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Le Borse europee saliranno nei prossimi sei mesi per il 45,5% dei gestori contro il 30% che prevede un trend analogo per Piazza Affari. E’ quanto emerge dall’ultimo sondaggio Morningstar, effettuato tra il 31 ottobre e 4 novembre, cui hanno partecipato 23 delle principali società di gestione italiane ed estere che operano nel nostro Paese. Il mercato nipponico resta il preferito dalla quasi totalità dei fund manager (81,8%), mentre Wall Street riceve la stessa percentuale di consensi del Vecchio continente.
Ottimisti con riserva
Dopo il rally nella prima parte dell’anno, i gestori sono convinti che le Borse europee potranno ancora salire, ma con un ritmo più moderato, in quanto le valutazioni sono meno attraenti. La crescita dipenderà dalla solidità della ripresa congiunturale e dalle pressioni inflazionistiche, che potrebbero indurre la Banca centrale ad aumentare i tassi di interesse. L’incertezza spinge il 41% dei gestori a sostenere che i mercati azionari si stabilizzeranno attorno agli attuali livelli e il 13,6% a prevedere un ribasso nei prossimi mesi.
E’ ancora più cauto il giudizio su Piazza Affari, con il 55% dei manager convinti che nei prossimi sei mesi l’indice S&P/Mib non si discosterà molto dagli attuali livelli e il 15% di pessimisti. Secondo il team di Antonveneta Abn Amro bank, i margini delle aziende sono sotto pressione per l’aumento del prezzo delle materie prime. Inoltre, l’eventuale incremento dei tassi deprimerà i titoli più indebitati.
Tokyo mette (quasi) tutti d’accordo
Rispetto al mese scorso, è ulteriormente cresciuta la percentuale di gestori che si attendono un rialzo della Borsa nipponica nei prossimi sei mesi (+1%), mentre i pessimisti restano meno del 10%. I fund manager prevedono un rafforzamento della congiuntura e una solida crescita dei profitti. Le valutazioni dei titoli restano attraenti, anche se alcune case di investimento sono convinte che la ripresa economica sia già incorporata nei prezzi.
Meno pessimisti su Wall Street
La percentuale dei gestori che prevedono un calo della Borsa americana è scesa dal 20 al 9% nell’ultimo mese a fronte di un aumento dei manager che sono convinti di una stabilizzazione attorno agli attuali livelli. Per il team di Anima sgr, il mercato si trova in una situazione di equilibrio da tempo e non sono presenti titoli a forte sconto, ma esistono potenzialità di crescita nel medio-lungo periodo per telecom, tecnologici e farmaceutici. Le altre case d’investimento sono divise tra chi si attende un rally di fine anno per Wall Street e chi considera improbabile l’avvio di una fase rialzista duratura finché la Fed continuerà ad aumentare i tassi.
Occhi rivolti alle Banche centrali
Un gestore su due prevede che i prezzi delle obbligazioni europee scenderanno nei prossimi sei mesi (erano il 41% ad ottobre). E’ convinzione diffusa che la Banca centrale europea alzerà i tassi nel 2006, dal momento che la ripresa economica è in fase di consolidamento e sono in aumento le pressioni inflazionistiche.
E’ diverso il giudizio sul reddito fisso americano, perché i manager sono convinti che la politica monetaria restrittiva della Federal Reserve sia alle battute finali. I manager che si attendono una diminuzione dei prezzi è passata dal 67 al 47,8% a novembre a fronte di un 8,7% che stima un aumento dei corsi dei bond (nessuno nel precedente sondaggio). Quanto al rapporto euro/dollaro, è prevista una sostanziale stabilità attorno agli attuali livelli.
Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra il 31 ottobre e il 4 novembre, 23 delle principali società di diritto italiano ed estero operanti sul territorio, che contano per circa il 70% degli asset gestiti in Italia.
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