La crescita silenziosa dell’India

Un paese in forte espansione, sostenuto dalle esportazioni, ma soprattutto dalla domanda interna. Sanjiv Duggal, gestore del fondo Indian Equity di HSBC, spiega a Morningstar quali sono le prospettive di investimento nella più grande democrazia del mondo.

Frédéric Lorenzini 23/05/2003 | 10:55
Facebook Twitter LinkedIn
Gli investitori appaiono ancora poco sensibili alle dinamiche del mercato indiano, come mai?

In realtà l’interesse degli investitori europei nei confronti dell’India è in aumento, nonostante resti ancora un mercato poco conosciuto rispetto all’area asiatica in generale, al mercato giapponese o cinese.

Eppure l’India beneficia di un mercato domestico importante, con più di un miliardo di abitanti, ha conosciuto una forte ripresa economica e dispone di una manodopera con un alto livello di educazione.

Il paese è guidato dunque tanto dalle esportazioni, nel settore tecnologico, dell’informat

ica o della farmacia, quanto della domanda interna.

Come si spiegano le performance particolarmente volatili del mercato lo scorso anno?

L'India sta attraversando una fase di grandi cambiamenti, in particolare a livello regolamentare. Nel 2002 abbiamo assistito a diverse privatizzazioni importanti, un processo che proseguirà anche nel corso dei prossimi anni.

Nel 2002 abbiamo assistito per esempio alla privatizzazione di IBP nel settore petrolifero o di IPCM nel petrolchimico. A livello regolamentare, il paese è anche in piena evoluzione nel comparto bancario, in quello elettrico o ancora nelle telecomunicazioni.

Quale sarà allora il motore della ripresa nel 2003?

Il processo di privatizzazione è ancora lontano dall’essere terminato e si risolverà su più anni. Inoltre bisogna aggiungere che manca ancora molto per completare le riforme. Nel lungo termine, soprattutto, bisogna fare i conti con la straordinaria crescita che l’India ha sta sperimentando. Tra il 1998 e il 2002 la crescita indiana ha oscillato tra il 4 e il 7%. Quest’anno sarà superiore al 4%, e il 5% è stimato per il prossimo anno.

Bisogna inoltre tenere presente che l’India è un paese in via di sviluppo: l’agricoltura non pesa che il 23% del Prodotto interno lordo nazionale, mentre i servizi il 55% e hanno conosciuto una crescita superiore al 7% annuo. Le esportazioni di software indiani sono passate dai 4 miliardi di dollari del 2000 ai 7,6 mld del 2002. Per il 2008 gli esperti stimano un volume di 50 mld di dollari.

La stessa tendenza è riscontrabile nel comparto farmaceutico, sia a livello di investimenti, di lancio di nuovi prodotti sul mercato, che delle esportazioni. L’India ha davanti a sé un lungo periodo di sviluppo legato a due fattori: alle esportazioni, grazie soprattutto a una mano d’opera dal costo relativamente basso, e con un livello di istruzione elevato. Ma è legato anche alla domanda interna: ricordiamo che la metà della popolazione ha meno di 25 anni.

Lo sviluppo indiano sarà simile a quello giapponese o a quello della Cina?

Senza dubbio un po’ dei due. Non bisogna dimenticare che l’India è la più grande democrazia del mondo e che la crescita economia del paese, come la Cina, non è trainata solo dalle esportazioni, ma sostenuta dalla domanda interna.

Buona parte dello sviluppo in India è legata a quello dei servizi. Non si tratta però di sub-contratti dal basso valore aggiunto, ma di industrie dal valore aggiunto elevato, come l’informatica o l’industria farmaceutica.

Qui dunque sta il vantaggio di un fondo che investe in India: può beneficiare della ripresa mondiale, mentre riesce ad ammortizzare un’eventuale fase rallentamento globale grazie alla crescita propria del paese. Se nel 2002 le imprese indiane sono cresciute solo del 9,4%, nel 2000 e nel 2001 il tasso di crescita è invece stato rispettivamente del 18% e del 21%. E quest’anno sarà superiore al 23%.

Quale ruolo gioca un fondo azionario indiano all’interno di un portafoglio?

È un ottimo mezzo di diversificazione non correlato con gli altri mercati occidentali perché meno dipendente dalla ripresa mondiale. E sul lungo termine è l’economia che offre le migliori prospettive di crescita.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Frédéric Lorenzini

Frédéric Lorenzini  est Directeur de la Recherche de Morningstar France.

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures