Gli scandali che hanno coinvolto la società Internet Livedoor –negli stessi giorni in cui il sondaggio è stato condotto- e la crescente volatilità registrata dai mercati nelle ultime settimane non hanno minato la fiducia nelle prospettive del mercato nipponico.
Più della metà dei gestori intervistati da Morningstar è sovrappesata sulla Borsa di Tokyo, mentre il 41% dichiara d
i avere un’esposizione pari a quella dell’indice Msci World free, in cui il listino nipponico pesa l’11,5%. Solo il 5% dei fund manager è sottoesposto.
L’attuale investimento verrà lasciato inalterato per i prossimi mesi dal 69% degli intervistati, mentre il 17% accrescerà la propria esposizione, contro il 14% che, al contrario, ritiene di dover diminuire il peso del Giappone nei propri portafogli.
Dopo anni di sovraperformance delle società a piccola capitalizzazione, un fund manager su due ritiene che, all’interno del listino nipponico sia arrivato il momento di puntare sulle società dalle grandi dimensioni. Coerentemente con questo scenario, restano positive le attese sullo yen, ritenuta la valuta che si apprezzerà di più nel corso del prossimo anno. Il dollaro, al contrario, perderà ulteriori posizioni.
Usa in rimonta
L’investimento negli Stati Uniti recupera posizioni in termini di fiducia e prospettive. La fine del ciclo monetario restrittivo da parte della Federal Reserve e i più bassi differenziali di valutazione tra Europa e America inducono i gestori a diminuire il pessimismo su Wall Street. Tuttavia, dopo il Giappone, sarà l’Asia la regione più performante dei prossimi dodici mesi.
Energia e materie prime si confermano le principali scelte settoriali dei gestori che, al contrario, non prevedono andamenti positivi da parte di utilities, telecom e beni di consumo.
Bond in stand-by
Sul fronte obbligazionario, resta prevalente l’investimento sui titoli governativi e con scadenze brevi. Aumentano, anche se di poco, le preferenze sui titoli corporate.
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