Yockey e Lovelace condividono la filosofia che li guida nell’investimento sui mercati esteri, ma sono distanti nelle scelte d
elle politiche d’investimento sui singoli paesi, sui settori e sulla salute dei mercati in generale. Yockey, il cui fondo, Artisan international, mostra performance interessanti tra quelli che, nella sua categoria, scelgono titoli con buone prospettive di crescita, preferisce il settore finanziario e dei beni durevoli, cosa che lo induce a gestire il suo fondo guardando prevalentemente a titoli a grande capitalizzazione e scegliendo talvolta titoli value e tal’altra titoli growth. Il suo focus sulle banche e gli altri titoli finanziari gli ha consentito di conseguire rendimenti interessanti nel 2000, ma, naturalmente, ha performato meno quest’anno. Per Lovelace, invece, il cui fondo vanta il patrimonio maggiore all’interno della sua categoria, il focus è sui titoli growth, quindi in settori come telecomunicazione e tecnologia: come naturale conseguenza, il fondo ha registrato rendimenti alti nel 1999 ma non negli anni successivi. Lovelace si è pentito di aver tenuto per troppo tempo e con troppo peso in portafoglio i titoli wireless e telecom, sofferenti anche per le gare e gli investimenti sull’Umts. Secondo il gestore si tratta comunque di titoli troppo importanti sul mercato per non tenerne conto, come il caso di Vodafone, che vanta un buon cash flow e un forte management.
Differenti le visioni dei due money manager anche sul futuro dei mercati emergenti: Yockey preferisce le blue chips, come il gigante delle tlc messicano Telefonos de Mexico, più esposte alle oscillazioni delle borse statunitensi; per Lovelace, che ha recentemente cambiato la sua politica di investimento sui mercati emergenti, chi ha investito nell’area negli anni 90 nel tentativo di beneficiare degli alti tassi di crescita si è scontrato con un crescendo della volatilità e con una riduzione dei corsi azionari. Per il money manager il modo per godere degli alti tassi di crescita dell’area è investire in titoli di società esposte sui mercati emergenti, piuttosto che direttamente in società quotate ai listini locali: preferisce quindi una società statunitense manifatturiera attiva nell’abbigliamento piuttosto che una collega domiciliata in Messico.
I fondi di cui si parla nel testo sono domiciliati negli Usa e non sono autorizzati alla vendita in Italia.
Quest’articolo è stato pubblicato su www.morningstar.com il 27 giugno 2001. Alla conferenza sugli investimenti, giunta alla sua quattordicesima edizione, hanno partecipato 1.200 tra gestori patrimoniali, analisti e consulenti del mercato del risparmio gestito.
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