Da inizio anno, l’Msci Japan guadagna l’1% (al 23 agosto), mentre le Borse mondiali hanno perso il 15%. Questo perché la Piazza finanziaria giapponese, rispetto alle Borse europee, è più influenzata dai fattori locali che dall’andamento degli Usa.
Durante la primavera lo yen ha recuperato fortemente rispetto al dollaro: da inizio anno fino a metà maggio si è aggirato attorno a quota 127-135; da fine giugno è rimasto sotto i 121. Un dollaro debole re
nde meno competitive le esportazioni giapponesi e più cari i titoli delle società del Sol Levante rispetto ai competitor americani. Ma questa non è una novità.
Il Sentiment
Sono state le notizie domestiche, provenienti soprattutto dal settore finanziario, a far tremare gli investitori ad agosto. Per esempio, il Financial Services agency ha pubblicato i dati sui prestiti “non-performing”, in aumento del 22%, per un totale di 52,4 mila miliardi di yen. La causa della forte crescita sono le nuove classificazioni, applicate al momento solo dalle società più grandi, il che potrebbe implocare ulteriori aumenti per il futuro quando alle nuove regole aderiranno anche le società più piccole.
Il quadro politico è in Giappone la variabile più importante; il premiere, Jonichiro Koizumi, continua a deludere, mancando l’appuntamento con le riforme finanziarie. Koizumi, dopo più di un anno, non ha mantenuto le promesse della campagna elettorale. Inoltre, il rischio di un attacco americano sull’Irak potrebbe interrompere l’offerta di petrolio al Giappone.
Le attese
Occorre una notizia rilevante per risollevare il mercato giapponese, ma lo stallo politico e la debolezza del sistema finanziario sembrano ormai senza soluzione. La probabilità che Koizumi riuscirà a portare a termine le sue riforme è minima.
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