lossi della gestione attiva e dello stock picking condotti a suon di elaborate e costose analisi, quali Fidelity Investments e Merril Lynch, hanno diversificato l’offerta e ad oggi offrono rispettivamente sei e otto fondi indice azionari.
Come funzionano
Dall'analisi dello Style Box Morningstar il 72% dei fondi passivi americani risulta essere composto da titoli a larga capitalizzazione e di questi l'85% investe su titoli blend, cioè su titoli con media potenzialità di crescita. Un meno cospicuo 8,5% è invece rappresentato dai fondi che in portafoglio hanno small cap. Il motivo è presto detto: ricalcando i maggiori mercati nazionali, di fatto, i fondi indicizzati si pongono come replicanti del mercato così come riassunto dagli indici maggiori. Lo S&P 500, composto da 379 titoli industriali, 14 del settore dei trasporti, 46 titoli utilities e 61 titoli finanziari, è l'indice più seguito. Pochissimi fondi seguono l’indice Wil4500 -che raccoglie i 5.000 titoli più attivi sul mercato statunitense meno i 500 compresi nello S&P 500- e il Russel 2000, replicato dalla maggior parte dei fondi passivi che scelgono di puntare sul mercato delle small cap.
I costi
Uno dei fattori determinanti dei fondi indicizzati, che in America ne ha decretato il successo, è il loro basso livello di costi. Mentre il total expense ratio, ossia un indicatore dell’incidenza dei costi sul patrimonio che tiene conto di commissioni di gestione e costi amministrativi, è mediamente pari al 2,5% per un fondo azionario gestito, scende allo 0,25% per un fondo a gestione passiva. Ma la battaglia sui costi tra fondi gestiti e fondi indice è persa in partenza, ossia in fase di sottoscrizione, essendo i fondi passivi esclusivamente no load, contro la maggioranza dei fondi gestiti che richiedono una commissione o di entrata o di riscatto. Il motivo? I fondi indice hanno bisogno di una gestione più standardizzata e meno legata a processi di ricerca, analisi e selezione dei titoli. Il loro team di gestione è ridotto all'indispensabile: basti pensare che degli oltre 30 fondi passivi offerti da Vanguard, 21 sono gestiti da George Sauter che vanta una permanenza all'interno della società di ben 14 anni.
I rendimenti
Il ’99 è stato l’anno d’oro dei mercati azionari e i fondi passivi Usa, essendo fully invested, hanno beneficiato interamente dell’andamento positivo, guadagnando fino al 45% come il Galaxy II Small Co Index Ret, mentre la categoria dei fondi azionari gestiti small cap ha reso in media il +14,2%. Nel corso dell'ultimo anno, però, la situazione è profondamente cambiata e le Borse hanno ribaltato i risultati raggiunti nel ’99. Ciononostante, per i fondi indice, i rendimenti a due cifre non sono solo un ricordo. Negli ultimi 12 mesi ancora i fondi che hanno puntato sulle small cap e che gestiscono un patrimonio modesto, hanno ampiamente soddisfatto il loro sottoscrittori. È il caso, ad esempio, dei fondi Schwab Instl Select Sm Val, Vanguard Sm Cp Val Index e Vanguard Tax-Mgd Sm Cap, che in tre non raggiungono gli 800 milioni di dollari, ma hanno guadagnato in media il 30% solo negli ultimi 12 mesi. Niente male per fondi non gestiti e con mercati in calo.
I big hanno invece pagato lo scotto della caduta del mercato domestico, così come del rallentamento dell'economia e della produzione. Nell'ultimo anno i primi dieci fondi per patrimonio hanno infatti perso mediamente il 17%, trascinati dalla caduta in picchiata dello S&P 500, che ha perso il 20%. La situazione rimane difficile, ma un fondo passivo svetta incontrastato al top della classifica delle performance e sembra non avere rivali. Si tratta del Potomac Internet/Short, che cavalca il ribasso del settore Internet e che negli ultimi 12 mesi ha guadagnato il 90,4%.
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