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Non esiste accordo sulle future mosse della Banca centrale europea (Bce) tra i gestori interpellati da Morningstar nel primo sondaggio del 2006 tra le principali case di investimento che operano in Italia. Per alcuni, l’istituto guidato da Jean-Claude Trichet proseguirà nella fase restrittiva per tenere sotto controllo l’inflazione e i rischi di bolla nel settore immobiliare. Per altri, rimarrà fermo, perché gli aumenti del costo della vita non sono preoccupanti e l’economia, seppur in ripresa, non è ancora particolarmente solida.
I fund manager sono, invece, concordi nel ritenere che la Federal Reserve è vicina alla fine del ciclo restrittivo, perché non può permettersi di penalizzare la crescita. Dalle considerazioni di politica monetaria derivano le aspettative sui mercati azionari, obbligazionari e valutari.
Più ottimismo sulle Borse
Rispetto a dicembre, sono aumentati i gestori che prevedono un rialzo delle Borse europee, americana e giapponese nei prossimi sei mesi. Nel dettaglio, l’85% dei manager è convinto che il listino nipponico continuerà a sovraperformare gli altri mercati, grazie alla solida ripresa economica e all’aumento dei consumi interni. Inoltre, le valutazioni dei titoli sono considerate ancora attraenti.
Dopo aver superato a dicembre l’Europa nelle preferenze dei gestori, Wall Street fa un ulteriore balzo in avanti: l’80% degli intervistati si attende un rialzo nei prossimi sei mesi a fronte del 67% del mese scorso. I pessimisti si dimezzano, scendendo al 5%. Per Giriraj Singh e Kevin Grice, economisti di American Express, la fine del ciclo monetario restrittivo e la solida crescita congiunturale possono favorire un aumento dei corsi azionari, mentre un possibile indebolimento del dollaro sostiene gli utili aziendali.
Nel sondaggio di gennaio, sono tornati gli ottimisti sulle Borse europee, che saliranno per il 65% dei gestori contro il 37% del mese scorso, anche se dopo due anni di rally, le valutazioni azionarie appaiono meno attraenti. Il 58,8% degli intervistati crede, inoltre, in un apprezzamento di Piazza Affari. L’economia del Vecchio continente ha dato segni di ripresa, ma potrebbe essere penalizzata dal rialzo dei tassi.
Torna il super euro
Dopo un periodo di incertezza, le previsioni dei gestori sul rapporto di cambio sono tornate a favorire la moneta unica, che si apprezzerà sul dollaro per il 58% degli intervistati. Solo il 5% crede in un aumento del biglietto verde contro il 28% di dicembre. La fine del ciclo restrittivo da parte della Fed e il graduale rialzo dei tassi nel Vecchio continente potrebbero ridurre il differenziale tra le due sponde dell’oceano, riportando l’attenzione sui fattori che generano debolezza nella divisa statunitense, ossia i deficit pubblico e di partite correnti.
Obbligazioni Usa verso la stabilità
Un gestore su due è convinto che i prezzi delle obbligazioni americane si stabilizzeranno attorno agli attuali livelli, mentre un altro 50% prevede una discesa dei corsi di quelle europee. Le prospettive sul mercato del reddito fisso americano sono moderatamente più positive rispetto all’Europa, dove il rialzo dei tassi potrebbe spingere i rendimenti, facendo scendere i prezzi che, per altro, appaiono elevati. In generale, le obbligazioni sono sottopesate nei portafogli bilanciati e la preferenza va alle scadenze brevi.
Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra il 5 e il 13 gennaio, 21 delle principali società di diritto italiano ed estero operanti sul territorio, che contano per circa il 60% degli asset gestiti in Italia.
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