Gestori cauti nel breve, più ottimisti nel medio periodo: è quanto emerge dall’ultimo sondaggio Morningstar, condotto tra il 4 e l’8 ottobre, a cui hanno partecipato 23 delle principali società di gestione che operano in Italia. Rispetto a settembre, sale la percentuale di manager che si attendono ritorni azionari positivi nei prossimi sei mesi, anche se la stagione delle trimestrali appena cominciata, le elezioni americane, i rincari del petrolio e l’indebolimento della crescita economica giapponese manterranno le Borse nell’incertezza nelle prossime settimane.
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Incertezza pre-elettorale a Wall Street
Mancano poche settimane alle elezioni presidenziali statunitensi, il cui esito è ancora incerto, in quanto i due candidati sono molto vicini tra loro nei sondaggi e la campagna elettorale è appena entrata nel vivo. La Borsa americana soffre di questa situazione, anche perché, secondo Morgan Stanley, “il mercato sembra scommettere sulla vittoria di George W. Bush e un eventuale capovolgimento del risultato potrebbe innervosire gli investitori”. Ma quello politico non è il solo motivo che induce i gestori alla cautela: le valutazioni sono meno attraenti rispetto a Europa e Giappone e incorporano già il tasso di crescita degli utili nel quarto trimestre, stimato attorno al 15,6%.
Europa alla prova delle trimestrali
Secondo i gestori, gli utili aziendali in Eurolandia continueranno a crescere nei prossimi mesi, anche se il culmine è stato toccato all’inizio dell’estate. Inoltre, le valutazioni restano attraenti se confrontate con quelle americane. E’ meno roseo il quadro economico, che potrebbe risentire negativamente del rallentamento della congiuntura mondiale e dell’elevato prezzo del petrolio. Le previsioni positive della Banca centrale europea (Bce) si basano su una robusta domanda estera che potrebbe diminuire nel caso di una battuta d’arresto di Stati Uniti e Giappone e non essere adeguatamente rimpiazzata dai consumi domestici, ancora deboli.
Telecom favorite a Piazza Affari
La quasi totalità dei gestori (94,8%) è neutrale o ottimista sulla Borsa italiana, nella convinzione che il nuovo indice S&P/Mib si confermi un listino difensivo con titoli di qualità. Minor omogeneità caratterizza le scelte a livello settoriale, dove solo le telecomunicazioni raccolgono consensi generalmente positivi, grazie alle valutazioni competitive, gli elevati rendimenti e l’appeal speculativo legato a possibili operazioni societarie. Il giudizio dei manager è relativamente buono anche per gli energetici, spinti dal prezzo del petrolio, mentre è più contrastato sui titoli finanziari. Secondo Crédit Agricole asset management, “Piazza Affari potrebbe sovraperformare gli altri mercati europei in caso di un atteggiamento più aggressivo in materia di politica monetaria da parte della Bce, che vedrebbe favorite le banche italiane”. Nonostante le utilities non siano in cima alle preferenze dei gestori, alcuni sono convinti che il collocamento della terza tranche dell’Enel possa fare da traino al settore.
Azioni favorite, nonostante tutto
Sul mercato obbligazionario, le previsioni dei gestori non sono cambiate in modo sostanziale rispetto a settembre. Il 74% dei manager prevede un calo dei prezzi dei bond americani nei prossimi sei mesi e un giudizio analogo è espresso dal 52% degli intervistati riguardo le emissioni europee, in un contesto in cui i tassi d’interesse riflettono scenari recessivi, incorporando un elevato premio al rischio. Per questa ragione, le azioni continuano ad essere preferite nei portafogli bilanciati, con un peso mediamente del 50% a fronte di un sottopeso delle obbligazioni e a un’elevata percentuale di liquidità, che per oltre la metà dei gestori rappresenta il 10% o più degli asset totali.
Hanno partecipato al sondaggio le principali società di diritto italiano ed estero operanti sul territorio che contano per circa il 70% degli asset gestiti in Italia.