I mercati si attendono che la Banca Centrale Europea tagli il tasso di interesse di riferimento di altri 0,25 punti percentuali, portandolo al 2,50%, nella prossima riunione di giovedì 6 marzo. Il percorso futuro, però, è diventato più incerto, dopo che Isabel Schnabel, del comitato esecutivo della BCE, ha dichiarato al Financial Times che la banca centrale “dovrebbe ora iniziare a discutere di una pausa o di uno stop al taglio dei tassi”.
Nel frattempo, le stime sull’inflazione di febbraio hanno mostrato un leggero rallentamento dell’indice dei prezzi complessivo e di quello core che esclude i costi di energia e beni alimentari.
“Nonostante le letture oscillanti sull’inflazione, gli economisti prevedono all’unanimità un taglio di 25 punti base da parte della Banca Centrale Europea la prossima settimana. Anche se ben segnalata, tale mossa sarebbe comunque ben accolta dai mercati azionari europei, che a nostro avviso sono ancora scambiati con un piccolo sconto rispetto al loro fair value”, sostiene Michael Field, chief equity market strategist per l’Europa di Morningstar.
Tassi di interesse chiave della BCE
- Tasso sui depositi: 2,75%
- Tasso di rifinanziamento principale: 2,90%
- Operazioni di rifinanziamento marginale: 3,15%
La BCE rivedrà la traiettoria dell’allentamento monetario?
Secondo Goldman Sachs, i responsabili politici sono d’accordo su ulteriori tagli - spesso indando un tasso terminale del 2% - ma hanno opinioni diverse sul ritmo e sui tempi.
“Con un ulteriore taglio di 25 pb ampiamente previsto per la prossima settimana, l’attenzione degli investitori si concentrerà sull’eventualità che il Consiglio modifichi l’attuale linguaggio secondo cui la politica è ‘restrittiva’”, ha dichiarato Goldman Sachs in una nota del 28 febbraio.
“Mentre alcuni funzionari della BCE, in particolare il membro del comitato esecutivo, Isabel Schnabel, hanno suggerito che la politica non dovrebbe più essere descritta come chiaramente restrittiva, ci aspettiamo che la maggioranza del Consiglio preferisca un cambiamento incrementale. Riteniamo quindi che sia più probabile un ammorbidimento del linguaggio, ad esempio affermando che la politica rimane ‘in qualche modo restrittiva’”.
Gli economisti di Goldman Sachs hanno ammesso che una pausa in aprile “è possibile se la disinflazione si arresta o se i dati sull’attività sorprendono notevolmente al rialzo”. Ma hanno aggiunto: “Date le nostre previsioni di una crescita contenuta, di una disinflazione di fondo in corso e le stime aggiornate per il tasso neutrale, continuiamo a ritenere probabili i tagli sia ad aprile che a giugno. La nostra previsione prevede un ulteriore riduzione a luglio a causa della nostra previsione di crescita più debole in presenza di crescenti tensioni commerciali, per un tasso terminale dell'1,75%”.
Fields di Morningstar vede rischi in Europa, ma aggiunge che “un surriscaldamento dell’economia non è in cima alla lista”. “I tassi di interesse potrebbero scendere fino al 2% nel 2025. Un livello strutturalmente più basso dei tassi d’interesse sarebbe un vantaggio per le azioni europee, in particolare per quelle esposte ai beni di consumo”, conclude.
Crescita economica a rischio nell’eurozona
Nei loro recenti commenti, i funzionari della BCE hanno ribadito che i rischi per la crescita rimangono inclinati verso il basso e che la disinflazione è in corso, anche se l’inflazione dei servizi e dei salari rimane elevata e i dazi statunitensi rappresentano una minaccia per le prospettive dell’inflazione.
Martin Wolburg, senior economist di Generali Investments, ha ammesso che c'è un accordo generale sul fatto che nella riunione del 6 marzo la BCE taglierà molto probabilmente il tasso di riferimento di altri 25 punti base, portandolo al 2,5%. Tuttavia, ha aggiunto che “la discussione sui mercati e all’interno del Consiglio direttivo (CG) si sta spostando su quale sarà la velocità di atterraggio di questo ciclo di allentamento”.
“Le proiezioni aggiornate sull’inflazione rimarranno probabilmente coerenti con l’opinione che l’inflazione sia di nuovo sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo e vediamo un potenziale di revisione al ribasso delle prospettive di crescita”, ha commentato Wolburg a Morningstar il 25 febbraio. “Se da un lato ciò sosterrebbe ulteriori tagli dei tassi, dall’altro diversi membri del CG hanno recentemente lasciato intendere che la direzione di marcia degli attuali tassi di riferimento diventa meno chiara e hanno messo in guardia da un eccessivo allentamento”.
Generali Investments si aspetta che la BCE si attenga al suo approccio basato sui dati, riunione per riunione, ponendo continuamente l’accento sulle incertezze. “Pur lasciando aperta la porta a ulteriori tagli dei tassi, probabilmente comunicherà anche che il grado di restrizione della politica è diminuito in modo significativo. Continuiamo a guardare a ulteriori tagli dei tassi”, conclude Wolburg.
Il rischio di stagflazione
La crescita del PIL dell’eurozona è stata in stallo nel quarto trimestre, rispetto al trimestre precedente, secondo la stima preliminare flash pubblicata da Eurostat.
“Dopo alcuni trimestri di crescita moderata, la ripresa economica dell’eurozona si è nuovamente arrestata”, ha dichiarato Bert Colijn, capo economista di ING, dopo la pubblicazione dei dati. “Non ci aspettiamo che [l’economia] ne esca quest’inverno. Le prime indicazioni per il primo trimestre indicano che l’economia sarà ancora piuttosto stagnante. Nel corso dell’anno, ci aspettiamo che la domanda interna torni a guidare la crescita economica”.
Schroders vede una stagflazione nell’eurozona, con “una leggera ripresa della crescita” e con “un’inflazione che rimane elevata”. In una nota del 20 febbraio, il team economico ha abbassato le previsioni di crescita per il 2025 dall'1,2% all'1,1% e previsto un aumento della crescita all'1,5% nel 2026. Schroders ha inoltre alzato le previsioni sull’inflazione complessiva per il 2025 dal 2,2% al 2,4% su base annua, a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari.
Nessun impatto dal post-elezioni in Germania
Gli economisti stanno ancora valutando l’impatto dell’esito delle elezioni tedesche sui mercati finanziari dell’eurozona. Secondo Antonella Manganelli, CEO di Payden & Rygel Italia, pur essendo importanti per la stabilità politica, è improbabile che cambino la traiettoria della BCE per le prossime due riunioni. “Allo stesso modo, qualsiasi progresso significativo nei colloqui di pace tra Russia e Ucraina potrebbe influenzare le previsioni a lungo termine, ma non cambierà i piani a breve termine della BCE”, ha spiegato a Morningstar, aggiungendo che i recenti commenti dei funzionari della BCE suggeriscono un possibile “approccio più cauto” nella seconda metà dell’anno.
Manganelli prevede che i tassi di interesse si attestino intorno al 2% entro la metà del 2025. “Questa mossa è sostenuta dalle prospettive di crescita ancora deboli e dalla minaccia di dazi da parte della nuova amministrazione statunitense”, ha concluso.
Quali conseguenze ha il taglio dei tassi sui mercati?
I mercati azionari tendono a salire quando si prevedono tagli dei tassi. Nei mercati obbligazionari, il calo dei tassi d’interesse comporta una riduzione dei rendimenti e quindi un aumento dei prezzi delle obbligazioni. I tassi più bassi rendono anche le obbligazioni esistenti, in particolare quelle già emesse durante un periodo di tassi elevati, più interessanti per i rendimenti.
Per quanto riguarda i tassi di remunerazione dei conti bancari, è attesa una diminuzione. I tassi che i risparmiatori ricevono dipendono principalmente dal sistema di deposito, che definisce l’interesse che le banche ricevono per depositare denaro presso la BCE overnight. I mutuatari, invece, beneficeranno di tassi più bassi in quanto il credito al consumo e i mutui tendono a diventare più convenienti con saggi di riferimento in calo.
Quando si terranno le prossime riunioni della BCE nel 2025?
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