I titoli europei delle telecomunicazioni hanno registrato una buona performance nel primo trimestre del 2025, grazie al buon andamento degli indici azionari della regione nel suo complesso.
Questo rally ha spinto le valutazioni verso il fair value e fatto scendere i dividend yield medi dal 6,7% dell’anno scorso al 5,5%. Nonostante gli elevati yield annunciati, alcune aziende hanno problemi di sostenibilità dei dividendi, in quanto i pagamenti superano il free cash flow. Tuttavia, operatori come la francese Orange ORA, la svedese Tele2 TEL2B, e il gruppo britannico BT BT.A offrono yield più solidi del 5%-6% sostenuti da una gestione disciplinata del capitale.
Noi preferiamo aziende con una buona allocazione del capitale, una mentalità attenta ai costi e una politica dei dividendi prudente. Aziende strutturate e focalizzate sul mercato nazionale come Deutsche Telekom DTE e BT stanno sovraperformando i grandi conglomerati.
Punti chiave per il settore europeo delle telecom
- La frammentazione e la regolamentazione ostacolano attualmente gli sforzi di consolidamento europei.
- L’Europa ha molti livelli normativi e le autorità di regolamentazione di ogni Paese hanno punti di vista diversi.
- Le reti si trovano in fasi diverse di sviluppo in ogni Paese.
- I governi possiedono partecipazioni azionarie negli operatori storici e hanno diritti di veto in materia di M&A, in quanto le telecomunicazioni sono considerate asset strategici.
- I gruppi di telecom paneuropei come Telefonica, Orange e Vodafone hanno realizzato poche efficienze transfrontaliere negli ultimi due decenni.
- In mercati come la Spagna e l’Italia, l’aggressiva concorrenza sui prezzi e l’elevato turnover di clienti continuano a minare la redditività.
I titoli europei delle telecom sotto la lente
Metriche chiave di Morningstar per BT Group
- Morningstar Rating: ★★★★
- Stima del fair value: GBX 190,00
- Economic Moat: Narrow
- Forward Dividend Yield: 4,97%.
Nonostante le pressioni sulla sua base di costi derivanti dall’inflazione salariale e dalle reti a banda larga alternative che le stanno rubando le linee, riteniamo che BT si stia comportando bene in un mercato competitivo. In primo luogo, sta riuscendo a mantenere la crescita dei ricavi nella sua divisione consumer con aumenti di prezzo che compensano la pressione salariale. In secondo luogo, Openreach sta ancora mostrando una notevole leva operativa, con un EBITDA che cresce a una cifra medio-alta grazie alla dimensione della rete più grande del Paese.
BT è anche ambiziosa con il suo piano di costi a lungo termine; intende ridurre l’organico da 130.000 dipendenti del 2023 a 75.000-90.000 entro il 2030. Riteniamo che la riduzione dei costi sia fondamentale nel settore delle telecomunicazioni che non conosce crescita. Riteniamo che il dividendo di BT sia sostenibile e che il management abbia spazio per farlo crescere costantemente nei prossimi anni.
Metriche chiave di Morningstar per Orange
- Morningstar Rating: ★★★★
- Stima del fair value: EUR 13,40
- Economic Moat: None
- Forward Dividend Yield: 6,37%
Negli ultimi 24 mesi Orange ha mantenuto le sue promesse. L’EBITDAaL, ovvero l’utile prima degli interessi, delle imposte, del deprezzamento e dell’ammortamento e dopo le spese di leasing, è cresciuto del 2,7% nel 2024, in linea con l’ambizione dell’azienda di raggiungere una crescita a una sola cifra. Per il 2025, Orange ha alzato le sue previsioni di crescita dell’EBITDAaL da una crescita a una sola cifra a circa il 3%, che consideriamo positivamente. Orange ha registrato un free cash flow organico di 3,4 miliardi di euro, superando l’obiettivo di 3,3 miliardi di euro, mentre ha aumentato la sua previsione per il 2025 a più di 3,6 miliardi di euro, rispetto ai precedenti 3,5 miliardi di euro.
Valutiamo positivamente gli sforzi di Orange nel ridurre i costi e speriamo di vedere ulteriori progressi nel 2025. I grandi conglomerati delle telecomunicazioni spesso faticano a ridurre i costi in termini assoluti a causa della loro ampia presenza geografica, delle ridondanze, dei sistemi informatici obsoleti e dei legami con i governi. Orange è riuscita a ridurre le due voci di costo più importanti, gli acquisti esterni e il costo del lavoro, rispettivamente dello 0,7% e del 3,3% nell’ultimo anno. Questo dato contrasta con quello di Vodafone, che ha visto i suoi costi aumentare negli ultimi 12 mesi su base assoluta, nonostante abbia dichiarato di aver ottenuto efficienze sui costi. Il management si è impegnato a mantenere un dividendo minimo di 0,75 euro nel 2025. Se il risultato sarà positivo nel 2025, vediamo spazio per un leggero aumento del dividendo.
Questo articolo è una sintesi del report: Telecoms Europe: Q1 2025, pubblicato su Morningstar Direct e scritto da Javier Correonero e Jack Fletcher-Price. L’articolo è stato redatto da Jon Gorringe.
L'autore o gli autori non possiedono posizioni nei titoli menzionati in questo articolo. Leggi la policy editoriale di Morningstar.
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