Come ampiamente previsto, nella riunione di gennaio la Federal Reserve ha mantenuto il tasso sui federal funds nll’attuale intervallo del 4,25%-4,50%. È la prima volta che la Fed lo fa da quando ha iniziato a tagliare nel settembre 2024. Da allora la banca centrale ha tagliato complessivamente di 1 punto percentuale. Prima di settembre 2024, il tasso era attestato in un range di 5,25%-5,50% dal luglio 2023. Le prossime mosse dipendono dai dati in arrivo e dall’eventualità di un aumento dei dazi.
Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha dichiarato che l’economia statunitense è “pronta per ulteriori progressi in materia di inflazione”. La banca centrale tende a prestare la massima attenzione al tasso di crescita annuale dei prezzi PCE (Personal consumption Expenditure) core. A novembre 2024 questo tasso era pari al 2,8%. Ma se nel primo trimestre del 2025 non si ripeterà il grande aumento dei prezzi del primo trimestre del 2024, l’inflazione PCE core dovrebbe scendere al 2,4% su base annua o meno entro marzo.
Una domanda chiave è quanto ancora la Fed cercherà di ridurre i tassi una volta che l’inflazione avrà raggiunto l’obiettivo del 2%. Ciò equivale a chiedersi quale sia il tasso di interesse neutrale, ovvero il tasso che genera un livello equilibrato di crescita economica nel lungo periodo. Powell ha detto che praticamente tutti concordano sul fatto che il tasso neutrale sia inferiore a quello attuale, ma è stato vago al di là di questo, riconoscendo un’ampia incertezza nelle stime.
In definitiva, la Fed si baserà molto sui dati in arrivo sull’attività economica e sul mercato del lavoro per valutare l’entità dell’allentamento appropriato. Per il momento, il mercato del lavoro non fornisce una forte ragione per tagliare i tassi in modo aggressivo. Il tasso di disoccupazione (media su tre mesi) si è mantenuto stabile intorno al 4,15% negli ultimi mesi. Ciò ha attenuato i precedenti timori di un deterioramento del mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione è passato da una media trimestrale del 3,6% nell’agosto 2023 al 4,2% nell’agosto 2024, facendo scattare l’indicatore di recessione “Sahm rule”.
Di conseguenza, nella dichiarazione ufficiale di oggi, il precedente riferimento alle condizioni del mercato del lavoro “attenuate” è stato eliminato e sostituito con l’osservazione che “le condizioni del mercato del lavoro rimangono solide”.
Quando la Fed taglierà i tassi?
Parte della reticenza di Powell sul percorso della Fed deriva dall’elevato grado di incertezza politica. Soprattutto, i potenziali aumenti delle tariffe doganali potrebbero ostacolare il ritorno dell’inflazione alla normalità. Come ha dichiarato Powell, “la gamma di possibilità è molto, molto ampia”.
Nel complesso, non si è trattato di un evento molto informativo. Le proiezioni del FOMC non sono state aggiornate e Powell è stato relativamente taciturno durante la conferenza stampa. Di conseguenza, i mercati non hanno reagito molto, con il rendimento del Treasury USA a 2 anni che è aumentato di soli 2 punti base. La probabilità implicita nel mercato dei futures di un taglio dei tassi a marzo si è leggermente spostata dal 30% di ieri al 20% circa. I mercati si aspettano ancora un tasso sui fed-funds del 3,75%-4,00% a fine anno 2025.
Continuiamo a prevedere un numero maggiore di tagli dei tassi rispetto al mercato, con una previsione di tassi sui federal funds a fine 2025 pari al 3,25%-3,50% (quattro tagli dei tassi contro i due previsti dal mercato). Inoltre, ci aspettiamo che il tasso scenda ulteriormente al 2,25%-2,50% entro l’inizio del 2027, mentre il mercato si aspetta che i tassi rimangano fermi a tempo indeterminato dopo aver raggiunto l’intervallo obiettivo del 3,75%-4,00%. Riteniamo che i tassi siano ancora molto restrittivi, il che probabilmente si tradurrà in un rallentamento della crescita del PIL e un raffreddamento del mercato del lavoro nei prossimi uno o due anni.
L'autore o gli autori non possiedono posizioni nei titoli menzionati in questo articolo. Leggi la policy editoriale di Morningstar.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.