Il sentiment
Tenuto conto della quantità di notizie cattive provenienti dal Giappone, la tenuta relativa dell’indice potrebbe apparire poco logica, ma una spiegazione c’è. Il sentiment era estremamente negativo all’inizio dell’anno e gli investitori temevano un crollo finanziario per la fine dell’anno fiscale, al 31 marzo. Quando il disastro
potenziale è stato evitato, molti investitori hanno cominciato a pensare che il rischio di downside fosse contenuto.
Tuttavia, le notizie negative di settembre dovrebbero far temere un’altra volta gli investitori, soprattutto l’annuncio a sorpresa della Bank of Japan (Boj) settimana scorsa che la Banca comincerà a comprare le azioni delle istituti di credito in difficoltà, una manovra che gli esperti considerano inefficace (Morgan Stanley) e bizzarra (Smithers & Co). Inoltre, il 20 settembre il mercato ha assistito al primo flop mai dell’asta dei titoli di stato a dieci anni.
Nel frattempo, le statistiche che parlano di una ripresa dell’economia lenta non sono incoraggianti per la Borsa, vista la continua latitanza sui temi della riforme economiche. Il premier Koizumi, dopo più di un anno, non ha mantenuto le promesse elettorali e il rischio di un attacco degli Usa in Iraq potrebbe ulteriormente mettere in ginocchio Giappone, fortemente dipendente dalle importazioni di petrolio.
Le attese
Per risollevare il mercato giapponese è necessaria una notizia positiva di grand eimpatto, ma lo stallo politico e la debolezza del sistema finanziario sembrano ormai un problema senza soluzione. La probabilità che Koizumi riuscirà a portare a termine le sue riforme è minima.
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