Mercati in ribasso e dollaro su, dopo che i dazi di Trump sono diventati realtà

Le case automobilistiche europee sono state le più penalizzate in Borsa in vista dei dazi sulle merci dell’UE.

Lukas Strobl 03/02/2025 | 12:12
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fotografia di una freccia rossa decrescente, una serratura aperta, tre stelle e un grafico decrescente su sfondo bianco a griglia

I mercati azionari globali hanno chiuso in ribasso lunedì 3 febbraio, dopo che il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha imposto dazi del 25% su Canada e Messico e ha ribadito l’intenzione di fare lo stesso con l’Europa.

Citando l’ampio deficit commerciale con l’Unione Europea, Trump ha dichiarato nel fine settimana che i dazi sul blocco “ci saranno sicuramente”.

Secondo Michael Field, chief European strategist di Morningstar, “la scritta è sul muro”.

“Il fatto che Donald Trump non si faccia scrupoli a imporre le tariffe ai suoi vicini più prossimi, significa che anche noi dovremmo prepararci all’impatto”.

I titoli europei hanno vissuto una corsa al rialzo durante il mese di gennaio, toccando i massimi storici venerdì 31 gennaio, grazie alle sorprese positive sugli utili. Fino al fine settimana, alcuni investitori avevano mantenuto la speranza che i dazi sull’Europa non si sarebbero materializzati.

La volatilità del mercato all’inizio della settimana segue il crollo di lunedì scorso legato a DeepSeek.

Le case automobilistiche guidano i titoli europei al ribasso

Lo Stoxx Europe 600 è scivolato in apertura di lunedì e ha chiuso a -0,93%, guidato al ribasso da case automobilistiche come Stellantis STLAM, in calo del 4,5%, Volkswagen VOW3 e Porsche P911. Il produttore di veicoli commerciali Daimler Truck DTG è sceso del 6,4%.

Non tutti i titoli del settore saranno colpiti allo stesso modo, spiega Rella Suskin, analista del settore automobilistico di Morningstar.

“La maggior parte delle case automobilistiche ha diversificato la propria base produttiva da molti anni ormai, per adeguare la produzione alla regione in cui vengono effettuate le vendite dei veicoli. Mercedes e BMW hanno fatto la cosa migliore in termini di corrispondenza tra vendite e produzione negli Stati Uniti.

“In realtà, lo stabilimento BMW negli Stati Uniti esporta prodotti in Germania. Sebbene Stellantis abbia una base produttiva nordamericana consistente, una parte significativa è in Messico, quindi esposta ai dazi. Volkswagen ha molto da recuperare, in particolare per i suoi marchi Porsche e Audi”.

I marchi premium di Volkswagen, Audi e Porsche, attualmente producono tutti i loro veicoli al di fuori degli Stati Uniti, il che li rende particolarmente vulnerabili a dazi costosi.

Nei Paesi Bassi, la società di servizi finanziari Adyen ha registrato una perdita del 4,1%. L’area del Nord America rappresenta circa il 25% del fatturato di Adyen ed è stata considerata dall’azienda come una regione in crescita sia in termini di volume che di margini.

I tre titoli del principale indice AEX di Amsterdam, i produttori di chip ASML ASML e ASM International ASM, registrano perdite tra l'1 e il 2%, Besi BSI segna -2,29%. Soprattutto ASML è stata colpita negli ultimi anni da crescenti pressioni politiche da parte degli Stati Uniti per limitare o bloccare le forniture della loro tecnologia più recente alla Cina. La scorsa settimana questi titoli hanno ceduto bruscamente in mezzo alla volatilità dell’IA, ma si sono ripresi verso la fine della settimana.

Nel frattempo, le banche europee esposte all’America Latina hanno pesato sul settore. La spagnola BBVA BBVA ha perso quasi il 3%, dopo una seduta di vendite ben più pesanti.

Stellantis pesante a Piazza Affari, Generali in controtendenza

Piazza Affari ha perso lo 0,69% lunedì 3 febbraio. Stellantis è stato il titolo peggiore, con un calo del 4,5% circa. Tra i maggiori titoli dell’indice Morningstar Italy, la casa automobilistica è la più esposta agli Stati Uniti in termini di ricavi, in quanto genera il 46,7% delle revenue in Nord America (dati Pitchbook). Il suo presidente, John Elkann, ha recentemente annunciato un piano di investimenti di oltre 5 miliardi di dollari negli stabilimenti di Stellantis negli Stati Uniti, con l’obiettivo di rafforzare la sua presenza oltreoceano.

Il crollo dell’industria automobilistica ha trascinato al ribasso anche il produttore di pneumatici Pirelli PIRC (-3,4%).

Nel settore tecnologico, STMicroelectronics STMMI è stato il titolo più penalizzato oggi a Piazza Affari, in linea con il resto del settore dei chip in Europa.

Si è mossa in controtendenza rispetto al mercato Generali G, dopo che UniCredit UCG ha dichiarato di aver acquisito il 4,1% della compagnia assicurativa, complicando ulteriormente la lotta per il controllo del settore finanziario in Italia.

Wall Street ha aperto in calo

I listini americani hanno aperto in calo la prima seduta di febbraio, con l’S&P 500 che perde l'1,4% e il Nasdaq che arretra dell'1,7%. Gli investitori cercano di capire quali potranno essere le conseguenze dei dazi sull’economia statunitense.

Dollaro forte

Domenica il dollaro USA è balzato rispetto a un paniere di valute esposte: è passato da MXN 20,68 contro il peso messicano a MXN 21,09 e da CAD 1,45 a CAD 1,47 contro il dollaro canadese. Nel pomeriggio di lunedì, tuttavia, il peso messicano è rimbalzato in seguito alla notizia del rinvio dei dazi sul Messico.

ll presidente degli USA Donald Trump ha detto che Washington ha accettato di fermare per un mese i piani per l’imposizione di forti dazi sul vicino, a seguito di colloqui con la presidente messicana, Claudia Sheinbaum.

Contro l’euro, il dollaro USA è salito a 0,98 euro da 0,97, avvicinandosi alla parità, una situazione vista l’ultima volta nel 2022.

Le criptovalute scosse dal sentimento di risk-off

Il bitcoin è sceso a 92.800 dollari lunedì mattina, toccando un minimo di tre settimane, per poi risalire a fine giornata sopra i 98.000 dollari. Il calo della mattinata è stato significativo dopo che la moneta ha toccato il massimo storico di oltre 107.000 dollari il 20 gennaio, quando Trump ha giurato come presidente, dopo aver fatto commenti positivi sulle criptovalute.

Il Global X Blockchain ETF è stato uno dei maggiori ribassisti in Europa lunedì mattina, con un calo di oltre il 7%.

Anche le criptovalute più piccole sono state colpite, con Ethereum che è sceso a 2.459 dollari lunedì mattina, dai 3.425 dollari di venerdì sera. L’indice CoinDesk 20, che misura i 20 asset digitali più grandi per capitalizzazione di mercato, è sceso di circa il 20% nei due giorni precedenti. Le criptovalute vengono scambiate 24 ore su 24, anche nei fine settimana.

Antje Schiffler, Valerio Baselli, James Gard, Fernando Luque, Sara Silano e Robert Van Den Oever hanno contribuito a questa storia.


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Info autore

Lukas Strobl  è editorial manager EMEA di Morningstar.

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