Borse sempre più in alto

Per gli asset manager europei, nel 2006 i mercati saliranno in media dell’8%. Bene soprattutto l’America, con l’S&P 500 visto in rialzo del 9%. In Europa, Germania e Regno Unito guideranno i rialzi, mentre il listino francese rallenterà la sua corsa. Il Giappone farà il bis. Inflazione e tassi in aumento tengono i bond sotto scacco.

Maria Grazia Briganti 22/12/2005 | 16:14
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Il 2006 sarà ancora un anno positivo per i mercati internazionali. Ne sono convinti i 41 money manager europei, i più grandi del Vecchio Continente per asset gestiti, intervistati da Morningstar nel consueto sondaggio mensile. Per il 71% dei gestori, le Borse mondiali saliranno tra il 5 e il 10% nei prossimi 12 mesi e nessuno teme un calo dei corsi.

Tra le preferenze spicca ancora il listino giapponese, visto dai gestori a quota 17.239 a fine 2006, dai 15.958 punti del 21 dicembre 2005. Un rally, quello messo a segno dalla Borsa nipponica, che ha colto i manager europei un po’ di sorpresa se si considera che le loro previsioni dello scorso anno per il 2005, propendevano per un Nikkei ancora al di sotto dei 12 mila punti.

Oltre le aspettative sono andati anche i listini europei, con il Ftse 100 che ha raggiunto quota 5.549 punti contro i 4.976 attesi dai gestori a dicembre 2004, mentre la Borsa francese è salita a quota 4.703 punti contro i 4.088 previsti lo scorso anno.

Un rialzo notevole, quello del 2005, che induce i gestori a una maggiore cautela per il 2006. Nelle loro previsioni, il Cac 40 crescerà solo del 3,5%. Meglio andrà la Borsa di Francoforte, che alla fine dei prossimi 12 mesi raggiungerà i 5.739 punti, dai 5.368 attuali, con un guadagno del 7%.

A deludere le aspettative per il 2005, attestandosi su livelli più bassi di quelli preventivati lo scorso anno, sono stati i listini americani. Il Dow Jones si è fermato a quota 10.806 punti, contro gli 11.127 previsti, ma il prossimo anno si stima che arriverà a 11.663 punti e metterà a segno un rialzo dell’8%. Lo S&P500 sfiorerà i 1.400, con un guadagno superiore al 9%, proprio come il Nasdaq, che conquisterà quota 2.424 punti.

Nessuno, tra gli intervistati, ritiene, infatti, che il settore della tecnologia sarà penalizzato nel corso del prossimo anno, ma i comparti più performanti restano il farmaceutico e il finanziario.

Bond sotto scacco

Sul fronte del reddito fisso, invece, le prospettive non migliorano. L’aumento dell’inflazione e gli ulteriori inasprimenti della politica monetaria alimentano il pessimismo sul mercato dei bond. I gestori privilegiano le scadenze brevi (il 73%) e gli strumenti governativi (il 52%) a discapito dei corporate. La preferenza per gli high yield societari, in particolare, è pari al 10% e si è dimezzata negli ultimi tre mesi.

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Maria Grazia Briganti  è stata editor & analyst di Morningstar Italy

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