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Borse in rialzo sulla scia delle notizie di una sospensione dei dazi sulle auto e di un accordo commerciale tra USA e Regno Unito

I listini europei sono in rialzo per il secondo giorno consecutivo nonostante le vendite sui titoli del lusso innescate dalla trimestrale di LVMH.

Ollie Smith 15/04/2025 | 14:07
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Collage-illustrazione di un vrachtschip, fascette della V.S., della V.K. e dell'U.E. e simboli di volatilità.

Le azioni europee hanno chiuso in rialzo per il secondo giorno consecutivo, grazie alla reazione positiva dei mercati all’ipotesi di un accordo commerciale tra Stati Uniti e Regno Unito e alla possibilità di un’esenzione temporanea dei dazi per il settore automobilistico.

L’indice Stoxx Europe 600 e l’indice Morningstar Europe hanno guadagnato circa l’1,6%. In seguito alle dichiarazioni del Presidente Donald Trump, secondo cui la sua amministrazione starebbe “valutando qualcosa per aiutare alcune aziende automobilistiche”, le azioni di Stellantis STLAM sono salite del 6,5%.

L’indice FTSE 100, dal canto suo, ha segnato un rialzo dell’1,4%, guidato dai titoli Fresnillo FRES, 3i III e Kingfisher KGF. Le parole del vicepresidente USA J D Vance su un accordo commerciale tra Stati Uniti e Regno Unito hanno favorito il sentiment positivo.

A Piazza Affari, il FTSE Italia All Share ha guadagnato il 2,3%, grazie ai rialzi di Stellantis STLAM e Leonardo LDO.

Negli Stati Uniti, alle 19:45 italiane gli indici S&P 500 e Nasdaq Composite viaggiano leggermente sotto la parità.

Lo yield del titolo decennale del Tesoro USA si attesta al 4,31%, dal 4,42% di lunedì. Il bund tedesco a 10 anni, il titolo di riferimento della zona euro, registra un rendimento del 2,53%, con un aumento di due punti base rispetto a lunedì.

Quanto durerà il momento positivo delle Borse?

Lunedì sera, il Presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che la sua amministrazione “sta studiando qualcosa per aiutare le aziende automobilistiche che stanno cercando di modificare la loro supply chain sostituendo le forniture provenienti da Canada e Messico con altre interne agli USA”.

Queste sono le ultime dichiarazioni di Trump, i cui commenti sull’uso diffuso di tariffe per proteggere l’economia statunitense dalle importazioni d’oltreoceano hanno innescato il selloff sui mercati azionari nelle ultime due settimane.

“Ci saranno sicuramente altri colpi di scena nello sviluppo della storia dei dazi”, afferma Michael Field, chief European market strategist di Morningstar.

“Gli utili di LVMH sono l’unica notizia negativa di oggi, ma per il resto i commenti di Trump sul fatto di rendere le cose un po’ più facili per le case automobilistiche e in generale di essere flessibile, sono carburante per il rimbalzo dei listini.

“Detto questo, le questioni tra Stati Uniti e Cina non sono ancora risolte, quindi l’Europa per ora è semplicemente in attesa. È possibile che prima o poi si assista a un’ulteriore escalation della disputa commerciale”.

Perché Trump ha previsto dazi sulle auto?

Il 2 aprile, Donald Trump ha confermato che la sua amministrazione avrebbe implementato un dazio d’importazione mondiale del 25% su tutte le automobili e le componenti auto importate negli Stati Uniti. Le uniche eccezioni sarebbero state previste dall’accordo Messico-Canada, o USMCA.

Secondo Rella Suskin, analista azionaria di Morningstar, ciò avrà un impatto negativo sui produttori di auto europei, anche se non è ancora chiaro quanto.

“Nonostante le revisioni al ribasso previste da questo scenario, continuiamo a ritenere che gli attuali prezzi di mercato offrano un sufficiente margine di sicurezza, poiché le azioni sono scambiate con uno sconto significativo rispetto alle nostre valutazioni”, afferma l’esperta.

“BMW BMW e Mercedes MBG esportano circa il 50% della loro produzione negli Stati Uniti, che potrebbe essere colpita a sua volta da tariffe ritorsive, con un possibile aumento dell’impatto negativo sui nostri fair value.

“Ferrari RACE e Porsche PAH3 sono le aziende più esposte agli USA. Tuttavia, il loro forte potere di determinazione dei prezzi riduce l’impatto complessivo delle tariffe sui loro bilanci. Questo vale maggiormente per Ferrari, che può vantare su un moat di wide (ampio), rispetta a Porsche, che invece ha un moat di narrow (medio)“.


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Ollie Smith  è editor di Morningstar UK

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