Nuovo record per l’oro. Fin dove può arrivare?

Il prezzo spot ha superato per la prima volta i 2.830 dollari, spinto dall'incertezza degli investitori per i dazi di Trump.

Valerio Baselli 05/02/2025 | 09:20
Facebook Twitter LinkedIn

Oro

L’oro ha toccato un nuovo massimo storico lunedì 3 febbraio, spinto da un’ondata di investimenti verso i beni rifugio dopo la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di imporre tariffe commerciali su Canada, Cina e Messico, il che ha aumentato i timori di un’inflazione che potrebbe intaccare la crescita economica.

Il prezzo spot ha toccato i 2.830 dollari l’oncia lunedì mattina prima di ritirarsi a 2.812 dollari, nonostante la forza del dollaro, con cui il metallo giallo ha storicamente una correlazione inversa.

“È come se fossimo di fronte a una congiunzione astrale che unisce diversi tipi di investitori”, afferma Maurizio Mazziero, analista finanziario ed esperto di materie prime. “I privati guardano con fiducia all’oro, che è stata la migliore asset class nel 2024 con una performance del 27%, che sale al 36% per gli investitori in euro. Allo stesso tempo, i money manager considerano l’allocazione dell’oro come un’assicurazione a fronte dei rischi geopolitici e tariffari, con i prezzi delle azioni ancora ai massimi”.

Le banche centrali dei mercati emergenti hanno ancora fame d’oro

Nel frattempo, le banche centrali continuano a fare acquisti massicci: secondo i dati del World Gold Council, le riserve auree globali sono aumentate di 694 tonnellate nei primi dieci mesi dello scorso anno, in linea con il record del 2023.

Nei primi tre trimestri del 2024, la sola banca centrale indiana ha registrato acquisti netti di oro per 77 tonnellate, seguita dalla banca centrale turca con 72 tonnellate, portando la quota delle riserve auree sul totale delle riserve valutarie al 34%. Il terzo maggior acquirente di oro nel 2024 è stata la banca centrale polacca con 69 tonnellate. La Cina, che negli ultimi anni è emersa come il più grande acquirente di oro, è al quarto posto con poco meno di 30 tonnellate.

“La decisione dei Paesi occidentali di imporre sanzioni sulle riserve della banca centrale russa nel 2022 ha rappresentato un punto di non ritorno e suggerisce che, in futuro, qualsiasi Paese che si trovi in forte disaccordo politico con l’Occidente potrebbe implicitamente correre il rischio di vedersi confiscare i propri beni”, afferma Peter Kinsella, Global Head of Forex Strategy di Union Bancaire Privée. “Di conseguenza, le banche centrali di tutto il mondo hanno aumentato le loro riserve d’oro e questa tendenza è destinata a continuare nel 2025”.

L’indagine 2024 Central Bank Gold Reserves Survey, commissionata dal World Gold Council, rivela che il 69% delle banche centrali intervistate prevede ulteriori acquisti netti di riserve auree, anche se moderati, in futuro. Esse hanno sottolineato il ruolo del metallo prezioso come asset strategico per la riduzione del rischio di portafoglio e la diversificazione delle riserve valutarie. L'83% delle banche centrali dei Paesi industrializzati si affida anche alla sua tradizionale funzione di copertura dell’inflazione e di bene rifugio in tempi di crisi. Tra le banche centrali dei mercati emergenti intervistate, questa percentuale raggiunge il 90%.

“Sullo sfondo c'è sempre il progetto dei BRICS di avviare una nuova moneta ancorata all’oro da utilizzare negli scambi commerciali al posto del dollaro USA”, ricorda ancora Mazziero. “Il fatto che Trump abbia annunciato tariffe del 100% per chi la adotterà ne evidenzia la reale fattibilità e i timori che la accompagnano”.

Quando l’oro raggiungerà i 3.000 dollari?

In generale, gli investitori mostrano un sentimento positivo sull’oro per il 2025. Secondo Kinsella di UBP, “potrebbe continuare a salire verso livelli di circa 2.900-3.000 dollari l’oncia”. Anche gli analisti di JP Morgan scrivono nel loro outlook annuale che si aspettano che i prezzi dell’oro salgano oltre i 3.000 dollari, soprattutto se le politiche statunitensi diventeranno più dirompenti, sotto forma di dazi più alti, tensioni commerciali elevate e maggiori rischi per la crescita economica.

“È difficile fare previsioni sui prezzi”, avverte Maurizio Mazziero, “stiamo navigando in alto mare, a livelli mai toccati: direi che ormai i 3.000 dollari l’oncia sono a portata di mano, ma il rialzo potrebbe anche estendersi verso i 3.200. Non credo che nessuno possa stabilirlo con buona approssimazione”.

Infine, Diego Franzin, responsabile delle strategie di portafoglio di Plenisfer Investments SGR, ricorda che “a prescindere dall’andamento dei prezzi nel breve periodo, l’oro continuerà a essere un forte diversificatore, contribuendo a contenere la volatilità del portafoglio grazie alla sua bassa correlazione con altri asset e offrendo protezione dall’inflazione”.


L'autore o gli autori possiedono posizioni in alcuni titoli menzionati in questo articolo. Leggi la policy editoriale di Morningstar.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

© Copyright 2025 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures