Meglio le small sul breve

Ma anche sul lungo periodo. E’ il risultato di un’analisi sulle performance delle principali categorie azionarie su diverse aree geografiche.

Juli Iacuaniello, 18/01/2002 | 14:37
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Tutti gli investitori conoscono lo S&P 500, ma chi sa cos’è il Russell 2000? Se lo S&P 500 è l’indice che comprende i 500 maggiori titoli negli Usa, il Russell 2000 è l’indice statunitense che include circa 2.000 titoli più piccoli. Le società che entrano nel Russell 2000 hanno, in media, una capitalizzazione di mercato di 530 milioni di dollari, al massimo di 1,4 miliardi. La scarsa conoscenza del Russell 2000 dipende sicuramente dal fatto che i risparmiatori tendono generalmente a investire sui titoli più conosciuti, cioè quelli a grande capitalizzazione.

Per quelli che invece hanno voglia di investire sui fondi che scelgono le società small cap, l’offerta è però piuttosto scarna: sono 843 i fondi disponibili in Italia che investono sulle azioni a grande capitalizzazione e solo 164 offrono un investimento sulle società piccole.

Meglio le small

Chi ha investito sulle small cap ha potuto ottenere rendimenti superiori rispetto a chi ha scelto large nel breve, ma anche nel lungo periodo. A un anno i fondi che investono sui titoli small sono stati una delle migliori categorie negli Usa, ma anche in Italia. Durante gli ultimi tre mesi, i fondi small disponibili in Italia hanno guadagnato in media il 5,94%, mentre per i large il guadagno medio è stato del 3,81%. Non è un trend solo di breve periodo: i rendimenti sull’orizzonte temporale di tre anni sono ancora più distanti: gli small hanno segnato +49,29%, mentre il rendimento medio è stato del 9,45% per i fondi specializzati sulle grande azioni.

Considerando tutti i periodi e le categorie azionarie scelte – Area euro, Area Europa, Nord America, Internazionale e Giappone – i fondi small hanno superato con poche eccezioni i colleghi large in tutte le aree geografiche.

Piccoli e grandi, performance a confronto
Media

3 Mesi

1 anno

3 anni

No. fondi

Small

5,94

-13,71

49,29

164

Large

3,81

-18,14

9,45

843

Media Az area euro small

7,6

-21,2

-3,3

22

Media Az area euro large

4,1

-22,6

7

284

Media Az Europa small

8,2

-32,6

42,2

24

Media Az Europa large

10

-16,9

6,2

176

Media Az Nord America small

11

-3,9

62,6

56

MediaAz Nord America

5,7

-11,8

12,5

181

Media Az Intl small

8,6

-11,6

68,7

34

Media Az Intl

4,2

-15,2

13,5

270

Media Az Giappone small

-10,6

-13,8

46,5

28

Media Az Giappone

-10,5

-26

6,1

113

Dati di 17 gennaio 2002
Le medie sono calcolate sul complesso dei fondi italiani ed esteri venduti in Italia
In verde sono indicate le performance migliori
In rosso sono indicate le performance peggiori


La differenza più pronunciata tra i due stili è stata registrate sull’area Nord America. I 56 fondi sia italiani sia esteri venduti in Italia che investono sulle società statunitensi di piccola dimensione, una delle migliori categorie azionarie del 2001, hanno guadagnato negli ultimi tre mesi quasi il doppio dei fondi che seguono uno stile focalizzato sulle grandi società (+11% contro 5,7%).

I rischi e le ricompense dei fondi small

Molti risparmiatori esitano a investire su questo tipo di fondi perché sono di solito più rischiosi. I prezzi dei titoli possono fluttuare anche del 15% in un giorno e il rischio di fallimento della società è più elevato rispetto a quello di una società più consolidata. Il premio per il rischio è naturalmente più grande.

Di sicuro tra i fattori di successo dei fondi small c’è l’abilità del gestore nel fare un buon stock picking. Meglio allora una gestione attiva se si sceglie small. Allora sì, importa poco sapere cos’è il Russell 2000.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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