FdF e gpf, la convivenza sarà efficiente

L’avvento dei fondi di fondi è un’opportunità per il sistema del risparmio gestito, perché condurrà a una più corretta definizione dei compiti richiesti dalle gestioni patrimoniali. È il parere di Cristiano Busnardo, a.d. di Sgam Italia.

Maria Grazia Briganti 15/11/2001 | 15:26
Facebook Twitter LinkedIn
Un'esperienza consolidata nella gestione di fondi di fondi, secondo player a livello mondiale per patrimonio gestito in prodotti multimanager, in tutto 265 miliardi di euro tra gestito e amministrato. Société Generale, sbarcata in questi mesi in Italia con una sgr italiana, intende sviluppare anche nel mercato italiano l’esperienza maturata dalla casa madre. Per l'Italia parla Cristiano Busnardo, amministratore delegato di Sgam Italia.

La vostra attività sul mercato italiano parte con un fondo di fondi: perché?

Abbiamo cercato di conciliare le nostre competenze con le necessità del mercato italiano.

L’evoluzione legislativa che ha dato il via ai prodotti non armonizzati è stata un’importante chance che abbiamo colto per esportare in Italia quello che rappresenta il nostro punto di forza, dove abbiamo maturato l’esperienza più importante: la gestione di un prodotto profilato ad alto valore aggiunto.

In cosa consiste tale valore?

Un prodotto profilato, che cioè contiene al suo interno cash, equity e bond, dà valore aggiunto nelle scelte di asset allocation, più che nelle decisioni di fund picking. Nel senso che, soprattutto nel lungo termine, è più rilevante essere ben posizionati, capire su quali mercati e su quali asset class essere pesati che andare alla ricerca del fondo migliore.

Ventaglio, il prodotto con cui partite, è stato costruito ad hoc per la clientela italiana. In cosa si differenzia da un analogo prodotto già venduto ad esempio in Francia?

Non molto, ma l’investitore italiano presenta delle sue peculiarità: è un investitore più conservativo rispetto a quello francese che va alla ricerca di un brand rilevante che gli dia sicurezza e lo rassicuri sulle performance future. Abbiamo pertanto cercato di costruire profili più in linea con tali caratteristiche e quindi più improntati alla prudenza, che non siano ad esempio esposti a rischio valutario per quanto riguarda la componente obbligazionaria.

In cosa si differenzia dagli analoghi già presenti in Italia?

Gli altri prodotti esistenti in Italia sono più specializzati, necessitano di una certa advisory e per questo risultano anche più costosi. Noi siamo esperti nella creazione di prodotti che, come nel caso di Ventaglio, rispondono bene ad esigenze di asset allocation, più semplici e lineari, che possono essere ad esempio facilmente collocati tramite un supermercato online.

Come vede il futuro dei prodotti a gestione multimanager soprattutto se paragonato a quello delle gpf?

Ritengo che siano due prodotti speculari, ma ben distinti in quanto a soddisfacimento della clientela. Oggi, attraverso un fondo di fondi, con 1.500 euro è possibile investire sui migliori fondi a livello internazionale, in quanto strumento di massa che rende accessibili a tutti le potenzialità di un investimento ben diversificato. Ed è qui che un fondo di fondi rappresenta una buona opportunità anche per le società di gestione che possono così riposizionare le proprie capacità su altri prodotti, come ad esempio le gestioni patrimoniali. In questi termini, l’efficienza del sistema migliora.

I due prodotti quindi coesisteranno?

Le gpf continueranno ad esistere ed è giusto che sia così, perché soddisfano le esigenze di una diversa fascia di clientela, purchè non disattendano la loro mission e non deludano le attese degli investitori, diventando un prodotto di massa.

Cosa pensa delle accuse di scarsa trasparenza di cui anche i fondi di fondi sono oggetto?

Tutti i fondi di fondi, in quanto investitori istituzionali, devono rispondere in base al principio della best execution, che cioè obbliga i fondi a scegliere la classe di investimento più bassa, compatibilmente con i vincoli di soglie minime di ingresso. Tuttavia può avvenire che in alcuni casi non sempre è possibile dare ordini di acquisti per diverse migliaia di euro ogni volta, in tal caso bisogna pagare le commissione più elevate.

Casi sospetti si verificano piuttosto quando in portafoglio si trovano nomi poco conosciuti, che possono ingenerare il dubbio che la scelta sia stata dettata da alte commissioni di retrocessione piuttosto che da scelte di asset allocation. Ma si tratta di un comportamento che non può durare perché potrebbe dare risultati di conto economico più che in termini di performance.

Come selezionate i gestori?

Abbiamo la possibilità di definire l’asset allocation sulla base di una struttura di analisi economica basata direttamente sul territorio. Oltre 20 economisti sono infatti dislocati sui principali mercati valutari del mondo consentendoci di accedere alle informazioni direttamente e di conoscere la gestione piuttosto che rivolgerci ad analisi preconfezionate da altre società.

Come fa Russel?

Non in maniera così esasperata, nel senso che integriamo l’approccio top down con quello bottom up. Cioè partiamo dalle grandi case di gestione per poi procedere alla selezione dei singoli fondi in base ai mercati e alle asset class da coprire. Russel procede in un’analisi molto più qualitativa, andando a selezionare i fondi ancora prima della case di gestione. È un fund picker nel senso proprio del termine.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Maria Grazia Briganti  è stata editor & analyst di Morningstar Italy

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures