12 titoli USA a sconto e che hanno aumentato il dividendo

E altri 73 titoli americani coperti dall’analisi di Morningstar che hanno registrato un forte incremento della cedola.

Frank Lee 12/03/2025 | 16:48
Facebook Twitter LinkedIn

Collage con una valigetta, un ritaglio di giornale sulle azioni a dividendo ed elementi grafici.

Con la disaffezione degli investitori per i big del settore tecnologia e per gli altri titoli growth che hanno recentemente guidato il mercato toro, i titoli a dividendo hanno riscontrato un rinnovato interesse all’inizio del 2025. Dopo un lungo periodo di sottoperformance, molte azioni da dividendo sottovalutate potrebbero rappresentare ora un’opportunità per gli investitori di lungo termine.

L’investimento in dividendi si presenta in varie forme. Gli investitori possono cercare i titoli con i dividendi più alti, quelli con una storia di dividendi stabili e bilanci societari solidi, o quelli che aumentano la cedola. Abbiamo esaminato i titoli USA coperti da Morningstar che hanno aumentato i dividendi trimestrali, il che può segnalare la fiducia di una società nelle sue finanze future. Ecco 12 società sottovalutate che hanno aumentato la loro cedola a febbraio:

  • Dell Technologies DELL
  • SBA Communications SBAC
  • Devon Energy DVN
  • Occidental Petroleum OXY
  • Equity Lifestyle Properties ELS
  • Macy’s M
  • Weyerhaeuser WY
  • L3 Harris Technologies LHX
  • WK Kellogg KLG
  • Brunswick BC
  • Healthpeak Properties DOC
  • United Parcel Service of America UPS

Screening per titoli a sconto che hanno aumentato il dividendo

Abbiamo iniziato lo screening partendo dall’elenco completo delle società statunitensi coperte dagli analisti di Morningstar, quindi abbiamo cercato quelle che pagano un dividendo trimestrale e che hanno dichiarato il pagamento di un dividendo a gennaio. Abbiamo monitorato le variazioni rispetto ai precedenti pagamenti di dividendo e abbiamo filtrato le società che hanno visto un aumento dei dividendi pari o superiore al 2% per cogliere le variazioni più sostanziali. Sono stati esclusi i titoli con dividend yield inferiori al 2%. Infine, abbiamo scelto le società valutate dagli analisti con un Morningstar Rating di 4 o 5 stelle, il che significa che sono considerate sottovalutate dal mercato. Questi titoli offrono agli investitori la possibilità di beneficiare di un aumento del dividend yield e di una crescita del valore dell’investimento.

Dodici società hanno superato questa selezione. L’elenco completo dei titoli coperti da Morningstar che hanno aumentato i dividendi a febbraio è riportato in fondo a questo articolo.

Dell Technologies


“Le priorità di Dell nell’allocazione del capitale includono gli investimenti nel portafoglio prodotti, l’aumento del mix verso aree di business a più alto margine (ISG, PC commerciali) e la restituzione di liquidità agli azionisti. Dell mantiene un dividendo e punta ad aumentarlo ogni anno, riacquistando sistematicamente azioni nel frattempo. Dell punta a restituire agli azionisti l'80% del suo free cash flow, un obiettivo che riteniamo appropriato in quanto offre una certa flessibilità per gli investimenti nella crescita, pur riconoscendo che molte attività in cui opera sono più mature e dovrebbero essere maggiormente incentrate sulla generazione di flussi di cassa e sul rendimento per gli azionisti”.

-Eric Compton, director of equity research, technology

SBA Communications


“Di recente, SBA ha dato priorità ai dividendi aumentando il payout a USD 4,44 dollari a partire dal 2025 e registrando un tasso di crescita annua del 35% dal 2019, anno in cui ha iniziato a distribuire la cedola. Anche tenendo conto di una leva finanziaria inferiore nel periodo di previsione, ci aspettiamo che il management aumenti il dividendo del 15% all’anno fino al 2028 e che abbia ancora un’ampia capacità di crescita dei dividendi o di finanziamento di piani di riacquisto di azioni proprie. Pur essendo favorevoli alla strategia dei dividendi, riteniamo che i riacquisti siano stati inopportuni. L’azienda ha iniziato a riacquistare azioni nel 2017, comprando quasi 30 milioni di azioni (circa il 28% del numero di azioni diluite del 2023). Dal 2020 al 2022, quando gli investimenti statunitensi nel 5G hanno raggiunto il picco massimo e le azioni di SBA erano sopravvalutate, l’azienda ha riacquistato 6,2 milioni di azioni a un prezzo medio di USD299,90, ben al di sopra della nostra stima del fair value di USD264. Preferiamo che il management rimanga più opportunista nei riacquisti di azioni o che piuttosto si limiti ad aumentare il dividendo annuale”.

