Gli ETF sono il miglior modo per investire in azioni italiane?

Negli ultimi anni, il rally di Piazza Affari è stato guidato da pochi titoli, soprattuto bancari, favorendo le strategie indicizzate e facendo crollare il tasso di successo dei gestori attivi

Sara Silano 20/02/2025 | 08:41
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Collage illustration of the word "ETF" with a clock and shapes in the background.

Nessun ETF che investe in azioni italiane ha un Morningstar Medalist Rating positivo, ma sono tutti valutati con un giudizio Neutral. In sostanza, questo significa che gli analisti non si aspettano che questi fondi possano sovraperformare la categoria nel lungo periodo, ma neanche che sottraggano valore ai sottoscrittori.

Il problema – spiegano gli analisti di Morningstar – è che la quasi totalità di questi exchange-traded fund replica l’indice principale di Piazza Affari, il FTSE MIB, che è concentrato in soli 40 titoli ed è poco diversificato dal punto di vista settoriale. Questo lascia ampio spazio ai gestori attivi per creare valore scegliendo le azioni di società di medio e piccole dimensioni che meglio rappresentano la varietà del tessuto produttivo italiano.

Negli anni, però, il tasso di successo delle strategie attive è sceso drasticamente. Le indicazioni preliminari della nuova edizione del Barometro Morningstar degli investimento attivi e passivi rivelano che solo il 18% dei gestori è riuscito a battare il paniere dei fondi indicizzati negli ultimi tre anni contro il 24,6% nel quinquennio. Nell’ultimo anno, il tasso di successo dei gestori attivi è aumentato al 37,5%, ma rimane comunque basso.

Perché gli ETF hanno battuto i gestori attivi negli ultimi anni?

“Gli ETF replicano passivamente un indice che è molto concentrato in termini di settori – finanziari – e di singoli nomi – Intesa Sanpaolo ISP, Unicredit UCG, ecc.”, spiega Francesco Paganelli, principal del team di Manager research europeo di Morningstar. “Questi hanno fatto molto bene negli ultimi anni, ma i gestori attivi non hanno potuto beneficiarne in pieno per diverse ragioni. Innanzitutto, le regole della normativa comunitaria UCITS non permettono di superare determinate soglie di concentrazione sui singoli titoli. In secondo luogo, molti fondi azionari Italia rientrano nella normativa sui PIR (Piani individuali di risparmio), quindi devono rispettare criteri ferrei sull’esposizione alle small e mid cap. Queste ultime hanno sottoperformato le large cap negli ultimi anni”.

Negli ultimi tre anni, circa l’80% del rialzo di Piazza Affari è imputabile ai titoli finanziari, con Intesa Sanpaolo e Unicredit che hanno contribuito per circa la metà dei guadagni realizzati dal mercato azionario italiano. Nel grafico viene illustrata la contribuzione assoluta di ciascun settore alla rendimento dell’indice Morningstar Italy. Nel triennio, l’indice ha segnato un incremento di 43 punti percentuali, di cui 35,6 punti imputabili al settore finanziario.

Contribuzione annuale dei diversi settori alla performance dell’indice Morningstar Italy

Dati % di contribuzione assoluta al rendimento dell’indice. L’ultima colonna si riferisce al triennio 2022-2024

Sector 2022 2023

Source: Morningstar Direct. Data as of 18/02/2025.

I vincoli della normativa UCITS e dei PIR

La normativa UCITS sugli investimenti collettivi del risparmio prevede una regola nota come “5/10/40”, in base alla quale un massimo del 5% del patrimonio netto del fondo può essere investito in titoli di un singolo emittente, ma questo limite può essere aumentato al 10% per ogni partecipazione, a condizione che il valore totale di tutti gli investimenti sopra al 5% non superi il 40% del valore patrimoniale netto.

Per quanto riguarda i PIR, nella loro versione tradizionale, sono strumenti in cui almeno il 70% del patrimonio deve essere investito in azioni e obbligazioni emesse da aziende italiane o europee con stabile organizzazione in Italia. Di questo 70% almeno il 30% - che significa come minimo il 21% del portafoglio - deve essere allocato in imprese non appartenenti all’indice FTSE MIB. Inoltre, il portafoglio non può essere investito per più del 10% degli asset in strumenti emessi da uno stesso emittente”.

Gli ETF scalano posizioni nella categoria azionari Italia

L’esposizione a un indice concentrato in settori e titoli che sono risultati vincenti ha permesso agli ETF che replicano il FTSE MIB di piazzarsi tra i migliori prodotti della categoria azionari Italia per performance negli ultimi anni. Il più grande ETF di questo tipo, Amundi FTSE MIB, che ha un patrimonio di 509,2 miliardi di euro, si è collocato nel 5° percentile nel 2023 e nel 27° l’anno successivo. Il secondo per dimensioni, iShares FTSE MIB, ha fatto ancora meglio posizionandosi nel 2° percentile nel 2023 e poi nel 22°, mentre Xtrackers FTSE MIB si è collocato nel 4° e nel 24° percentile nei due anni considerati.

Nella tabella qui sotto, mostriamo il posizionamento percentile degli ETF sul FTSE MIB nel triennio, ossia la loro performance all’interno della categoria azionari Italia. La scala va da 1 a 100: ad esempio, un fondo nel decimo percentile, significa che appartiene al 10% dei migliori.

A fini comparativi, se prendiamo il fondo attivo con il più alto Medalist Rating, ossia Fidelity Italy, che è Silver nella classe I (istituzionale), vediamo come anch’esso sia stato nel 24° percentile nel 2023 e sia scivolato nel 66° l’anno successivo.

“La selezione attiva dei titoli è probabilmente ciò che aggiunge più valore”, commenta Paganelli. Il gestore, Alberto Chiandetti, costruisce un portafoglio tipicamente di 35-45 titoli, scelti individualmente in tutto lo spettro della capitalizzazione, unendo aziende in crescita, cicliche e in ristrutturazione. “L’approccio contrarian ed eclettico alla selezione dei titoli e l’attenzione alle valutazioni spesso contraddistinguono questo portafoglio, anche se possono portare a una sottoperformance nel breve termine”, conclude Paganelli.

Guardando agli altri fondi con Medalist Rating positivo (Bronze) e un patrimonio gestito superiore ai 100 milioni di euro, vediamo che le performance, soprattutto nel 2024, sono state inferiori a quelle degli ETF che replicano l’indice FTSE MIB. Allianz Azioni Italia All Stars si è posizionato nel 46° percentile nel 2024 (15° nel 2023), mentre Algebris Core Italy Funds è stato nell’87° percentile entrambi gli anni. In questo caso, la maggiore esposizione alle small e mid cap sembra aver pesato negativamente, dal momento che il segmento ha sempre sottoperformato le large cap negli ultimi anni.

I gestori attivi potranno riscattarsi?

Il mercato italiano, tuttavia, non è sempre stato guidato solo dai titoli a più larga capitalizzazione, le cosiddette blue chip. Al contrario, “le azioni a media capitalizzazione hanno storicamente sovraperformato su base corretta per il rischio”, afferma Monika Calay, director nel team di Manager Research di Morningstar.

Le 40 società incluse nell’indice FTSE MIB coprono collettivamente circa l'80% della capitalizzazione di mercato, ma in totale sono quotate a Piazza Affari circa 220 società. “L’indice è particolarmente sbilanciato verso l’alto, con i primi 10 componenti che rappresentano il 65-70% dell’indice totale. La maggior parte rientra nel settore finanziario o delle utilities. Questo posizionamento rappresenta effettivamente una forte scommessa su alcuni titoli e settori per cui i gestori attivi hanno un grande potenziale di aggiungere valore”, spiega Calay.

Resta il fatto che su 141 classi di fondi azionari Italia con Medalist Rating, solo nove hanno un giudizio positivo da parte degli analisti di Morningstar. Per contro, 31 hanno un rating negativo. Nessuno ha un Medalist Rating pari a Gold. Sicuramente, gli ETF presentano un ampio vantaggio in termini di costi, con spese correnti in un range tra 0,3 e 0,35%, in una categoria dove le commissioni sono in media dell’1,95%.


L'autore o gli autori non possiedono posizioni nei titoli menzionati in questo articolo. Leggi la policy editoriale di Morningstar.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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