E’ abbastanza deprimente lavorare su un mercato che ha è sceso giù così tanto. L’unica, che è quello che noi facciamo, è cercare società che hanno le potenzialità per essere le vincenti, società che possano generare utili anche se la situazione macroeconomica è stagnante da 12 anni. E ci sono: Murata, Hirose e Rohm sono solo alcuni esempi di storie cresciute a una velocità maggiore di quella del Prodotto interno lordo. Queste sono le società che scegliamo per i nostri fondi.
smallbold"> Quindi siete focalizzati su buone società con buoni utili?
Sì, esattamente. Non abbiamo in portafoglio titoli di banche o società immobiliari e nel settore delle costruzioni abbiamo solo un’esposizione su un titolo specializzato. Preferiamo realtà internazionali che giocano la loro competitività a livello mondiale e che possono essere davvero vincenti, come Toyota, Sony e Honda.
Qual è il suo punto di vista sul settore tecnologico?
Le società che si occupano di prodotti elettronici come Fujitsu e Hitachi hanno ancora problemi, nonostante l’opera di ristrutturazione e di taglio dei costi. E sono realmente competitive a livello internazionale, al punto che credo che potranno diventare vincenti ovunque. Anche se i taiwanesi e i coreani stanno recuperando il gap, nel lungo termine Hirose, Murata e Rohm si riveleranno migliori.
Dev’essere difficile anche per le società giapponesi più forti lavorare in una situazione di deflazione.
Nel breve termine ci sono pressioni sui prezzi e l’ambiente non aiuta certo il mercato. Ma guardando ai prezzi dei titoli, ci si accorge che molti sono valutati in modo corretto o sono sottovalutati. Quindi nel breve termine c’è il rischio che le società vedano ridursi gli utili previsti e noi pensiamo a una crescita moderata o a una stabilizzazione dell’economia. Se non ci sarà un forte calo nell’economia mondiale, questi titoli potrebbero raggiungere valutazioni molto convenienti.
Che possibilità ci sono che il Primo ministro Koizumi riesca ad attuare le riforme?
Koizumi non ha fatto molto; ha parlato molto di riforme e ristrutturazioni ma non ha realizzato niente di significativo. Il Giappone ha molti problemi strutturali e le banche sono solo uno dei tanti.
E riguardo ai problemi dei debiti delle società?
Sono diminuiti rispetto a cinque anni fa e le società hanno pagato parte dei loro debiti. Se si guarda ai flussi di cassa, ad esclusione delle società del settore finanziario, essi sono positivi: questi soldi sono stati usati per pagare i debiti e ora alcune hanno anche cominciato a ricomprare azioni proprie.
Come pensa si possano risolvere i problemi dell’economia giapponese come l’inflazione o la necessità di riforme strutturali?
Penso che risolvere il problema dei crediti in sofferenza delle banche possa essere un primo passo. Se si guardano gli altri problemi, come il sovradimensionamento o i debiti del Governo, si vede che sono tutti collegati. Ad esempio, il fallimento delle banche nel negoziare i crediti in sofferenza sta salvando molte società dalla bancarotta. E’ per questo che c’è sovradimensionamento nel settore delle costruzioni, del commercio al dettaglio e nell’immobiliare.
Risolvere il problema potrebbe significare permettere il fallimento di alcune banche?
Si, è possibile.
Sacrifici nel breve periodo potrebbero preludere alla ripresa nel medio e lungo termine?
Si, i mercati sono scesi vertiginosamente perché hanno creduto allo scenario peggiore. Alcune delle banche più importanti potrebbero finire in bancarotta e società già deboli potrebbero diventare completamente vulnerabili. Ma un pacchetto antideflazionistico da parte del Governo potrebbe ammorbidire l’impatto dei provvedimenti attuati per risolvere il problema dei crediti in sofferenza.
Vede con favore un incremento dell’inflazione?
La pressione inflazionistica è migliore di quella deflazionistica. Se moderata potrebbe essere positiva per i profitti delle società. Ma nessuno ha avuto successo in una situazione di inflazione e non so se possiamo avere come obiettivo un aumento dell’inflazione e quindi favorirla.
Cosa sta succedendo nelle relazioni tra Giappone ed Asia? Quanto beneficiano le società giapponesi per gli investimenti nella regione?
Stanno sicuramente cercando di beneficiarne. Per molte delle società giapponesi il prossimo obiettivo per gli investimenti è la Cina. Il valore aggiunto dei prodotti viene dal Giappone ma i prodotti che non richiedono alta tecnologia vengono prodotti nei paesi asiatici.