Nel 2024 gli investitori hanno versato 247 miliardi di euro in exchange-traded fund (ETF), superando nettamente il precedente massimo di 159 miliardi di euro stabilito nel 2021 e superando i 145,4 miliardi registrati nel 2023.
Alla fine dell’anno, il patrimonio in gestione è salito a quasi 2,18 trilioni di euro, con un aumento del 33% rispetto all’anno precedente. La quota di mercato degli ETF è salita al 29,66% a dicembre 2024 dal 26,51% di dic embre 2023.
Considerazioni chiave sui flussi di ETF del 2024
- Il 2024 è stato un anno record: Il mercato degli ETF ha attirato flussi per 247 miliardi di euro, superando il precedente record di 159 miliardi del 2021.
- Gli ETF azionari dominano: Gli ETF azionari hanno registrato 197,2 miliardi di raccolta netta, guidati da una forte domanda di fondi azionari large-cap statunitensi e globali, che hanno rappresentato l'80% dei flussi totali di ETF.
- I flussi degli ETF ESG sono diminuiti del 24% a 32,4 miliardi di euro e gli ETF tematici hanno registrato deflussi per la prima volta in un decennio.
“Il 2024 è stato l’anno più forte mai registrato per l’industria europea degli ETF. Gli ETF azionari sono stati i vincitori indiscussi dell’anno, con 197,2 miliardi di flussi - più del doppio rispetto al 2023 - e con una quota dominante dell'80% dei flussi totali”, ha dichiarato Jose Garcia-Zarate, senior principal of manager research di Morningstar.
I flussi verso gli ETF azionari statunitensi ancora più forti con Trump
La forte domanda di ETF azionari è stata guidata dalla preferenza per i titoli statunitensi, in particolare dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali.
“Nel quarto trimestre, gli ETF statunitensi a larga capitalizzazione hanno attirato 37,6 miliardi di euro, con il ‘Trump trade’ che si è esteso anche a titoli di mercato più piccoli. Gli investitori scommettono che il suo programma protezionistico darà un’ulteriore spinta alle valutazioni”, ha dichiarato Zarate.
Nel frattempo, il 2024 ha visto ulteriori deflussi dagli ETF delle categorie azionarie a grande capitalizzazione di Germania e Regno Unito. L’instabilità politica in Germania e l’accoglienza contrastante del primo bilancio del governo laburista britannico hanno penalizzato il sentiment.
Gli investitori obbligazionari preferiscono le strategie a breve termine
Gli ETF obbligazionari hanno faticato a mantenere lo slancio. I flussi sono scesi a 47,4 miliardi di euro da 57,3 miliardi nel 2023. Nonostante la pressione al ribasso sui rendimenti causata dal ciclo di riduzione dei tassi, gli investitori hanno mantenuto una preferenza per le strategie con scadenza breve, fino a un anno.
Gli ETF delle categorie obbligazionarie ultra-short in USD ed EUR, molto simili ai fondi monetari, sono stati tra i più popolari nel quarto trimestre.
La categoria obbligazionaria che ha registrato la crescita più rapida nel 2024 è quella degli ETF a scadenza fissa, che hanno raccolto 5,1 miliardi di euro, con un impressionante tasso di crescita organica (OGR) del 269%; l’OGR calcola l’incidenza percentuale degli afflussi rispetto gli asset di inizio periodo. Il patrimonio di questa categoria è cresciuto a 7,4 miliardi di euro da 1,9 miliardi di euro nel 2023.
Gli ETC e gli ETF su materie prime hanno registrato deflussi per 7,4 miliardi di euro nel 2024.
ESG e strategie tematiche soffrono, mentre gli ETF attivi brillano
Anche le strategie ESG (ambientali, sociali e di governance) hanno dovuto affrontare venti contrari. I flussi degli ETF ESG sono scesi a 32,4 miliardi di euro, in netto calo rispetto ai 42,8 miliardi del 2023. Questo calo ha coinciso con l’aumento dell’incertezza normativa e con un altro anno in cui le strategie ESG hanno sottoperformato le loro controparti tradizionali. Alla fine dell’anno, gli ETF azionari focalizzati sugli ESG rappresentavano 325,3 miliardi di euro di asset, in crescita rispetto ai 256 miliardi di euro del 2023, anche se la loro quota sul totale dei flussi azionari degli ETF è diminuita drasticamente, passando dal 34% del 2023 ad appena l'11% del 2024.
Il patrimonio degli ETF obbligazionari ESG ammonta a 91,3 miliardi di euro nel 2024, in crescita rispetto ai 78,2 miliardi di euro del 2023, con flussi in questa categoria pari a 2,4 miliardi nel 2024.
“Parallelamente, gli ETF tematici hanno registrato 1,1 miliardi di euro di deflussi nel corso del 2024, il primo anno di disinvestimenti nell’ultimo decennio”, ha dichiarato Zarate. “Gli ETF che seguono il tema della transizione energetica hanno guidato i deflussi, mentre quelli che seguono i temi della sicurezza, dell’intelligenza artificiale e dei big data sono stati richiesti”.
Complessivamente, il patrimonio degli ETF tematici è cresciuto in misura modesta, raggiungendo i 37,8 miliardi di euro.
In mezzo a queste sfide, gli ETF attivi sono emersi come un punto di forza. I flussi negli ETF a gestione attiva sono saliti a 19,1 miliardi di euro, quasi triplicando il totale dell’anno precedente. Questo segmento rappresenta ora il 7,7% di tutti i flussi di ETF, rispetto al 4,6% del 2023. Il patrimonio in ETF attivi rappresenta il 2,5% del patrimonio totale investito in ETF in Europa, rispetto all'1,8% del 2023.
J.P. Morgan ha consolidato la sua posizione dominante in questo settore, conquistando una quota di mercato del 54,6%, mentre altri operatori, come Amundi e Robeco, hanno fatto notevoli passi avanti.
Le materie prime sottoperformano ancora
Il quarto trimestre del 2024 ha sottolineato le tendenze più ampie dell’anno. I flussi totali del trimestre hanno raggiunto gli 86 miliardi di euro, trainati soprattutto dagli ETF azionari, che da soli hanno raccolto 78,5 miliardi. La continua forza delle azioni statunitensi, sostenuta dall’ottimismo macroeconomico e dagli sviluppi politici, ha svolto un ruolo fondamentale. Le materie prime hanno proseguito la loro traiettoria discendente, riflettendo il persistente scetticismo degli investitori nei confronti di questa asset class.
Al primo posto, ancora iShares
iShares di BlackRock ha mantenuto la sua posizione di principale emittente di ETF in Europa, catturando 84,4 miliardi di euro di flussi e detenendo un’imponente quota di mercato del 42,2%. Seguono Xtrackers e Amundi, con afflussi rispettivamente di 36 e 27,5 miliardi. Amundi ha mantenuto il secondo posto con una quota del 12,4% e Xtrackers si è piazzato al terzo posto con il 10,9%. Insieme, i primi 10 provider rappresentano la maggior parte degli asset di mercato, sottolineando la loro posizione dominante.
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