Se si tiene conto degli ultimi cinque anni, un orizzonte medio-lungo di investimento, si trovano comunque, nonostante una media di categoria ancora negativa di oltre il 25%, anche dei rendimenti interessanti, come il +27% di Pictet Biotech, che ha registrato un ottimo posizionamento relativo anche negli ultimi due anni.
v>In effetti, il brusco calo registrato a ottobre a seguito del crollo di Merck dopo il ritiro dal mercato dell’antidolorifico Vioxx, un prodotto da 2,6 miliardi di dollari, il più grande ritiro di prodotti nella storia dell’industria farmaceutica, ha continuato a deprimere i titoli farmaceutici ancora per tutto novembre e a poco è valsa la rielezione di George W. Bush a presidente degli Stati Uniti.
Passato il timore di una vittoria del candidato John Kerry, che con la sua politica della salute si temeva avrebbe posto un freno alla crescita dei margini delle società farmaceutiche, il segmento non ha comunque preso più di tanto fiato con l’esito delle elezioni americane. Hanno continuato a pesare, piuttosto, i timori di un ritiro imminente di altri farmaci dal mercato, alcuni tra i più diffusi negli Usa, indicati come simili al Vioxx da un esponente della Food and Drug Administration che ha riferito al Congresso.
La stagione delle trimestrali non ha, dal canto suo, aiutato la ripresa, anche perchè lo scenario 2005 per le principali società attive nel segmento farmaceutico e delle biotecnologie non è dei più rosei. Unici a difendere le posizioni sono stati i titoli farmaceutici europei, penalizzati però dalla debolezza del dollaro.
Sul mercato si è così venuta a creare una situazione che, secondo una minoranza di gestori desta un qualche interesse. Rimasti indietro in termini relativi al mercato, i titoli farmaceutici sono, secondo Gestnord fondi, quelli che hanno tra le maggiori potenzialità di salita in una fase positiva del mercato. Aumenta comunque la percentuale di gestori che vedono nero per il settore sui prossimi 12 mesi. Dall’ultimo European Fund Trends, condotto tra le 48 più grandi case d’investimento europee, emerge che quello dell’healthcare sarà il peggior settore del prossimo anno, almeno secondo il 10% del campione, in aumento rispetto a ottobre, mentre solo il 7% dei gestori, in calo dal 12% precedente, crede che ci siano le potenzialità per registrare i migliori guadagni.
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