E tutti concordano nel ritenere che l’azione della Banca centrale americana non verrà seguita dalla BCE nella riunione di domani, né, secondo l’89% degli intervistati, dalla Banca Centrale di Inghilterra nel meeting fissato per il 9 maggio.
Di conseguenza, i money manager europei si attendono che i tassi di interesse sia a lungo che a breve termine continueranno a crescere più in America che nella z
ona euro.
In particolare, per il 62% degli intervistati i bund a tre mesi resteranno invariati, mentre il 60% ritiene che i bond Usa trimestrali cresceranno dai 50 ai 100 punti base. Lo stesso andamento è previsto da oltre il 70% del campione per quanto riguarda i Treasury a 10 anni.
In uno scenario di tassi in crescita, non sorprende che i fondi obbligazionari non siano considerati i protagonisti dei nuovi lanci di prodotti nei prossimi 12 mesi. Al contrario, per la prima volta da febbraio 2003, saranno i fondi a ritorno assoluto, gli hedge funds, i prodotti strutturati e altre tipologie più sofisticate a dominare la nuova offerta.
Sì ad azioni europee e ai titoli farmaceutici
Dopo la flessione del 2004, il settore farmaceutico guadagna consensi tra i money manager europei. Per il 30% sarà il comparto migliore nel corso dei prossimi 12 mesi, seguito da quello energetico che raccoglie il 20% delle preferenze, mentre è del 18% la fetta di coloro che ritengono che quest’ultimo abbia corso troppo negli ultimi mesi.
Secondo la maggior parte degli intervistati, è plausibile un rialzo dei corsi azionari internazionali tra il 5 e il 10% nei prossimi 12 mesi. Nelle scelte di investimento, è privilegiato il mercato europeo, ritenuto il più performante a un anno dal 44% dei gestori. Nessuno ritiene che sarà il peggiore.
Al contrario, si acuisce il pessimismo sulla Borsa americana, la meno brillante secondo il 67% dei money manager (era il 51% a marzo).
Il sondaggio è stato condotto tra il 18 e il 25 aprile 2005. Hanno partecipato questo mese 46 società di gestione europee, le più grandi per asset under management, che gestiscono in media 59 miliardi di euro e hanno in batteria 88 fondi. L’indagine, svolta dalle sedi locali di Morningstar in Italia, Benelux, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Spagna, Svezia e Svizzera, illustra i trend dell’industria del risparmio gestito nel Vecchio Continente e le attese sull’andamento dei mercati nei successivi 12 mesi. Per l’Italia hanno partecipato Aletti Gestielle, Banca Fideuram, Monte Paschi am, Nextra Im, Pioneer IM.
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