Poste Italiane PST entra nel cuore dell’industria delle telecomunicazioni italiane. Alla fine di marzo, il gruppo ha ufficializzato l’acquisizione del 15% delle azioni ordinarie di TIM TIT da Vivendi, pari al 10,77% del capitale complessivo. Un’operazione dal valore di 684 milioni di euro, finanziata interamente tramite la cassa disponibile, che porterà Poste a detenere il 24,81% delle azioni ordinarie e il 17,81% del capitale complessivo di Telecom Italia, diventandone il primo azionista.
L’operazione – attesa a completarsi entro il primo semestre 2025 – è subordinata al via libera dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, in base alla normativa sul controllo delle concentrazioni.
Poste sotto la soglia di OPA obbligatoria
Poste Italiane ha subito chiarito che non intende superare la soglia per un’OPA obbligatoria e che l’investimento ha natura industriale e strategica di lungo termine. L’obiettivo dichiarato è duplice: creare sinergie industriali con TIM e contribuire al consolidamento del mercato italiano delle telecomunicazioni.
“È un investimento molto importante, fatto con un approccio industriale. Potrà creare valore per tutti gli stakeholder”, ha affermato la presidente Silvia Rovere, intervenuta durante la celebrazione dei 25 anni di Class CNBC. Rovere ha ribadito come Poste Italiane non sia solo un’azienda, ma “un cardine dello sviluppo dell’economia nazionale”.
Mercato favorevole, analisti positivi
L’operazione è stata accolta positivamente dagli analisti. Equita Sim ha confermato il rating “buy” sia su TIM che su Poste, con target rispettivamente a 0,36 euro e 17 euro. Il titolo quota attorno ai 15,10 euro, dopo il sell off dell’ultima settimana (all’8 aprile). La transazione, spiegano, “offre opzionalità a Poste, creando spazio per valorizzare Poste Mobile, generare sinergie di costo e accelerare la distribuzione di alcuni prodotti”.
Da parte sua, Banca Akros ha aggiornato il giudizio su Poste da buy ad accumulate, con target price alzato a 17,5 euro, riconoscendo l’effetto positivo dell’operazione e il forte rialzo del titolo messo a segno fino all’annuncio del lancio dei dazi da parte degli Stati Uniti, che ha poi scatenato una forte e generale flessione dei listini azionari.
Lato TIM, la presenza di un socio stabile e istituzionale come Poste rafforza la governance e agevola i progetti di riorganizzazione della struttura di capitale, aumentando l’attrattività per potenziali alleanze industriali. Secondo Akros, un eventuale consolidamento con Iliad potrebbe generare sinergie per 680 milioni di euro, con un valore attualizzato di 5 miliardi da dividere al 50%.
Javier Correonero, equity analyst di Morningstar, commenta così la notizia, focalizzandosi sui possibili sviluppi per il settore delle TLC in Italia e sull’eventuale operazione TIM-Iliad: “È una buona notizia. Ma come sempre, le condizioni regolatorie per quanto riguarda un’eventuale operazione di integrazione sono determinanti. Se TIM insieme a Iliad dovessero essere costrette a cedere asset a un altro operatore (come accadde nel 2016 con Wind e Tre che cedettero parte delle attività a Iliad) o se la Commissione Europea imponesse misure correttive significative, l’attrattiva dell’operazione sarebbe limitata. Perché possa realmente creare valore, serve un consolidamento puro da quattro a tre operatori, senza condizioni imposte.”
Gli analisti di Morningstar attribuiscono a Telecom Italia un rating di tre stelle, il che significa per il prezzo attuale di 0,27 euro (all’8 aprile) è in linea con la stima del fair value pari a 0,25 euro.
I numeri di Poste in Borsa
L’ingresso in TIM è solo un tassello del percorso strategico di trasformazione intrapreso da Poste negli ultimi anni. Il gruppo ha chiuso il 2024 con un bilancio record e un titolo che ha segnato nuovi massimi storici oltre quota 16 euro, raddoppiando il valore rispetto a due anni fa e con una capitalizzazione che è arrivata a superare di recente quota 21 miliardi di euro.
Nel settore del risparmio, Poste gestisce 590 miliardi di attività finanziarie e punta con decisione su prodotti premium e sulla formazione finanziaria dei clienti, rafforzando il suo ruolo di guida nella crescita economica e sociale del Paese.
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