Ce ne siamo accorti chiaramente all’inizio dell’anno, quando durante le nostre consuete visite alle società ci siamo resi conto che l’economia statunitense avrebbe continuato a rallentare nonostante le misure intraprese dalla Federal Reserve.
Il 50% del portafoglio è investito in cash
Abbiamo spostato una grande percentuale del portafoglio in liquidità, in attesa di investirla in titoli interessanti che al momento non riuscivamo ad identificare sul
mercato. All’inizio di settembre abbiamo portato la liquidità al 50%.
Non è stata una decisione dettata da motivi macroeconomici o di market timing, ma dalla strategia bottom up che non aveva dato alcun risultato, perché non riuscivamo a trovare società che corrispondessero ai nostri profili. O erano troppo care o i fondamentali non erano abbastanza buoni.
Questo rende il fondo più voltile di altri, penalizzandolo in mercati in discesa, ma rendendolo molto remunerativo, come è storicamente provato, in mercati al rialzo.
L'influenza dell'11 settembre
Dopo l’11 settembre, siamo rientrati sui mercati acquistando società che già ritenevamo interessanti e i cui prezzi sono crollati. Pertanto abbiamo ridotto la liquidità al 20% del portafoglio.
E questa è una caratteristica determinante del fondo. Il suo patrimonio contenuto, qui a Dublino a 842 milioni di $, se paragonato all’equivalente fondo americano -che è arrivato oggi a gestire 14.363 mln di $, lo rende molto flessibile e quindi siamo riusciti ad investire il 30% del portafoglio in brevissimo tempo.
Sono sicuro che nei prossimi sei mesi, riguardando a questo periodo, saremo molto orgogliosi degli investimenti che abbiamo fatto.
Le attuali posizioni
Ci siamo focalizzati su titoli appartenenti al settore dei media, dei servizi finanziari, della farmacia e di società impegnate nella produzione di beni di consumo. Ma guardiamo con interesse alle società che hanno la forza finanziaria necessaria per superare questo periodo critico.
Ad oggi, abbiamo in portafoglio Aol Time Warner, General Electric, AIG, Microsoft, Exxon Mobil, Viacom, Glodman Sachs, Pfizer, Electronic Arts, eBay. Puntiamo anche su Nokia, che riteniamo molto redditizio.
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