Si tratta di prodotti che selezionano a loro volta i prodotti migliori. Si differenziano da fondi dei fondi, perchè questi ultimi selezionano i vari fondi
senza responsabilizzare in prima persona il gestore. Il caso piu’ eclatante dei fondi select riguarda il Masters’ Select della Litman Gregory Fund Advisors – il fondatore Ken Gregory pubblica da anni una newsletter sull’analisi e selezione dei migliori gestori. I tre fondi hanno realizzato a tre anni rispettivamente il 10,7% quello che investe sul mercato azionario Usa- contro il 6,5% dello S&P500-, il 12,9% l’International -contro il 7,2% della media dei fondi azionari internazionali- e il 18% il fondo Value, basato su una gestione di tipo quantitativa-fondamentale. L’esempio del Selecti di Gregory è stato ovviamente seguito da altre società americane come la Vanguard.
Quale futuro per i fondi select in Italia? Beh, la materia prima, ovvero i gestori bravi e competenti non mancano di certo. Piuttosto l’ Italia, almeno per ora, non è famosa per annoverare un nutrito numero di advisors che possano selezionare con cura i guru della finanza. Il quesito è piuttosto un altro: converrà ai risparmiatori sopportare costi di gestione alti con la speranza che i famigerati superfondi possano realizzare performance strepitose? Per il momento, le fee previste da Banca Idea non sembrano delle più basse: per la scelta load le commissioni in uscita dal prodotto andranno dal 4% a scalare fino a zero; per il no load si andrà dal 3% all’1%, sempre in uscita. Le commissioni di gestione ammonteranno, a seconda dei comparto, dal 2,5% all’1% e quelle di performance saranno pari al 10% della performance, se positiva, o a zero, in caso di perfomance negativa. A settembre, quando Idea multimanager sicav sarà in vendita presso il pubblico retail, le cifre di raccolta diranno se gli italiani si metteranno sulla scia degli Usa, seguendo i prodotti all’ultima moda.
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