I gestori prevedono che il fenomeno non interesserà tutti i settori industriali nello stesso modo. Per il 28% degli intervistati, fusioni ed acquisizioni prevarranno nel comparto dei servizi finanziari. Seguono telecomunicazioni e farmaceutici, entrambi con il 14% delle preferenze. Non sono attese, invece, grandi ristrutturazioni tra energetici ed
utilities.
L’86% dei gestori è convinto che sia meglio essere investiti nella società acquisita piuttosto che in quella acquirente. Gran parte dei fund manager, infatti, preferisce che le aziende impieghino la liquidità per aumentare i dividendi anziché lanciarsi in operazioni per accrescere le dimensioni. L’89% considera quello della distribuzione di elevate cedole come uno dei trend dominanti nel 2005 e appena il 32% pensa sia un indicatore di scarse prospettive di crescita.
Controcorrente
Il dollaro continuerà ad essere la peggior valuta nei prossimi dodici mesi per il 66% dei gestori e l’euro la migliore per il 51%. Inoltre, un fund manager su due prevede che Wall Street sottoperformerà gli altri mercati mondiali contro il 44% che scommette in un rialzo dell’Europa (escluso il Regno Unito). Per gli investitori “contrarian” (che vanno contro il mercato), queste previsioni rappresentano una buona ragione per guardare con più interesse al mercato azionario americano.
Nel complesso, il 55% dei gestori si attende una crescita dei listini internazionali compresa tra il 5 e il 10% nel corso dell’anno, percentuale in linea con il mese scorso. E’ aumentato, invece, il numero di chi prevede performance negative, passando dal 2 all’8%. Tra i comparti, l’energetico sarà il migliore per il 28% degli intervistati, seguito dalle telecomunicazioni (21%). Per contro, l’hardware sarà il peggiore per il 35%, insieme alle utilities (23%).
Non sono cambiate le previsioni sul mercato obbligazionario. Le scadenze brevi (1-3 anni) continuano ad essere preferite da oltre il 70% dei gestori, mentre non è chiaro quale strumento di reddito fisso preferire. Il 30% dei fund manager scommette sulle emissioni governative dei Paesi sviluppati, seguono a breve distanza le obbligazioni societarie e gli high yield dei mercati emergenti.
Il sondaggio è stato condotto tra il 14 e il 21 febbraio 2005. Hanno partecipato questo mese 40 società di gestione europee, le più grandi per asset under management, che gestiscono in media 51 miliardi di euro e hanno in batteria 100 fondi. L’indagine, svolta dalle sedi locali di Morningstar in Italia, Benelux, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Spagna, Svezia e Svizzera, illustra i trend dell’industria del risparmio gestito nel Vecchio Continente e le attese sull’andamento dei mercati nei successivi 12 mesi. Per l’Italia hanno partecipato Aletti Gestielle, Bipiemme Gestioni, Monte Paschi AM, Nextra IM e Pioneer IM.
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