Piazza Affari balza ai massimi dell’anno nelle preferenze dei gestori. Secondo l’85,7% degli intervistati nell’ultimo sondaggio Morningstar, condotto tra il 2 e l’8 novembre, a cui hanno partecipato 25 delle principali società di gestione che operano in Italia, l’indice S&P/Mib salirà nei prossimi sei mesi, contro il 14,3% che crede in una stabilità attorno agli attuali livelli e nessun pessimista.
Sono positive le attese anche per le altre
Borse europee, viste in rialzo dall’80% dei fund manager, contro il 78% del mese scorso. Migliorano leggermente le previsioni per Wall Street, che lascia alle spalle l’incertezza pre-elettorale. Per il 68% degli intervistati, gli indici americani si apprezzeranno (erano il 60,9% a ottobre). Ancor più significativo si riducono sensibilmente i pessimisti che passano dal 26 al 12%. La piazza finanziaria preferita resta, comunque, quella di Tokyo, che raccoglie il 92% delle preferenze, in aumento rispetto all’82% della precedente rilevazione.
A Piazza Affari, su i telefonici, giù i beni di consumo
In uno scenario generalmente positivo per il mercato italiano, il settore preferito dal 56% dei gestori sono le telecom per il loro carattere difensivo e le valutazioni interessanti. Il comparto meno favorito è quello dei beni di consumo, che è destinato ad essere il peggiore per la maggior parte dei fund manager, in quanto molto esposto alla debolezza del dollaro.
E’ contrastato il giudizio sui titoli finanziari, con un maggior favore per le compagnie assicurative rispetto alle banche. Nel settore energetico, le percentuali di ottimisti e pessimisti si equivalgono a testimoniare un’incertezza sulla sostenibilità della corsa del greggio e quindi degli utili record realizzati dalle società quest’anno. Per i gestori, infine, la debolezza economica è destinata a pesare sugli industriali e sulle utilities.
Di nuovo super euro
I gestori sono tornati a scommettere sull’apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro, dopo che il biglietto verde è sceso ai minimi sotto il peso del deficit commerciale americano e di una politica monetaria restrittiva, che procede a ritmo più lento del previsto. La percentuale di fund manager che prevedono un ulteriore apprezzamento dell’euro è passata dal 18,2% di ottobre al 54%, mentre si è dimezzato il numero di intervistati che si attende un’inversione di tendenza. I gestori, comunque, non temono effetti negativi sulle Borse del Vecchio continente, tanto che nessuno ha dichiarato di attendersi un crollo nei prossimi sei mesi, al contrario l’80% è convinto di un rialzo.
Prezzi in discesa per i bond Usa
Per l’84% dei fund manager, il prezzi delle obbligazioni americane potranno solo scendere nei prossimi mesi e nessuno si attende un’ulteriore crescita. Leggermente più positiva è la visione per il mercato europeo, dove il 48% prevede una stabilità intorno agli attuali livelli e un altro 48% è convinto di un calo.
In generale, l’atteggiamento delle case di investimento è prudente, tanto in Europa quanto negli Stati Uniti, strategia che permette di non subire grandi penalizzazioni in caso di rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato. I gestori sono convinti che le obbligazioni siano sopravvalutate in quanto scontano un eccessivo rallentamento dell’economia nel 2005.
Hanno partecipato al sondaggio le principali società di diritto italiano ed estero operanti sul territorio che contano per circa il 70% degli asset gestiti in Italia.
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