Dazi e crollo mercati, l’oro è la scelta giusta?

L’oro ha recuperato quota 3.000 dollari dopo aver ceduto terreno in seguito all’annuncio dei dazi di Trump. Forti acquisti soprattutto dalla Cina.

Valerio Baselli 10/04/2025 | 14:39
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L’ascesa dell’oro verso nuovi record nell’ultimo anno è stata interrotta dall’annuncio dei dazi di Trump la scorsa settimana. I prezzi spot del metallo giallo sono scesi del 4,1%, segnando il più grande selloff di due giorni in dollari dall’aprile 2013.

Un calo che Ned Naylor-Leyland, gestore di Jupiter AM Gold & Silver Fund, ha spiegato come “una corsa alla liquidità per i trader”, sostenendo che “non ha nulla a che fare con gli investitori long-only”.

Da allora, però, l’oro si è ripreso e ha superato nuovamente la soglia simbolica dei 3.000 dollari l’oncia, in un momento in cui gli investitori sono sempre più preoccupati da una guerra commerciale globale e da una possibile recessione, mentre il dollaro USA continua a indebolirsi.

Infatti, storicamente, l’oro è sempre stato considerato un bene rifugio in tempi di incertezza e una protezione dall’inflazione.

“La volatilità dei mercati azionari ha colpito anche l’oro, tuttavia non credo che questo movimento cambierà la forza di fondo del metallo giallo”, afferma Maurizio Mazziero, analista finanziario ed esperto di materie prime. Mazziero ritiene che “come è successo nel 2020 ai tempi del Covid, i forti ribassi dei titoli azionari hanno generato prese di profitto sull’oro dopo un periodo estremamente positivo”.

“Da un punto di vista tecnico, al di sopra di 2.850 dollari rimaniamo ancora in un momento positivo, al di sotto le cose potrebbero cambiare”, aggiunge.

Secondo Daniel Marburger, CEO di StoneX Bullion, una delle principali piattaforme per il trading di metalli preziosi, questa correzione di due giorni “non è stata una perdita di fiducia nell’oro”. Marburger ritiene che “gli investitori istituzionali siano stati costretti a liquidare le posizioni in oro per raccogliere rapidamente la liquidità necessaria a coprire le perdite causate dai forti cali registrati altrove”.

Il livello dei 3.000 dollari tiene

“La soglia dei 3.000 dollari è diventata una chiara àncora psicologica per il mercato e si sta rivelando un forte livello di supporto: ogni volta che il prezzo scende al di sotto, assistiamo a un acquisto immediato e considerevole, soprattutto da parte degli investitori al dettaglio”, afferma Marburger, che aggiunge di aver visto “i volumi degli ordini quadruplicare rispetto alla settimana precedente”.

Con 4,9 miliardi di dollari, gli exchamge-traded fund sui metalli preziosi, principalmente ETC esposti all’oro, hanno registrato la maggior raccolta netta trimestrale in tre anni da gennaio a marzo 2025, come mostrano i dati Morningstar.

Inoltre, i timori di stagflazione negli Stati Uniti, dove il rischio di inflazione aumenta mentre la crescita economica rallenta, hanno reso l’oro più interessante come copertura dell’inflazione. “Anche le banche centrali, tra cui Cina, Russia e Repubblica Ceca, hanno accumulato oro, segnalando la fiducia nel suo valore a lungo termine come riserva di ricchezza”, afferma Roberta Caselli, commodities investment strategist di Global X.

Cosa aspettarsi ora dall’oro

Preston Caldwell, economista senior di Morningstar, ha stimato al 40-50% la probabilità di una recessione negli Stati Uniti nei prossimi 12 mesi. Gli operatori di mercato iniziano a prevedere diversi tagli dei tassi da parte della Federal Reserve statunitense nel corso dell’anno, il che sostiene l’oro.

In questo contesto, Naylor-Leyland, gestore di Jupiter, prevede che “l’oro continuerà a salire in tutte le valute, poiché sta tornando al suo ruolo tradizionale di principio privo di rischio, al di sopra dei Treasury USA, e di garanzia monetaria".

“I mercati continueranno a privilegiare i beni rifugio come l’oro in presenza di tensioni geopolitiche. Lo dimostrano anche gli investimenti record in oro in Cina, con gli investitori retail che hanno investito l’equivalente di miliardi di euro in ETF auriferi nell’ultima settimana”, spiega Roberta Caselli.

Tuttavia, in mezzo a questa tempesta sui mercati, chi può davvero dire quale potrà essere il prezzo dell’oro nei prossimi mesi? “Probabilmente dobbiamo chiederci se in una condizione di guerre commerciali e di rischi geopolitici l’oro possa ancora svolgere un ruolo di garanzia nelle transazioni internazionali tra Paesi che non si fidano più l’uno dell’altro. A questa domanda mi sentirei di rispondere positivamente”, dice Mazziero

Caselli di Global X ritiene che “nonostante i venti contrari a breve termine, il ruolo dell’oro come copertura contro l’incertezza economica e geopolitica dovrebbe continuare a sostenere il suo valore nel lungo periodo”.

Quanto oro serve al vostro portafoglio

Molti studi condotti negli ultimi 20 anni hanno rilevato che l’allocazione di una quota compresa tra il 5 e il 10% all’oro in un portafoglio diversificato riduce la volatilità e migliora il rendimento corretto per il rischio. Tuttavia, come abbiamo visto, a volte l’oro si muove in sintonia con i mercati azionari, per cui è opportuno adottare un approccio più cauto. Maurizio Mazziero suggerisce di “iniziare a collocare il 2-2,5%, per prendere confidenza con questo asset, per poi passare al 5% del portafoglio. Percentuali vicine al 10%, o leggermente superiori, sono utili solo per quei portafogli che allocano il 70% o più in azioni”, afferma.

“Tutti gli investitori dovrebbero considerare che le banche centrali detengono grandi quantità di oro proprio per questo tipo di situazioni”, ricorda Ned Naylor-Leyland, per il quale il vero problema è che “è l’investitore medio ad avere poca o nessuna esposizione”.


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Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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