Gestori, bene l’Est Europa senza Russia

Per la maggior parte delle case d’investimento del Vecchio continente, il rally delle Borse dei Paesi convergenti nell’Ue non è finito. La vicenda Yukos, invece, ha incrinato l’ottimismo sul mercato russo.

Sara Silano 27/01/2005 | 13:41
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I fondi specializzati nell’Europa emergente sono stati tra i migliori nel 2004 con una performance media nell’anno del 32,4%, ma per i gestori, interpellati da Morningstar nell’ultimo sondaggio tra le principali case di investimento del Vecchio continente, il rally continuerà. Per il 64% dei manager, l’area sovraperformerà i listini mondiali nel 2005, contro il 36% che crede in una battuta d’arresto. Polonia e Ungheria sono i Paesi favoriti, per via delle attraenti valutazioni azionarie, seguiti dalla Slovenia.

Nel 2004, l’indice Msci Em Eastern Europe ha guadagnato il 24,8%, contro il 6,4% dell’Msci World. Tra i 65 fondi specializzati sull’area e distribuiti in Italia, il migliore è stato WestAM Compass Fund European Convergence, cinque stelle di Rating Morningstar, che è salito

del 63,5%. Per quanto riguarda i prodotti di diritto italiano, sono solo due quelli che investono sui mercati emergenti del Vecchio continente, Gestielle East Europe (+25,4%) e Ducato Geo Europa Est (+18,2%).

Russia ad alto rischio

L’ottimismo dei gestori riguarda i Paesi che l’anno scorso sono entrati a far parte dell’Unione europea, ma non la Russia. Circa il 60% dei manager è convinto che la Borsa di Mosca non sovraperformerà i mercati globali nel 2005 e il 57% considera irrealistiche le attese degli investitori sui rendimenti e i rischi del listino azionario russo. Inoltre, il 53% pensa che siano molto basse le probabilità di successo del piano del presidente Vladimir Putin di raddoppiare il Prodotto interno lordo entro i prossimi dieci anni.

Il caso del colosso petrolifero russo Yukos, schiacciato da debiti con il fisco e messo in vendita in un’asta dai contorni poco chiari, ha sensibilmente modificato la visione degli investitori sul mercato di Mosca. Il 34% dei gestori ha detto che la vicenda ha pesantemente aggravato l’outlook sul Paese, mentre il 44% ha modificato il giudizio in termini “abbastanza negativi”.

Dollaro debole, Borse Ue forti

Rispetto a dicembre, non è cambiata la visione dei gestori sul mercato valutario. Per il 69% degli intervistati, il biglietto verde continuerà ad essere la peggior divisa nei prossimi dodici mesi, contro il 47% che considera l’euro come la migliore e il 38% che scommette sullo yen.

Per quanto riguarda le Borse, invece, balza dal 23 al 32% la preferenza per il Vecchio continente, che è considerata la miglior area nel 2005, seguita dal Giappone e dall’Asia, entrambi al 21%. Per contro, Wall Street sarà la maglia nera per il 57% dei fund manager, contro il 54% di dicembre. A livello globale, l’outlook sui mercati azionari è migliorato rispetto al mese scorso. In particolare sono aumentati, passando dal 13 al 19% coloro che si attendono un rialzo dell’indice Msci World compreso tra il 10 e il 15%, cui si aggiunge il 55% che stima un incremento tra il 5 e il 10%. I pessimisti, invece, sono scesi dal 5 al 2%.

Il sondaggio è stato condotto tra il 17 e il 24 gennaio 2005. Hanno partecipato questo mese 47 società di gestione europee, le più grandi per asset under management, che gestiscono in media 54,8 miliardi di euro e hanno in batteria 103 fondi. L’indagine, svolta dalle sedi locali di Morningstar in Italia, Benelux, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Spagna, Svezia e Svizzera, illustra i trend dell’industria del risparmio gestito nel Vecchio Continente e le attese sull’andamento dei mercati nei successivi 12 mesi. Per l’Italia hanno partecipato Aletti Gestielle, Bipiemme Gestioni, BNL Gestioni, Monte Paschi AM, Nextra IM e Sanpaolo AM.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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