I prezzi al consumo nell’eurozona sono aumentati del 2,5% su base annua a gennaio, secondo la stima flash di Eurostat di oggi, al di sopra delle aspettative e della lettura di dicembre del 2,4%. La pubblicazione dei dati avviene mentre i mercati europei reagiscono ai dazi statunitensi su Canada e Messico, nonché alle minacce di dazi contro l’Unione Europea.
“Nonostante le aspettative del mercato di un calo dell’inflazione, i dati di gennaio si sono in realtà mossi nella direzione opposta, salendo al 2,5%. Con i mercati azionari già scossi dalla notizia dei dazi statunitensi, l’annuncio di oggi aggiunge ulteriore benzina al fuoco e probabilmente solleverà interrogativi sul ritmo dei tagli dei tassi di interesse europei nel 2025”, afferma Michael Field, chief equity market strategist per l’Europa di Morningstar.
L’inflazione core, che indica i prezzi senza i costi energetici e alimentari, è aumentata del 2,7% su base annua a gennaio, lo stesso livello di dicembre.
“Sebbene questo dato sia ben superiore all’obiettivo del 2% fissato dalla banca centrale, l’inflazione di fondo ha registrato una tendenza al ribasso”, dichiara Field.
A gennaio, a contribuire maggiormente al tasso d’inflazione annuale dell’area dell’euro (HICP) sono stati i servizi con +3,9 punti percentuali (pp), seguiti da alimentari, alcolici e tabacco con +2,3 pp, energia con +1,8 pp e beni industriali non energetici con +0,5 pp.
Inflazione nell’eurozona: un quadro misto
I paesi dell’eurozona hanno riportato dati contrastanti sull’inflazione a gennaio.
L’inflazione tedesca si è attestata al 2,8% su base annua a gennaio, in linea con le aspettative del consensus. La stima flash dell’inflazione HICP francese a gennaio mostra un +1,82% su base annua, livello più debole rispetto alle attese, trainata da una spinta al ribasso dell’inflazione dei servizi, con un aumento dei prezzi delle assicurazioni compensato dalla debolezza dei trasporti.
L’indice dei prezzi in Spagna ha superato le aspettative, toccando il 2,9% su base annua a gennaio, 0,1 punti percentuali in più rispetto ai dati di dicembre, con una decelerazione dell’inflazione di fondo inferiore alle attese. In Italia, l’indice nazionale dei prezzi al consumo (NIC) rilasciato dall’Istat il 3 febbraio, mostra un aumento dell'1,5% rispetto a gennaio 2024, contro il +1,3% di dicembre, a causa soprattutto dei prezzi energetici. L’indice armonizzato (HICP) ha avuto un’accelerazione a +1,7% da +1,4% di dicembre.
La BCE taglierà ancora i tassi di interesse nella prossima riunione?
La prossima riunione di politica monetaria della BCE si terrà il 5 marzo e sono attesi altri tagli dei tassi d’interesse, ma Lagarde ha confermato che seguirà un approccio dipendente dai dati e di riunione in riunione, senza impegnarsi in un determinato percorso.
“Finora, l’approccio moderato e metodico della BCE alla riduzione dei tassi di interesse è stato azzeccato. Ma i tagli di 75 punti base previsti nel corso di quest’anno si basano sul fatto che l’inflazione rimanga sotto controllo. Letture a sorpresa come quella di oggi, che mostrano un’inflazione che si muove nella direzione sbagliata, potrebbero far riflettere la BCE, il che sarebbe in definitiva negativo per i mercati azionari europei”, spiega Field di Morningstar.
Tuttavia, i mercati considerano anche le differenze economiche all’interno dell’eurozona e il rischio di dazi.
“Un’inflazione tedesca più debole del previsto ha rafforzato le scommesse accomodanti della BCE, che oggi sono cresciute con il timore che Trump si svegli una mattina e imponga enormi tariffe anche sulle importazioni europee”, afferma Ipek Ozkardeskaya, analista senior di Swissquote.
Nella sua prima riunione dell’anno, la BCE ha tagliato il tasso di deposito al 2,75% per la quinta volta da giugno 2024, tra le incertezze sulle prospettive economiche e i timori per i dazi statunitensi.
“I dati sull’inflazione tedesca hanno confermato la tendenza al ribasso delle pressioni inflazionistiche, in linea con le previsioni della Banca Centrale Europea”, ha dichiarato Fabio Castaldi, senior investment manager di Pictet Asset Management.
Castaldi ha aggiunto che nella riunione della BCE del 30 gennaio, la Presidente, Christine Lagarde, ha espresso fiducia nella stabilizzazione dell’inflazione verso l’obiettivo del 2%, attribuendo questo miglioramento a moderati aumenti dei prezzi in vari settori, compresi i servizi.
Qual è l’impatto dei dazi USA sull’inflazione?
L’amministrazione Trump ha appena firmato ordini esecutivi per imporre dazi aggiuntivi del 25% sulla maggior parte delle importazioni dal Canada e dal Messico, nonché tariffe del 10% su tutte le importazioni dalla Cina. Ha anche dichiarato che presto aumenterà i dazi sui beni dell’Unione Europea, citando il grande deficit con l’UE.
“Le tariffe costringono, e in alcuni casi provocano, la reazione dei paesi concorrenti degli Stati Uniti, che tendono a svalutare le loro valute per attutire l’effetto negativo che le tariffe hanno sulle esportazioni. Ciò ha implicazioni significative per l’inflazione in queste aree, poiché la svalutazione produce prezzi più alti”, spiega Saverio Berlinzani, analista senior di ActivTrades.
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