L’Inps ha diffuso l’Osservatorio sul monitoraggio dei flussi di pensionamento, con i dati relativi ai trattamenti pensionistici con decorrenza nel 2024 e nel primo trimestre del 2025, rilevati al 2 aprile 2025.
Nel 2024, sono state registrate 877.186 pensioni, con un importo medio mensile di 1.229 euro. Nel primo trimestre del 2025, il numero di pensioni è stato di 194.582, con un importo medio di 1.237 euro. Questi dati comprendono pensioni di vecchiaia, assegni sociali, pensioni anticipate, fondi speciali, pensioni di invalidità e pensioni ai superstiti.
In particolare, dall’Osservatorio emerge che tra gennaio e marzo sono stati erogati 54.094 nuovi trattamenti anticipati – che spettano cioè a chi opta per uscite prima della soglia di vecchiaia a 67 anni – segnando un calo del 23% rispetto agli assegni versati nello stesso periodo del 2024 (il dato, tuttavia, non è ancora definitivo).
Particolarmente marcato il calo delle pensioni anticipate tra i dipendenti pubblici: nel primo trimestre i nuovi “anticipi” sono stati 8.014, il -34% rispetto a un anno fa, mentre tra i dipendenti del settore privato le pensioni anticipate nel trimestre sono state 26.683 con un calo del 19%.
Gli effetti della Legge di Bilancio
La fine degli effetti della Quota 100 e i non semplicissimi requisiti per accedere ai sistemi che l’hanno rimpiazzata (come Quota 203) o all’Opzione donna, sono probabilmente le ragioni principali dietro a questo calo nell’accesso all’uscita dal lavoro flessibile.
Ad esempio, come ha ricordato lo stesso Inps in un messaggio relativo all’avvio delle domande per queste due misure, in entrambi i casi è previsto il ricalcolo con il sistema contributivo dei contributi versati; un sistema che penalizza, quindi, chi decide di andare in pensione in anticipo.
Inoltre, nonostante ora si possa far valere anche la rendita del proprio fondo pensione, la Legge di Bilancio 2025 ha di fatto innalzato i requisiti di accesso alla pensione anticipata a 64 anni, passando da 20 a 30 anni di contribuzione.
Sale il gender gap previdenziale
Diventa ancora più marcato il divario tra gli assegni degli uomini, pari in media a 1.486 euro (in crescita dai 1.457 dell’intero 2024), e quelli delle donne, che raggiungono i 1.011 euro, in calo sui 1.033 medi del 2024. In media le pensionate percepiscono il 31,97% in meno: la differenza era del 29,1% nel 2024.
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