Banche europee, americane, ma anche asiatiche, soprattutto indiane. E’ un portafoglio globale quello del Ras Financial services, 4 stelle Morningstar e rendimenti a un anno del 5,3% contro una media di categoria del 3% (dati al 3 dicembre).
Da gennaio, il fondo ha guadagnato il 12,6%, grazie a una strategia basata sulla selezione dei titoli, senza limitazioni geografiche. “Negli Stati Uniti, abbiamo puntato sulle società con basse valutazioni, come Citigroup e Wells Fargo”, spiega il gestore, Roberto Cantaluppi, “mentre in Europa ci siamo focalizzati sulle storie di ristrutturazione, come Bnl e Banca Intesa. Abbiamo cavalcato anche il rally delle banche greche, che fino ad aprile è stato ignorato dal mercato, nonostante alcuni titoli si siano apprezzati dell’80-90%”.
In Asia, il fund manager è cauto sul Giappone, mentre punta con maggior determinazione sull’India, che definisce “una delle aree con maggior potenziale nei prossimi anni, perché oggi la penetrazione dei prodotti bancari è bassa e ci sono ampi margini di crescita per effetto delle politiche demografiche”. Tuttavia, il Paese è monitorato con la massima attenzione, per l’influenza che le variabili macro e politiche possono avere sull’andamento del mercato azionario. Sotto osservazione è anche l’evoluzione dell’inchiesta americana sui fondi, promossa dal Procuratore generale di New York, Eliot Spitzer.
“E’ una questione da non sottovalutare”, dice Cantaluppi. “Al momento è difficile fare previsioni sull’impatto che avrà sugli asset manager e quanto minerà la fiducia degli investitori. Per questo, negli Stati Uniti restiamo focalizzati su temi specifici”.
Il Nord America è in leggero sottopeso rispetto al benckmark (95% MSCI Financials + 5% MTS Bot ex Banca d´Italia), ma è la maggior esposizione geografica del fondo. Nell’indice di riferimento rappresenta circa il 54%, nel fondo poco più del 50%. Un altro 17% circa è investito nell’area euro e l’11% in Inghilterra, mercato sul quale il gestore non è particolarmente positivo. Per quanto riguarda l’Europa dell’est, invece, la convinzione è che il rally si sia in gran parte esaurito l’anno scorso.
Il fondo ha un profilo di rischio leggermente inferiore alla media di categoria. La deviazione standard a tre anni è del 19,3% contro il 20,2%. Sono, invece, superiori le commissioni di gestione annue, il 2% rispetto a una media dell’1,88%.
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