Gestori, turnover troppo elevato

Frequenti cambi di manager e incentivi basati sui risultati di breve, due fenomeni in contrasto con le esigenze degli investitori, ma largamente diffusi nell’industria del risparmio. Come emerge dall’ultimo sondaggio Morningstar tra i big del Vecchio continente.

Sara Silano 30/09/2004 | 17:08
Facebook Twitter LinkedIn
Solo il 15% delle case di investimento europee ha fondi gestiti per almeno sei anni dallo stesso fund manager, mentre il 39% dichiara una continuità in media tra i due e i quattro anni. E’ quanto emerge dall’ultimo European Fund Trends, il sondaggio mensile condotto da Morningstar tra 50 delle principali società che operano nel Vecchio continente.

Circa il 70% degli intervistati ha dichiarato che negli ultimi dodici mesi ci sono stati cambi di gestori all’interno della società, poco più di un quarto non ne ha registrato alcuno, mentre il 4% ha avuto un turnover superiore al 25%. Il trend è confermato da un rapporto della UK Fund Review&Directory, in base al quale meno del 25% dei fund manager inglesi gestisce lo stesso fondo per più di 5 anni.

pt language="JavaScript" type="text/javascript">WebAdsWriteTag('300', '250','middle', 'key1', 'key2');

Contrariamente al credere comune, il motivo principale del turnover non è il fatto che i gestori lascino i fondi comuni per andare negli hedge fund. Solo il 10% delle case di investimento ha indicato questa come la principale causa. Oltre la metà ha addotto una serie di altre ragioni, tra cui l’uscita dall’industria del risparmio per effetto di fusioni e acquisizioni societarie e gli incentivi offerti dai concorrenti. Un altro 23% dichiara che la motivazione più frequente è la preferenza accordata dai gestori alle boutique rispetto ai grandi gruppi.

Rimedi all’uscita dei talenti

Preoccupa il fatto che il 37% delle società di gestione basi gli incentivi sulle performance di breve periodo (nell’indagine intese come performance a un anno). Non solo, il 41% usa l’aumento salariale come strumento per tenere i talenti e non utilizza piuttosto metodi basati su un maggior allineamento tra le esigenze dei gestori e quelle degli investitori. E’ positivo, invece, il fatto che il 32% degli intervistati intenda strutturarsi come boutique all’interno di un gruppo più grande per evitare la migrazione dei migliori gestori.

I risultati dell’indagine stonano con la caratteristica dei fondi di essere investimenti di lungo periodo. Elevati turnover di gestori non garantiscono la continuità di gestione e sistemi di incentivo basati sul breve termine sono incongruenti rispetto all’orizzonte del risparmiatore.

Peggiora l’outlook sulle Borse

Per quanto riguarda le previsioni di mercato, scende dal 70 al 65% il numero di gestori che si attende un rialzo delle Borse mondiali tra il 5 e il 10% nei prossimi mesi e sale dal 12 al 18% la percentuale di coloro che stimano performance non superiori al 5%. Non solo, il 4% prevede addirittura un calo. Rispetto a giugno si dimezza la popolarità del Giappone, passando dal 44 al 23%, mentre cresce quella dell’Europa, che sarà la miglior Borsa nei prossimi dodici mesi per il 35% dei fund manager. A livello settoriale, farmaceutici e materiali industriali raccolgono le maggiori preferenze, mentre i beni di consumo saranno il peggior segmento per il 21% degli intervistati.

Bond, meglio i corporate high yield

Per il 38% dei gestori, le obbligazioni societarie high yield daranno i migliori rendimenti nei prossimi mesi, percentuale in netta crescita rispetto a giugno (29%). Scende, invece, dal 30 al 18% la preferenza per i titoli di Stato dei Paesi sviluppati e sale dal 12 al 18% quella per le emissioni governative sui mercati emergenti. Il 60% dei fund manager è ancora convinto che i bond a breve termine siano da preferire, ma è in miglioramento il sentiment su quelli a lungo termine, dati per favoriti dal 40% degli intervistati (erano il 35% a giugno). Per quanto riguarda le valute, sale la percentuale di pessimisti sul dollaro, passando dal 55 al 63%, mentre l’euro resta il favorito per il 48% dei gestori.

Il sondaggio è stato condotto tra il 17 e il 24 settembre 2004. Hanno partecipato questo mese 50 società di gestione europee, le più grandi per asset under management, che gestiscono in media 54 miliardi di euro e hanno in batteria 99 fondi. L’indagine, svolta dalle sedi locali di Morningstar in Italia, Benelux, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Spagna, Svezia e Svizzera, illustra i trend dell’industria del risparmio gestito nel Vecchio Continente e le attese sull’andamento dei mercati nei successivi 12 mesi. Per l’Italia hanno partecipato Aletti Gestielle, Banca Fideuram, Bipiemme Gestioni, Monte Paschi AM, Pioneer Investments.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures