Dopo aver ceduto le attività di asset management, l’Agenzia europea di investimenti è rinata come AEI-Standard Ethics con sede e direzione generale a Bruxelles. La nuova struttura continuerà ad emettere rating su Stati nazionali e società quotate, ispirati a criteri etici e svolgerà attività scientifica di ricerca, studio e formazione nel settore della Responsabilità sociale d’impresa. La gestione è affidata a un Bureau Exécutiv, di cui è direttore Jacopo Gavazzoli Schettini, che è anche responsabile dei Rating. La sede del Comitato etico europeo resta a Firenze.
La prima iniziativa della nuova AEI è stata l’emissione di un Rating etico sul sistema creditizio italiano e sulle banche quotate. L’industria nel suo insieme ha ottenuto un modesto E+ (il livello massimo è EEE, quello mi
nimo E-). A pesare negativamente non sono stati tanto i mancati controlli, in particolare nei casi Cirio e Parmalat, bensì la minor competitività interna rispetto ad altre esperienze europee e la scarsa qualità dei servizi. Gavazzoli Schettini pone l’accento soprattutto sui casi di marketing che tendono a dipingere il personale di sportello e i promotori finanziari in termini consulenziali, sottacendo la funzione meramente commerciale.
Nessuna banca, tra quelle valutate, ha ottenuto la tripla E, mentre lil migliore è risultato il Banco popolare di Verona e Novara (EE+), seguito dalle Popolari Unite e da Bipiemme (EE). Fanalino di coda sono risultate Banca Finnat, Popolare di Cremona, Cassa di risparmio di Firenze, Credito Emiliano e Mediolanum, tutte con E-. Inoltre, su 33 istituti analizzati, una decina hanno outlook negativo e tra questi ci sono i big italiani. Standard di riferimento per l’attribuzione del rating sono la posizione non monopolistica, l’assenza di patti di sindacato, la proprietà diffusa, un consiglio di amministrazione indipendente, limitazione dei conflitti di interesse e procedure atte a verificare che gli investimenti siano conformi agli standard internazionalmente riconosciuti in materia sociale e ambientale.
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