Meta: perché la nuova politica di moderazione dei contenuti potrebbe mettere a rischio il titolo

La decisione di abbandonando il fact-checking di terze parti sui contenuti pubblicati dagli utenti potrebbe esporre l’azienda a rischi finanziari.

Leslie Norton 18/03/2025 | 15:53
Facebook Twitter LinkedIn

The Meta logo is seen at the Vivatech show in Paris, France, June 14, 2023.

  • Dopo un rally di due anni, il titolo Meta affronta nuovi rischi legati alla politica aziendale di moderazione dei contenuti.
  • La diffusione di informazioni false può esporre Meta a ulteriori regolamenti e potrebbe ridurre il coinvolgimento degli utenti e la spesa pubblicitaria.
  • Le nuove regole potrebbero aumentare l’incertezza in Borsa, dopo che il titolo ha subito un forte calo nell’ultimo mese.

Sebbene il titolo Meta Platforms META abbia subito un duro colpo nell’ultimo mese, nei due anni precedenti aveva messo a segno un massiccio rally, poiché l’attività su vasta scala dell’azienda l’aveva resa una forza dominante nei social media. Tuttavia, un cambiamento significativo nel modo in cui Meta gestisce i propri feed potrebbe comportare nuovi rischi per l’azienda e dunque per le sue azioni.

Meta inizia a testare la sua nuova politica di moderazione dei contenuti il 18 marzo. L’azienda sta abbandonando il fact-checking di terze parti sui contenuti postati dagli utenti per adottare un approccio di community notes guidato dagli utenti, come quello impiegato da X. “Facebook, Instagram e Threads hanno miliardi di utenti in tutto il mondo. Un cambiamento nelle politiche di moderazione dei contenuti potrebbe avere un impatto materiale sui contenuti disponibili”, spiega Malik Ahmed Khan, analista di Morningstar.

Jennifer Vieno, director of environmental, social, and governance research di Morningstar Sustainalytics, sostiene che questi cambiamenti aumentano il rischio per Meta. Vieno afferma che le piattaforme di social media della società “diffondono grandi quantità di contenuti, tra cui disinformazione e messaggi di odio. Le recenti modifiche alla moderazione dei contenuti probabilmente aumenteranno il volume e la diffusione di questi ultimi”.

Questa nuova politica arriva mentre le azioni di Meta sono scivolate insieme agli altri titoli large cap che hanno guidato il mercato toro nel 2023 e 2024. Dopo aver toccato il punto più basso negli ultimi sette anni a USD 93,16 per azione nell’ottobre 2022, il titolo Meta è salito grazie a una strategia commerciale rinnovata fino a raggiungere il massimo storico di USD 736,67 il 14 febbraio di quest’anno. Da allora, il titolo è sceso del 16%.

Khan stima il fair value del titolo Meta a USD 770 per azione, il che significa che il titolo è attualmente sottovalutato. L’analista ritiene che gli interrogativi sollevati dalla nuova strategia di moderazione dei contenuti potrebbero non riflettersi nell’attuale prezzo del titolo: “La flessione del titolo nelle ultime due settimane è stata principalmente il risultato di alcuni cambiamenti a livello macro e dell’incertezza causata dai provvedimenti annunciati dalla Casa Bianca. Non so se gli investitori si siano concentrati su questo aspetto”.

Prezzo delle azioni di Meta nei cinque anni

undefined

I possibili rischi per Meta derivanti dalla diffusione di informazioni false

Uno dei problemi fondamentali che Vieno vede è il rischio sociale della diffusione di informazioni false. Per il secondo anno consecutivo, il 2025 Global Risks Report del World Economic Forum ha citato la disinformazione come il rischio globale più elevato a breve termine. Se il rischio sociale aumenta, la pressione sui governi per agire potrebbe intensificarsi, esponendo Meta a “ulteriori regolamenti, costi di conformità e multe o sanzioni per le violazioni”, scrive Vieno. Questo sarebbe particolarmente vero se Meta estendesse la sua strategia di moderazione dei contenuti anche all’Europa.

