Fondi pensione azionari: redimenti a 2 cifre nel 2024

Previdenza complementare: le linee azionarie e bilanciate battono il TFR sia nel breve sia nel lungo periodo. Bene anche le adesioni.

Valerio Baselli 21/02/2025 | 11:34
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Illustration d'un couple assis ensemble, examinant des écrans d'ordinateur et des documents. Une bulle de dialogue avec un symbole de pourcentage et une icône de flèche vers le haut apparaissent en arrière-plan.

Il buon andamento dei mercati si riflette sui rendimenti dei fondi pensione. Secondo gli ultimi dati della Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione), al netto dei costi di gestione e della fiscalità, nel 2024 – al pari dell’anno precedente – i rendimenti delle forme di previdenza complementare sono risultati positivi, con le linee azionarie che hanno fornito i valori più elevati.

I rendimenti dei fondi pensione

Nel corso del 2024, per i comparti azionari si riscontrano rendimenti medi pari al 10,4% nei fondi negoziali ed in quelli aperti e al 13% nei PIP (piani individuali pensionistici). Dei risultati in sé positivi, che tuttavia hanno ampiamente sottoperformato i mercati azionari globali (il Morningstar Global Markets Index è salito del 22% nello stesso periodo); lo stesso vale anche per l’indice Morningstar Italy, che misura l’andamento della Borsa di Milano (+19%).

Nelle linee bilanciate i risultati sono invece in media pari al 6,4% nei fondi negoziali, al 6,6% nei fondi aperti e al 7% nei PIP. Rendimenti medi inferiori, ma comunque positivi, si rilevano per infine per i comparti obbligazionari e garantiti.

Valutando i rendimenti su orizzonti temporali più lunghi e coerenti con le finalità del risparmio previdenziale, nel periodo di dieci anni da fine 2014 a fine 2024 i rendimenti medi annui composti delle linee a maggiore contenuto azionario si collocano intorno al 4,5% per tutte le tipologie di forme pensionistiche; per le linee bilanciate, i rendimenti medi sono compresi tra l’1,7 e il 2,7%. La maggior parte delle linee garantite e obbligazionarie mostra invece rendimenti medi positivi ma inferiori all’1%; dal canto loro, le gestioni separate di ramo I dei PIP, che contabilizzano le attività al costo storico e non al valore di mercato, ottengono un rendimento medio dell’1,6%. Nello stesso periodo, la rivalutazione del Trattamento di fine rapporto (TFR) è risultata pari al 2,4%.

Osservando la distribuzione dei risultati dei singoli comparti tra le diverse tipologie di forma pensionistica e le diverse linee di investimento, tutti i comparti azionari e anche una buona parte dei bilanciati mostrano rendimenti più elevati rispetto ai comparti obbligazionari e a quelli garantiti oltreché al TFR. Per ciascuna tipologia di linea di investimento, i fondi negoziali mostrano nel complesso una dispersione dei rendimenti dei singoli comparti inferiore a quella che registrano fondi aperti e PIP.

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Le adesioni aumentano del 4,2%

Alla fine del 2024, il totale di posizioni in essere delle forme pensionistiche complementari è di 11,1 milioni, il 4,2% in più rispetto a dicembre del 2023. A tali posizioni, che includono anche quelle di coloro che aderiscono contemporaneamente a più forme, corrisponde un totale degli iscritti di 9,950 milioni.

Nei fondi negoziali le posizioni sono cresciute di 227.300 unità (+5,7% rispetto al dicembre 2023), per un totale complessivo di 4,245 milioni. A tale crescita contribuiscono maggiormente il fondo rivolto al settore edile (+84.800 posizioni), destinatario dell’adesione contrattuale di lavoratori attraverso il versamento di un contributo, ancorché di importo modesto, a carico del solo datore di lavoro, e il fondo del pubblico impiego (+38.500 posizioni); incrementi netti di rilievo si registrano nel fondo destinato ai lavoratori del commercio e in quello rivolto all’industria metalmeccanica (+20.300 posizioni per entrambi i fondi).

Nelle forme pensionistiche di mercato, si contano 133.900 posizioni in più nei fondi aperti (+6,9%) e 83.500 in più nei PIP (+2,2%); alla fine di dicembre, il totale delle posizioni in essere in tali forme è pari, rispettivamente, a 2,084 milioni e 3,865 milioni.

Salgono contributi e asset dei fondi pensione

L’anno scorso, fondi negoziali, fondi aperti e PIP hanno raccolto nel complesso 15,7 miliardi di euro, in crescita del 7% sul corrispondente periodo del 2023. L’incremento risulta maggiore per i fondi negoziali (8,8%). Il totale delle risorse destinate alle prestazioni è di 243 miliardi di euro, l’8,2% in più rispetto ai 224,4 miliardi di fine 2023. Circa i tre quinti dell’incremento è dipeso dall’aumento dei corsi dei titoli in portafoglio; il resto è dovuto ai flussi contributivi al netto delle uscite. L’attivo netto è di 74,6 miliardi nei fondi negoziali, in crescita del 9,9% rispetto alla fine dell’anno precedente; si attesta a 37,3 miliardi nei fondi aperti e a 54,7 miliardi nei PIP, rispettivamente, il 14,3 e il 9,6% in più in raffronto al 2023.


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Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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