-Samuel Siampaus, equity analyst

Devon Energy


“A partire dalla fine del 2020, Devon ha introdotto il suo quadro di remunerazione del capitale che dà priorità alla restituzione di liquidità agli azionisti attraverso dividendi fissi e variabili e riacquisti di azioni proprie. Devon è stata la prima tra le società statunitensi del settore a introdurre un dividendo variabile. Ci piace questa decisione favorevole agli azionisti, che è stata ben accolta dal mercato. In genere siamo critici nei confronti delle società energetiche nel segmento E&P (Exploration & Production) che perseguono la crescita a scapito dei rendimenti, come è accaduto di frequente negli anni successivi alla rivoluzione dello shale negli Stati Uniti”.

-Joshua Aguilar, director

Occidental Petroleum


“Proprio quando ha sostanzialmente raggiunto i suoi obiettivi di indebitamento, Occidental ha annunciato l’acquisizione di CrownRock per USD12 miliardi. Prevediamo che l’azienda avrà liquidità sufficiente proveniente sia dalle dismissioni che dai free cash flow per coprire il debito prodotto da questa operazione, anche in un contesto di prezzi delle materie prime più deboli. La gestione del debito continuerà a essere in cima alle priorità di allocazione del capitale del management per il prossimo futuro, subito dopo la distribuzione dei dividendi. Per quanto riguarda le distribuzioni agli azionisti, ci aspettiamo che l’azienda soddisfi o superi gli standard di rendimento del capitale stabiliti di recente dai suoi competitor.”

-Joshua Aguilar, director

Equity Lifestyle Properties


“Valutiamo la strategia di allocazione del capitale della società come appropriata, in quanto Equity Lifestyle ha registrato in media un dividend payout ratio pari al 70% dei fondi disponibili per la distribuzione negli ultimi anni. Riteniamo che questo sia un livello adeguato per un REIT (Real Estate Investment Trust, fondo di investimento immobiliare) e che dovrebbe consentire alla società di aumentare costantemente i dividendi in linea con la crescita del flusso di cassa operativo”.

-Kevin Brown, senior equity analyst

Macy’s


“Riteniamo che Macy’s abbia un discreto track record nella restituzione di liquidità agli azionisti, in situazioni di mercato stabili. Macy’s ha sospeso i riacquisti e i dividendi durante la pandemia, ma da allora ha ripreso i riacquisti di azioni e ha ripristinato il dividendo trimestrale (ora pari a USD 0,1737 per azione). I riacquisti di azioni di Macy’s sono stati pari a USD 1,9 miliardi nel 2014, USD 2 miliardi nel 2015 e USD 316 milioni nel 2016, fino a quando non ha interrotto i riacquisti nel 2016 per utilizzare la liquidità nella riduzione del debito. L’azienda ha rimborsato circa USD 3,5 miliardi di debito nel periodo 2016-19, portandolo al di sotto del suo obiettivo di Debito/ EBITDA rettificato di 2,5-2,8 volte. Nel 2021 ha ripreso il suo piano di buyback, riacquistando azioni per USD 500 milioni a un prezzo medio di USD 24,40. Poi, nel 2022, ha riacquistato altri USD 600 milioni di azioni a un prezzo medio di USD 24,98. Da allora Macy’s ha ridotto l’attività di riacquisto per rafforzare il bilancio e finanziare gli investimenti, ma prevediamo che i riacquisti riprenderanno a un certo punto nel 2025. A volte l’azienda ha riacquistato azioni a prezzi superiori alle nostre stime di fair value, cosa che riteniamo inefficiente. Prevediamo che Macy’s genererà in media un free cash flow di circa USD 770 milioni all’anno nel prossimo decennio e lo utilizzerà per la riduzione del debito, il pagamento dei dividendi e il riacquisto di azioni proprie”.

-David Swartz, senior equity analyst

Weyerhaeuser


“Weyerhaeuser paga costantemente una cedola e riacquista periodicamente azioni durante i trimestri più forti, quando i prezzi del legname sono elevati, e l’azienda ha una elevata disponibilità di cassa. Il management ha puntato a una crescita annua del dividendo base del 5% e ha recentemente aumentato il riacquisto di azioni. Prevediamo che Weyerhaeuser sarà in grado di raggiungere i suoi obiettivi di distribuzione, poiché l’azienda continua a generare un elevato free cash flow”.

-Spencer Liberman, equity analyst

L3 Harris Technologies


“Riteniamo che la distribuzione di liquidità agli azionisti sia stata adeguata. L’azienda ha ceduto una parte consistente delle attività non core nel 2020 e nel 2021 e ha utilizzato i proventi per il riacquisto di azioni. In futuro, il management intende utilizzare gran parte del free cash flow per il riacquisto di azioni proprie. L’azienda ha dichiarato di voler rifinanziare, anziché rimborsare, gran parte del debito per potersi concentrare sui riacquisti. Riteniamo che ciò sia ragionevole per un’azienda del settore della difesa poco sensibile al ciclo economico come L3Harris. Detto questo, pur comprendendo che il mercato premia le aziende che pagano gli azionisti, saremmo più tranquilli nell’applicare un costo del capitale proprio più basso all’azienda se avesse meno debito. Quindi pensiamo che L3Harris potrebbe aumentare il suo valore intrinseco riducendo il debito”.

-Nicolas Owens, equity analyst

WK Kellogg


“Prevediamo che WK Kellogg darà priorità alla distribuzione agli azionisti, con un dividend payout ratio che, secondo le nostre previsioni, sarà del 45-55% a lungo termine. Ci aspettiamo che a partire dall’esercizio 2028 verrà riacquistata una percentuale di azioni attorno al 2%, che consideriamo un uso oculato della liquidità se eseguito a sconto rispetto al nostro fair value”.

-Erin Lash, sector director

Brunswick


“Riteniamo che la distribuzione di liquidità sia appropriata e che il team di gestione restituisca il capitale agli azionisti quando le condizioni sono ottimali. Per questo motivo, la società ha ridotto i riacquisti di azioni all’inizio della pendemia, ma ha ripreso a riacquistare in modo più significativo a partire dal 2022, data la forte domanda che è persistita. Inoltre, negli ultimi dieci anni Brunswick ha costantemente aumentato il dividendo, portandolo di recente la cedola trimestrale a USD 0,42. Ci aspettiamo che l’eventuale liquidità in eccesso serva a pagare acquisizioni strategiche senza aggiungere debito, cogliendo delle opportunità nella catena verticale del valore che potrebbero produrre delle sinergie”.

-Jaime M. Katz, senior equity analyst

Healthpeak Properties


“Valutiamo la strategia di ritorno del capitale della società come appropriata, in quanto Healthpeak ha registrato in media un dividend payout ratio vicino all'80% negli ultimi anni. Riteniamo che questo sia un livello appropriato per un REIT. Sebbene il payout ratio abbia superato questo livello nel 2020 e nel 2021, a causa della volatilità causata dalla pandemia e dalle cessioni di alloggi per anziani, Healthpeak è tornata a un livello di payout dell'80% nel 2022 e riteniamo che il rapporto rimarrà intorno a questo livello nel prossimo futuro”.

-Kevin Brown, senior equity analyst

United Parcel Service Of America


“Assegniamo a UPS un Morningstar Capital Allocation Rating di standard, che riflette la nostra valutazione sulla solidità del bilancio dell’azienda e sulla qualità dei suoi investimenti (reinvestimenti e acquisizioni) che supportano il forte posizionamento competitivo”.

“David Abney, da 40 anni in UPS, è andato in pensione nel giugno 2020 e l’azienda ha assunto Carol Tomé per sostituirlo come amministratore delegato. Tomé era membro del consiglio di amministrazione di UPS dal 2003 e presiedeva il comitato di revisione contabile. In precedenza è stata CFO di Home Depot. La gestione di UPS sotto la guida di Tomé è stata generalmente positiva in termini di aumento dell’efficienza operativa. L’azienda ha anche ridotto le spese in conto capitale, che nel 2022 si aggiravano intorno al 5% del fatturato e nel 2023 erano pari al 5,7%, mentre tra il 2016 e il 2020 erano in media del 7,5% circa. Tuttavia, l’inflazione salariale dovuta alla contrattazione sindacale e il calo dei volumi di Amazon hanno reso il lavoro del management un po’ più difficile”.

-Matteo Young, senior equity analyst


L'autore o gli autori non possiedono posizioni nei titoli menzionati in questo articolo. Leggi la policy editoriale di Morningstar.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Frank Lee  è data journalist di Morningstar.

© Copyright 2025 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures