Il vero test sull’andamento dell’economia resta però quello del livello dei profitti e gli investitori sono rimasti in una posizione d’attesa di fronte ai report sugli utili societari del secondo trimestre resi noti a luglio. Se si aggiunge tutto ciò alla normale incertezza tipica dell’anno delle elezioni presid
enziali, alle continue minacce terroristiche e all’instabilità politica in Iraq e in altre aree del mondo, si capisce il perché di preoccupazioni difficili da superare. Come risultato di tutto ciò, l’indice Morningstar Us Market ha registrato un guadagno di appena l’1,56% sui tre mesi conclusi a giugno.
Tra i singoli titoli, blue chip come Microsoft, ExxonMobil, Johnson & Johnson e General Electric sono stati i veri artefici del rialzo dell’Us Market Index. Mentre questi titoli hanno sofferto la mancanza di lustro nei rendimenti degli ultimi tre anni, le performance recenti sono state di tutto rispetto, grazie alla decisione degli investitori di riporre fiducia su grandi nomi con profitti relativamente certi. Grazie alla ripresa delle revenues derivanti dalla pubblicità on line, Yahoo è stato un altro degli artefici del rialzo, insieme con EBay, che ha continuato a spingere la crescita degli utili grazie all’espansione sui mercati internazionali.
Sul fronte dei ribassi, invece, sono state le grandi banche e nomi come Citigroup, JP Morgan Chase, Morgan Stanley e Goldman Sachs, a soffrire dei timori legati al rialzo dei tassi di interesse e alla mancanza di performance sui mercati azionari. Con gli sviluppi negativi sul fronte legale per le società legate al tabacco, Altria ha invece trascinato al ribasso l’Us Market Index. Anche se non è tra i primi 10 titoli dell’indice, la perdita di Altria del 7% nel trimestre ha fatto sì che il titolo risultasse tra i peggiori del listino.
Questo articolo è apparso su http://indexes.morningstar.com
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