Le maggiori preoccupazioni riguardano le azioni di tipo H, ossia quelle cinesi quotate a Hong Kong. L’82% dei gestori le considera sopravvalutate, ma in misura limitata, mentre il 14% pensa siano molto care. Le preoccupazioni derivano dalle performance dell’anno scorso: le azioni H sono salite del 152% in dollari. Il rally si è riflesso sulla categoria di fondi azionari Asia (escluso Giappone), i quali hanno registrato un incremento del 57% (in dollari). E da inizio anno,
il rialzo è stato di un altro 8%.
La “Grande Cina”
Il fulcro dello sviluppo economico asiatico è la “Grande Cina”, che comprende Hong Kong e Taiwan, ed è riconosciuta dai gestori come un’unica area di investimento. Per il 37% degli intervistati l’integrazione dei mercati è già avvenuta, mentre il 54% considera il fenomeno agli inizi. Inoltre, Hong Kong è riconosciuta una delle Borse dove ricercare più valore nel 2004, insieme a Corea del Sud, India, Indonesia e Thailandia.
A livello settoriale, principali beneficiari dello sviluppo economico cinese sono le materie prime. Circa il 52% dei gestori si attende una crescita esponenziale dei prezzi delle commodity nel 2004, un altro 46% un incremento modesto.
Il ritorno delle large cap
Nel 2003, le società di piccola e media capitalizzazione hanno sovraperformato le blue chip, ma i gestori vedono un’inversione della tendenza. Per il 63%, le large cap saranno le migliori nei prossimi mesi, contro il 42% di dicembre, mentre scendono dal 27 al 13% coloro che continuano a puntare sulle small cap. L’anno scorso, i fondi specializzati in aziende di piccole dimensioni hanno guadagnato il 31% in euro, quelle più grandi solo il 13%. Ancora, per il 48% dei fund manager lo stile growth renderà più del value, anche se un non indifferente 42% è neutrale.
Meno pessimismo sul dollaro
Per il 64% dei gestori, l’euro sarà la miglior valuta nel 2004, contro il 69% di dicembre. Ma il dato più significativo riguarda il biglietto verde: scendono dal 90 al 69% coloro che pensano sarà la maglia nera nei prossimi mesi.
Sul mercato obbligazionario, i fund manager continuano a preferire le scadenze brevi (1-3 anni) che raccolgono il 79% dei consensi (60% in dicembre). I corporate bond sono considerati come best performer del 2004 dall’80% dei gestori, in crescita rispetto al mese scorso (77%).
Hanno partecipato al sondaggio questo mese 62 società di gestione europee, le più grandi per asset under management, che gestiscono in media 52 miliardi di euro e hanno in batteria 83 fondi. L’indagine, svolta dalle sedi locali di Morningstar in Italia, Austria, Benelux, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Spagna, Svezia e Svizzera, illustra i trend dell’industria del risparmio gestito nel Vecchio Continente e le attese sull’andamento dei mercati nei successivi 12 mesi. Per l’Italia hanno partecipato Aletti Gestielle, Banca Fideuram, Bipiemme, BNL Gestioni, Fineco AM, Nextra IM, Monte Paschi AM, Pioneer Investments e Sanpaolo AM.
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