Lontano dai titoli growth
Prosegue invece la cautela dei gestori sui titoli Tmt (tecnologia, m
edia e telecom) e dei growth più in generale. Solo il 40% dei money manager è convinto che uno stile d’investimento growth consentirà di ottenere performance migliori nei prossimi 12 mesi, percentuale in calo dal 50% del mese scorso. A livello settoriale le preferenze per il Tmt sono scese dal 58% di gennaio al 40%, mentre aumenta la percentuale dei gestori che confida nelle buone performance che proverranno dal settore finanziario e dalle risorse naturali.
I gestori restano comunque positivi sul futuro a un anno delle Borse: il 61% crede in un rialzo compreso tra il 5 e il 10%, mentre per il 33% la crescita si spingerà fino al 10-15%. Un sentiment bullish solo apparente, però, visto che i money manager non si aspettano che la Federal Reserve tagli i tassi prima dell’estate.
Hanno partecipato questo mese 50 società di gestione europee, le più grandi per asset in gestione, che gestiscono in media 43 miliardi di euro e hanno in batteria 78 fondi.
L’indagine, svolta dalle sedi locali di Morningstar in Italia (10 società), Danimarca (7), Francia (8), Germania (5), Gran Bretagna (6), Norvegia (3), Olanda (5), Spagna (3), Svezia (3), illustra i trend dell’industria del risparmio gestito nel Vecchio Continente e le attese dei money manager sull’andamento dei mercati nei successivi 12 mesi. Per l’Italia hanno partecipato le seguenti società, rappresentative dei primi dieci gruppi italiani: Bnl gestioni, Bpm gestioni, Eptafund, Fideuram, Fineco Investimenti, Monte dei Paschi am, Nextra, Pioneer, Romagest, Sanpaolo sgr.
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