Punti chiave
- Negli USA, i titoli growth hanno registrato per anni rendimenti superiori, ma il cambiamento delle prospettive economiche e le valutazioni elevate potrebbero limitarne i guadagni futuri.
- Con la Federal Reserve in attesa, l’aumento dei tassi di interesse potrebbe pesare su molti titoli growth più che su quelli value.
- I titoli tecnologici a grande capitalizzazione che compongono il gruppo dei Magnifici Sette potrebbero continuare a rappresentare un’eccezione, in quanto la forte crescita degli utili e la solidità dei bilanci li hanno aiutati a resistere all’aumento dei tassi.
- Gli strategist consigliano di guardare ad aziende profittevoli, con una crescita stabile e che sono ben posizionate per trarre vantaggio dai trend favorevoli del settore di appartenenza.
I titoli growth hanno spinto al rialzo il mercato azionario USA per buona parte dell’ultimo decennio, grazie a tassi d’interesse insolitamente bassi e a una crescita economica fiacca negli anni precedenti la pandemia di Covid-19. L’appetito apparentemente insaziabile degli investitori per i titoli tecnologici e dell’intelligenza artificiale ha alimentato il trend negli ultimi anni.
Ma oggi le prospettive sono diverse. La crescita economica è aumentata dopo la crisi e rimane più forte di quanto molti si aspettassero. I mercati hanno ridotto drasticamente le aspettative di taglio dei tassi di interesse nel 2025, a causa della minaccia di un aumento dell’inflazione. Se a ciò si aggiungono le valutazioni storicamente elevate di alcuni dei principali titoli growth, alcuni strategist affermano che è giunto il momento di guardare a delle alternative.
Ci sono stati numerosi casi in cui i titoli growth si sono bloccati o sono crollati, per poi decollare di nuovo. Perché questa volta sarebbe diverso?
Cosa sono i titoli growth?
In generale, le azioni growth sono emesse da società per le quali gli investitori si aspettano una crescita degli utili e del valore. Gli investitori apprezzano questi titoli per il loro potenziale di sovraperformare il mercato in futuro, e spesso sono disposti a pagare prezzi più alti e a sopportare valutazioni più elevate per sostenere questo potenziale.
Le strategie di investimento growth sono generalmente considerate più rischiose di quelle value e sicuramente più volatili. Le strategie value tendono a concentrarsi su titoli con utili costanti e bilanci stabili, che gli investitori ritengono siano scambiati a un prezzo scontato rispetto al loro valore intrinseco, in modo da fornire una certa protezione nel caso in cui il mercato azionario viri al ribasso.
Negli ultimi anni, i titoli growth sono stati responsabili di gran parte dei rendimenti record del mercato. Titoli tecnologici a larga capitalizzazione come Nvidia NVDA, Microsoft MSFT, Meta Platforms META, e Alphabet GOOGL/GOOG sono generalmente considerati titoli growth. Nell’ultimo anno, l’indice Morningstar US Growth Index ha reso oltre il 26%, superando di poco il mercato più ampio. L’indice Morningstar US Value Index è rimasto indietro, con un rendimento del 19,1%.
L’aumento dei tassi di interesse influirà sui titoli growth USA?
I titoli growth tendono inoltre a essere più sensibili alle variazioni dei tassi di interesse rispetto a quelli value. “Solitamente i titoli growth vanno bene quando la crescita economica è positiva, e forse anche quando è in rallentamento. E questo è dovuto all’aspettativa che i tassi di interesse possano scendere”, spiega Kristy Akullian, head of iShares investment strategy, Americas di BlackRock.
Le variazioni dei tassi di interesse comportano cambiamenti nella valutazione dei titoli growth. Gli analisti utilizzano un parametro chiamato tasso di sconto per determinare il valore dei flussi di cassa futuri di una società. Tassi di interesse più elevati significano un tasso di sconto più alto, il che significa che gli utili futuri valgono meno degli utili odierni. Gli investitori si aspettano che i titoli growth guadagnino di più in futuro, per cui le variazioni del tasso di sconto hanno su di loro un impatto maggiore rispetto a quanto non avvenga per i titoli value.
Negli ultimi sei mesi, gli analisti e i mercati finanziari hanno ridimensionato drasticamente le aspettative di riduzione dei tassi da parte della Federal Reserve nel 2025, a causa dell’inflazione vischiosa e delle prospettive politiche incerte. Alla fine dell’estate scorsa, gli operatori di mercato prevedevano che i tassi sarebbero scesi fino al 2,75% entro la fine del 2025. Oggi, in genere, prevedono che i tassi saranno più alti di un punto percentuale a quella data.
“Le previsioni sui tassi di interesse si sono spostate verso l’alto di circa 125 o 150 punti base, il che, a mio avviso, si spiega con lo spostamento delle aspettative sull’inflazione”, afferma Scott Clemons, chief investment strategist di Brown Brothers Harriman. Questo spostamento avrà implicazioni per le valutazioni dei titoli growth.
Azioni growth USA sopravvalutate
Sia che si considerino le misure forward o trailing del rapporto Price/EPS, sia che si consideri la valutazione di Morningstar del fair value dei titoli growth, questi titoli appaiono costosi. Nell’ultima settimana di gennaio, i titoli growth USA coperti dagli analisti di Morningstar erano scambiati con un premio del 14% rispetto al fair value. Alla fine del 2024, prima delle turbolenze del mercato azionario di gennaio, questo premio era salito fino al 20%, mentre i titoli value erano scontati dell'8%.
Questo differenziale fa sì che alcuni strategist, tra cui Dave Sekera, chief US market strategist di Morningstar, guardino oltre la categoria growth per trovare opportunità. “Dal 2010, in meno del 10% dei casi, i titoli growth sono stati scambiati con un premio di questo tipo o addirittura superiore”, ha scritto Sekera nel suo 2025 market outlook. “Sebbene gli investitori debbano mantenere una certa esposizione ai titoli growth nel loro portafoglio, riteniamo che questo sia un buon momento per delle prese di profitto e per sottopesare il segmento growth a favore dei titoli value, che rimangono scambiati a un tasso di sconto interessante rispetto alle nostre valutazioni”.
Secondo altri, la portata della crescita delle valutazioni e degli utili dei titoli growth negli ultimi anni indicherebbe che ci sono poche possibilità che la tendenza continui - un altro argomento a favore di una rotazione verso il value. “È difficile vedere lo stesso tipo di profilo di rendimento che si è visto nell’ultimo decennio”, afferma Matt Miskin, co-chief investment strategist di John Hancock Investment Management, che dice di guardare sempre più ai titoli value e a media capitalizzazione.
Perché i titoli growth sono diversi oggi?
A complicare la tradizionale narrazione sui titoli growth, sui tassi d’interesse e sulle valutazioni, ci sono le società a larga capitalizzazione che continuano a dominare il mercato. I cosiddetti Magnifici Sette - NVIDIA, Tesla TSLA, Meta, Apple AAPL, Amazon.com AMZN, Microsoft e Alphabet - sono ampiamente considerati titoli growth. Ma la loro crescita apparentemente inarrestabile degli utili e la spinta dell’intelligenza artificiale fanno sì che non siano stati così sensibili alle variazioni dei tassi come altri titoli più piccoli del settore tecnologia.
“Quello che abbiamo visto negli ultimi anni sfida un po' la saggezza convenzionale, perché le aziende a più alta crescita sono anche alcune delle aziende più largamente capitalizzate”, afferma Akullian. “Il concetto secondo cui le aziende growth abbiano bisogno di prestiti per finanziare gli investimenti non è calzante per i maggiori operatori del mercato”.
La forte crescita degli utili dei Magnifici Sette negli ultimi anni ha anche aiutato gli investitori a tollerare multipli elevati. “La crescita degli utili dei Magnifici Sette è tre volte superiore a quella del resto del mercato”, afferma Jeff Buchbinder, chief equity strategist di LPL Financial. “Questo gruppo di titoli dovrebbe essere più costoso”.
Akullian afferma che, sebbene le valutazioni elevate possano certamente essere un motivo di cautela, “la nostra preferenza per le azioni large cap, growth e di qualità superiore sta nel fatto che lì abbiamo visto rendimenti sostenuti dai fondamentali”.
Il mercato sembra aver recepito questo messaggio. Anche con i tassi ai massimi del 2023 e del 2024 e le valutazioni in aumento, i Magnifici Sette sono cresciuti mentre altri settori del mercato, compresi i titoli value, languivano.
La maggior parte degli analisti non si aspetta che questi titoli subiscano un crollo drammatico a breve, ma sostiene che l’entità della loro sovraperformance potrebbe ridursi nei prossimi mesi. Per alcuni, la popolarità dei Magnifici Sette ha spinto questi titoli in territorio di ipercomprato, aumentando il rischio per gli investitori.
“Il segmento growth è stato invaso da una tale quantità di capitali che ci sono ora trilioni e trilioni di dollari investiti in queste azioni”, afferma Miskin. “Qualsiasi spostamento di parte di quei capitali in altri segmenti del mercato può avere un forte impatto sulla performance”.
Approfondimento sui titoli growth
Le dinamiche insolite dell’attuale mercato azionario USA fanno sì che molti strategist siano riluttanti a tratteggiare delle linee comuni per tutte le azioni del segmento growth. Alcuni pongono l’accento sui titoli growth “di qualità”, ovvero quelli che tendono a essere più redditizi, ad avere flussi di cassa più costanti e a registrare rendimenti interessanti. Secondo gli analisti, vale la pena di concentrarsi sulla qualità perché i titoli che soddisfano questi criteri si comporteranno in modo diverso da quelli che non li soddisfano quando il vento cambierà per i tassi di interesse, anche all’interno della più ampia categoria growth.
Per Akullian, un basso livello di leva finanziaria e un bilancio solido sono le qualità più importanti per i titoli growth oggi. “È questo che continuerà ad essere importante, visto che ci aspettiamo che i tassi d’interesse rimangano alti”, afferma l’esperta.
Altri puntano su un approccio settoriale, dato che le dinamiche di mercato si evolveranno quest’anno, soprattutto a causa dell’incertezza sull’impatto dei dazi e dei nuovi sviluppi dell’IA. “Gli investitori devono prestare attenzione alla catena di fornitura in cui si trovano, al segmento in cui si trovano”, afferma Buchbinder.
L'autore o gli autori non possiedono posizioni nei titoli menzionati in questo articolo. Leggi la policy editoriale di Morningstar.
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