Recordati, perché il capital market day del 29 aprile è importante

Il top management presenterà i nuovi obiettivi a tre anni della società farmaceutica, in un contesto di dollaro più debole.

Fabrizio Guidoni 24/04/2025 | 10:06
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In vista del capital market day del prossimo 29 aprile, cresce l’attenzione del mercato nei confronti di Recordati REC. Il gruppo farmaceutico italiano, attivo nella ricerca, sviluppo e commercializzazione di farmaci – con una particolare specializzazione nelle malattie rare – sarà infatti chiamato a presentare i nuovi obiettivi triennali. L’evento rappresenta, secondo gli analisti, il principale catalizzatore per l’andamento futuro del titolo in Borsa. Al momento, l’azione è sostanzialmente invariata su base annua e in calo del 4% da inizio 2025, per una capitalizzazione complessiva di circa 10 miliardi di euro.

Risultati 2024: solidi numeri e dividendo in crescita

I numeri relativi all’esercizio 2024 confermano la solidità della società. Mediobanca Research ha reiterato la raccomandazione “outperform” in seguito alla pubblicazione dei conti, evidenziando in particolare la crescita del dividendo per azione a 1,27 euro, rispetto a 1,2 euro del 2023. Il bilancio consolidato ha evidenziato ricavi netti pari a 2,3 miliardi di euro, in crescita del 9,2% a parità di perimetro e cambi costanti, e un utile netto adjusted di 568,9 milioni, in aumento dell’8,4%.

Il consiglio di amministrazione ha proposto un dividendo finale pari a 0,67 euro per azione, che si somma all’acconto di 0,60 euro già distribuito, in linea con la politica di remunerazione progressiva adottata dalla società. Il CEO Rob Koremans, nel corso della call con gli analisti di presentazione di risultati 2024, ha ricordato come l’azienda abbia sempre rispettato o superato le guidance negli ultimi dieci anni, garantendo ritorni stabili e valore per gli stakeholder.

Sempre relativamente al 2024, Recordati ha approvato la rendicontazione consolidata di sostenibilità, confermando l’impegno nello sviluppo di nuovi farmaci e nuove indicazioni terapeutiche, nella transizione verso fonti di energia rinnovabile e nell’estensione dei criteri ESG alla filiera produttiva e ai fornitori. Tra gli obiettivi dichiarati, anche la riduzione del 20% delle emissioni Scope 1 e Scope 2 entro il 2030.

I dazi USA? Nessun impatto previsto

Uno dei potenziali elementi di rischio nell’attuale contesto macroeconomico riguarda l’evoluzione delle politiche commerciali tra Stati Uniti ed Europa. Tuttavia, il settore farmaceutico non è finito al centro di quelli colpiti da nuovi dazi. Recordati, in particolare, realizza circa il 17% del suo fatturato proprio negli Stati Uniti, principalmente attraverso la vendita di farmaci per malattie rare, prodotti al di fuori del territorio statunitense. Trattandosi di terapie spesso salvavita e coperte da assicurazioni o sistemi sanitari, gli analisti di Equita non si attendono l’introduzione di barriere tariffarie su questo tipo di prodotti. Anche Mediobanca Research ha segnalato positivamente nell’attuale fase complessa dal punto di vista economica proprio la resilienza del settore sanitario con un impatto tariffario gestibile, citando tra gli altri proprio Recordati.

Il cambio euro/dollaro si fa sentire

Diverso il discorso dell’impatto sui conti legato al tasso di cambio. Il recente rafforzamento dell’euro nei confronti del dollaro, con il cross EUR/USD salito a 1,15 (il livello più alto degli ultimi 15 mesi), rappresenta un possibile elemento di pressione sui conti di società fortemente esposte agli Stati Uniti. Tra queste, Banca Akros ha segnalato anche Recordati.

M&A: il tema resta sul tavolo?

Un ulteriore elemento che mantiene alta l’attenzione sul titolo riguarda le dinamiche azionarie e le prospettive di M&A. Lo scorso febbraio, Rossini S.a.r.l., veicolo controllato da CVC e azionista di riferimento di Recordati, ha effettuato un collocamento accelerato del 5% del capitale sociale a un prezzo di 55,7 euro per azione, incassando 585 milioni di euro. Secondo Equita, una parte di questi fondi, 400 milioni, sarebbe destinata al deleverage di CVC, con un possibile utilizzo del residuo per la distribuzione di dividendi. L’operazione ha momentaneamente allontanato le ipotesi di una cessione totale da parte di CVC della partecipazione in Recordati, sebbene il mercato continui a monitorare il dossier.

Proprio in merito a un possibile consolidamento del settore, a inizio aprile l’amministratore delegato di Angelini Pharma, Sergio Marullo, ha dichiarato pubblicamente che l’operazione di potenziale intesa con Recordati — su cui erano girate voci di mercato alcuni mesi fa — “non è andata avanti non per colpa nostra”, sottolineando l’interesse per un deal di ampia portata.

“Avevamo trovato moltissimo interesse da parte di partner finanziari con cui avremmo potuto acquisire il controllo, poi le cose non sono andate in porto”, ha precisato. Quanto al futuro, il numero uno di Angelini ha sottolineato che “il settore farmaceutico italiano ha un problema di scala, ci sono player molto profittevoli e quindi poco incentivati a fare scala, e questo vuole dire che non riescono a intercettare investimenti per fare innovazione. Per portare una molecola sul mercato servono 2 miliardi, e 8-10 anni di tempo, se non di più”. In ogni caso, le due società avevano smentito seccamente l’esistenza di trattative già a gennaio, ma le parole del manager confermano come il tema sia ancora sul radar del mercato.


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Info autore

Fabrizio Guidoni  collabora con Morningstar come data journalist. Ha una lunga esperienza sul mercato azionario italiano e sulla finanza sostenibile.

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