Analizzando il periodo gennaio 1998-marzo 2001, la simulazione ipotizza che, all’inizio di ogni mese, il gestore di un fondo bilanciato euro –con un benchmark 60% azioni e 40% obbligazioni- possa decidere quale percentuale di patrimonio investire in modo non conforme al benchmark. La scelta è tra azioni e obbligazioni, di titoli con scadenza due anni. Perché gli extrarendimenti determinati da questo tipo di gestione attiva superino le commissioni mediamente richieste dai gestori, la frequenza di decisioni corrette deve essere molto alta. Se viene gestito in modo attivo il 15% del portafoglio, gli extrarendimenti superano le commissioni solo se le decisioni sono corrette sette volte su dieci. Le previsioni devono essere corrette sei volte su dieci se la gestione attiva riguarda il 20% del portafoglio. Utilizzando un benchmark totalmente azionario e facendo una gestione attiva si rotazione di settori tra il comparto tmt –telecomunicazioni, media e tecnologia- e quello difensivo sul periodo 1998-2001 per avere extrarendimenti superiori alle commissioni la decisione deve essere corretta quattro volte su dieci. La volatilità dei titoli, però, è così alta che in alcuni casi il gestore non crea valore per il risparmiatore anche prendendo decisioni corrette due volte su tre.
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