Il convegno di chiusura ha affrontato l'universo delle gestioni patrimoniali a partire dal servizio di consulenza al cliente - vero valore aggiunto di una gestione - proseguendo per la costruzione del portafoglio in base al profilo individuato.
Particolare attenzione ha suscitato l'analisi sulla gestione del cosiddetto "rischio relativo" attraverso l'uso del value-at-risk, meglio conosciuto come VAR. Definito come la mas
sima perdita che un titolo o portafoglio può subire a seguito di determinati eventi su un orizzonte temporale di breve periodo, esso ha tuttavia il limite di non misurare il rischio di liquidità. Secondo Ferdinando Ametrano, capo della ricerca in Risk Map, il Var è uno strumento utile per stimare perdite potenziali, anche rispetto a uno o più benchmark (relative Var), ma ha alcuni punti di debolezza quali la non utilizzabilità su orizzonti temporali medio-lunghi e il difficile e costoso processo di implementazione.
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