Dal 1999, anno in cui Pioneer Alternative Investments ha lanciato a Dublino il primo hedge fund, il mercato è cambiato molto. Prima, gli investitori erano una strettissima cerchia di persone molto facoltose, sostanzialmente quella dei family office, ora si è allargata alla clientela del private banking. Nonostante l’abbassamento in Italia della soglia d’ingresso, i fondi speculativi non sono diventati un prodotto per il retail. Questo in un certo senso è positivo, pe
rché sono strumenti particolari non assimilabili con i tradizionali fondi comuni.
Si tratta probabilmente dell’aspetto più negativo della riforma. Questo divieto impedisce, ad esempio, di inserire quote nelle gestioni patrimoniali, dove la tutela dell’investitore è garantita dalla presenza di un professionista che fa la gestione e l’asset allocation. Inoltre, si crea disparità tra gli hedge fund esteri e quelli italiani.
La normativa apre la strada a nuovi prodotti che combinino fondi speculativi e a capitale garantito. Giudica positivamente questa opportunità?
Esistono già strumenti, quali gestioni patrimoniali ed obbligazioni strutturate, che ben si adattano alla formula del capitale garantito. Ed è verso questi che è rivolto il nostro interesse.
Finora, Pioneer Alternative Investments sgr ha concentrato l’offerta sui fondi di fondi hedge. Con la riforma normativa pensate di lanciare anche hedge fund puri?
Riteniamo che il fondo di fondi sia il veicolo migliore per i privati, perché garantisce una maggior diversificazione. Inoltre, ci sono ancora lacune legislative per quanto riguarda gli hedge fund puri. Attualmente la nostra sgr speculativa offre tre fdf, composti da hedge fund della casa. La gamma sarà completata con una nuova famiglia, realizzata utilizzando l’esperienza di Momentum, la società acquistata da Pioneer Investments alla fine del 2002, che è leader nel segmento dei fondi di fondi hedge, con asset per oltre un miliardo di euro e un track record che inizia alla fine degli anni Ottanta.
Tra l’altro, il brand è molto conosciuto e ci permetterà di essere presenti su piazze importanti come Londra, New York e Hong Kong. Con l’acquisizione di Momentum, inoltre, ci siamo collocati tra i primi dieci operatori in Europa, con un patrimonio totale per 1,8 miliardi di euro.
Secondo lei, quali sono i trend che caratterizzeranno il mercato italiano nei prossimi mesi?
Negli ultimi due anni, la crescita dell’industria è stata tumultuosa. Probabilmente, ora assisteremo a processi di consolidamento. Inoltre, gran parte delle sgr speculative hanno scelto advisor esterni e questo ha rallentato lo sviluppo di competenze gestorie interne. Sulla formazione dei fund manager italiani, stiamo lavorando molto attraverso la fabbrica-prodotto di Dublino, perché riteniamo questo aspetto fondamentale per far decollare l’industria domestica.
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