Per il primo semestre 2005 i gestori, intervistati nell’ultimo sondaggio Morningstar, condotto tra il 2 e il 9 dicembre, si attendono un rialzo dei mercati azionari, ma le previsioni sono meno ottimistiche di un mese fa e cresce la percentuale di coloro che credono in una stabilizzazione attorno agli attuali livelli.
La Borsa giapponese si conferma la preferita con il 68% dei consensi, seguita da Piazza Affari con quasi il 64%. E’ minore l
’ottimismo su Wall Street, che salirà per il 56% dei gestori, mentre l’Europa è data per favorita dal 60%. In ogni caso, i fund manager si sono dimostrati più prudenti del mese scorso, quando il 92% prevedeva un rally di Tokyo, l’86% era pronto a scommettere sul listino italiano, l’80% sull’Europa e il 68% sugli Stati Uniti.
Titoli giapponesi a buon mercato
Gli ultimi dati macroeconomici hanno gettato ombre sulla crescita giapponese, ma i gestori sono convinti che la Borsa di Tokyo possa salire ancora o quantomeno stabilizzarsi attorno agli attuali livelli. Nessuno prevede, invece, un calo. Alla base del giudizio positivo ci sono le valutazioni attraenti, anche se in misura minore rispetto a qualche mese fa.
Ancora super euro
Per il 50% dei gestori, l’euro continuerà ad apprezzarsi sul dollaro contro il 37,5% che crede in una stabilizzazione attorno agli attuali livelli e il 12,5% che si attende un rivalutazione del biglietto verde. I fund manager sono convinti che le banche centrali avranno un ruolo fondamentale nel determinare il futuro andamento dei mercati valutari, così come lo avranno la politica americana favorevole a un dollaro debole e i cronici squilibri di partite correnti e bilancio statale. E’ significativo, però, che Anima sgr, società che adotta una strategia di sostanziale e sistematica copertura dal rischio di cambio, abbia deciso recentemente di ridurre la copertura su dollaro e yen, entrambi considerati vicino ai minimi rispetto ai valori storici e all’euro.
Le contraddizioni di Wall Street
La Borsa americana è quella che divide di più i gestori. Poco più della metà esprime un giudizio positivo, mentre il 24% è neutro e il rimanente 20% è negativo. Gli ottimisti pongono l’accento sulle valutazioni e sulle potenzialità del settore tecnologico; i più cauti, invece, sono convinti che i prezzi incorporino già la crescita economica, crescita che potrebbe rallentare se i tassi continueranno a salire e il greggio non tornerà sotto i livelli massimi.
Per i mercati europei, compresa Piazza Affari, il giudizio è più netto, nonostante le preoccupazioni per l’euro forte. In particolare sul listino italiano, che si conferma difensivo e con titoli di qualità, la preferenza va a telefonici, assicurazioni e banche, mentre sono sfavoriti i tecnologici.
Mercato obbligazionario senza sorprese
Le previsioni per il reddito fisso formulate a dicembre non si discostano molto da quelle del mese scorso. I prezzi dei titoli obbligazionari americani sono attesi in discesa dal 76% dei gestori e solo l’8% crede in una risalita dei corsi, in quanto il mercato è sopravvalutato rispetto alle condizioni macro (crescita economica e inflazione). Per quanto riguarda l’Europa, i bond si stabilizzeranno attorno agli attuali livelli per il 56% degli intervistati, contro il 36% che prevede un calo. Gran parte dei fund manager è convinta che la debolezza della fiducia dei consumatori indurrà la Banca centrale europea a non alzare i tassi nei prossimi mesi.
Hanno partecipato al sondaggio 25 delle principali società di diritto italiano ed estero operanti sul territorio che contano per circa il 70% degli asset gestiti in Italia.
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