I regolatori europei potrebbero prendere di nuovo di mira Meta?

La normativa più importante da considerare per gli investitori è il Digital Services Act dell’UE (DSA). Vieno spiega come la Commissione europea stia verificando se Facebook e Instagram abbiano violato la normativa. Il DSA impone regole più severe alle grandi piattaforme online come Facebook e Instagram. Queste includono l’obbligo di mitigare “la disinformazione o la manipolazione elettorale, la violenza informatica contro le donne o i danni ai minori online”, rendendo le piattaforme più responsabili delle loro azioni e di qualsiasi rischio sistemico che esse pongono. La mancata conformità può portare a multe fino al 6% del fatturato globale. Il fatturato di Meta nel 2024 è stato di USD 164,5 miliardi. La Commissione europea potrebbe richiedere “la sospensione temporanea dei servizi come misura di ultima istanza”, afferma Vieno.

Rischi finanziari derivanti dalla nuova politica di moderazione dei contenuti

I rischi finanziari aumenteranno se le modifiche alla moderazione dei contenuti “porteranno a una riduzione del coinvolgimento degli utenti, della sicurezza del marchio e della spesa pubblicitaria”, scrive Vieno. La pubblicità rappresenta il 97% delle entrate di Meta. Vieno osserva che diverse aziende, citando preoccupazioni per la sicurezza del marchio, hanno messo in pausa o ritirato i loro annunci da X dopo che i loro contenuti sono apparsi accanto a contenuti antisemiti, filonazisti e altri contenuti dannosi. “Alcune hanno poi ripreso a spendere in pubblicità, ma a livelli molto più bassi”. Nel frattempo, Vieno fa notare che uno studio della società di ricerche di mercato Kantar indica che circa il 25% degli inserzionisti prevede di tagliare la spesa su X nel 2025, e che solo il 4% degli intervistati ritiene che X garantisca la sicurezza del marchio.

Meta corre meno rischi legati ai contenuti di X?

Khan osserva che la maggior parte della pubblicità di Meta proviene da piccole e medie imprese, a differenza di X. Questo rende l’azienda meno soggetta alle minacce dei grandi inserzionisti. D’altra parte, l’analista sostiene che un’economia incerta potrebbe influenzare le imprese più piccole e la loro spesa pubblicitaria.

Negli Stati Uniti, le prospettive di un’ulteriore regolamentazione sono “piuttosto improbabili, soprattutto con l’attuale amministrazione e clima politico”, afferma Khan. Tuttavia, l’UE ha multato Meta molte volte, compresa una multa da USD 263 milioni, lo scorso anno, per una violazione dei dati del 2018. Nel 2019, la FTC ha inflitto a Meta una multa di USD 5 miliardi a seguito di indagini sulla privacy. Separatamente, Meta deve affrontare problemi di antitrust negli Stati Uniti, compreso un processo il 25 aprile.

Prima che Meta modifichi la moderazione dei contenuti in Europa, Khan si aspetta che l’azienda collabori con il governo statunitense e con altre aziende del settore Big Tech per superare eventuali ostacoli normativi. Il presidente Donald Trump ha minacciato di imporre tariffe ai paesi che multano le aziende statunitensi. “Se Meta dovesse pagare l’ammenda prevista in caso di violazione del DSA, sarebbe un disastro”, afferma Khan. L’analista si aspetta quest’anno “un accordo più ampio” tra l’attuale amministrazione americana, le aziende Big Tech e l’UE per la regolamentazione della moderazione dei contenuti. “Meta non si metterà nella posizione di dover pagare multe salate prima di implementare cambiamenti alla moderazione dei contenuti a livello globale”.


L'autore o gli autori non possiedono posizioni nei titoli menzionati in questo articolo. Leggi la policy editoriale di Morningstar.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Leslie Norton  E' Editorial Director sulla sostenibilità di Morningstar.

© Copyright 2025 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures