Mercati a due facce

Dominic Rossi, gestore di Threadneedle investments, punta sull’America latina. In particolare sul Messico. Il suo ottimismo è guidato dalla sempre più ridotta correlazione tra le Borse dell’area.

Juli Iacuaniello, 23/10/2001 | 10:01
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Per Dominic Rossi, gestore di Threadneedle Latin America growth fund, la correlazione tra le Borse dell’America Latina sta diminuendo, al punto che è diventato più facile diversificare nell’area. I due maggiori paesi, Messico e Brasile, hanno oggi una correlazione quasi negativa, mentre solo tre anni fa superava l’80%.

Molto di questo dipende dal fatto che i rapporti tra Messico e Stati Uniti sono cresciuti al punto che gli operatori considerano il Messico una parte dell’economia dell’America Nord e non piuttosto dell’America Latina. Se si guarda alle performance dei due mercati dall’inizio dell’anno rispetto al Msci World index, il Brasile ha perso il 50% e il Messico solo il 4%, mentre l’indice è negativo del 25%. Quanto alla rischiosità, l’America latina oggi comporta un livell

o di rischio inferiore rispetto ai livelli del 1990, mentre tutte le altre Borse del mondo hanno registrato una tendenza al contrario.

Quanto alla crisi internazionale, per il Messico ha comportato la riduzione dell’export verso gli Stati Uniti (oltre l’80% delle esportazioni del Paese sono destinate agli Usa). Le stime di crescita del Paese sono così state ridotte dal 4% fino a quasi zero. La moneta però resta forte, l’inflazione è in calo, i tassi di interesse sono scesi e anche il costo del capitale è diminuito.

L’impatto della crisi per l’economia brasiliana è invece più pesante sul lungo periodo, per gli effetti sui tassi di interesse, e quindi sul costo del capitale, in aumento.

L'articolo è tratto da un'intervista pubblicata su Morningstar.uk, dal titolo "Financial breakdown benefits Latin investors".

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