come prossimo CEO del gruppo.

Il 4 dicembre, nella prima seduta dopo la comunicazione al mercato della scelta di Simon Hunt come nuovo CEO, il titolo ha segnato un forte rialzo a indicare l’accoglienza positiva da parte del mercato della notizia. Nel riportare la news della nomina, Reuters ha citato il giudizio positivo di un trader rimasto anonimo: “Il nome di Hunt è quello che il mercato si attendeva perché si tratta di un manager con una lunga esperienza nel settore alle spalle, soprattutto negli USA, dove l’azienda intende crescere ancora”.

Per Equita l’annuncio di Campari ha risolto un elemento di incertezza per il titolo, con l’inserimento di un manager con forte esperienza trentennale nel settore spirits e una solida esperienza nell’accelerazione dei percorsi di crescita aziendale e nella costruzione di marchi globali. “Pensiamo - hanno scritto gli esperti - che questa nomina possa essere accolta positivamente dal mercato sia perché risolve un elemento di incertezza dell’equity story, sia per lo standing del background professionale del nuovo manager”.

Per Mediobanca Research, che sempre a dicembre ha ribadito la raccomandazione “neutral” su Campari, la nomina di Simon Hunt quale CEO toglie una fonte di incertezza all’investment case e va valutata positivamente tenuto conto del profilo del manager. Gli analisti di Jefferies, nel confermare la raccomandazione “hold” e il prezzo obiettivo a 7 euro su Campari hanno detto di ritenere che la scelta di un “veterano del settore” come Simon Hunt quale CEO sia “forte e positiva per il titolo. Conclude un periodo di incertezza dopo l’uscita del precedente CEO a settembre dopo 5 mesi in carica”.

Sulla stessa linea gli esperti di Websim: “Notizia positiva che pone fine a un periodo di aumentata incertezza dopo le dimissioni improvvise del CEO Fantacchiotti. Apprezziamo che per il ruolo si sia ricercato un profilo esterno di trentennale esperienza nei principali gruppi di riferimento globali e di cultura anglosassone per affrontare il rilancio nei mercati chiave come quello degli Stati Uniti e Asia Pacific. Il focus su brown spirits e tequila di fascia alta si inserisce a nostro avviso perfettamente negli attuali focus strategici del gruppo”.


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Info autore

Fabrizio Guidoni  collabora con Morningstar come data journalist. Ha una lunga esperienza sul mercato azionario italiano e sulla finanza sostenibile.

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