Giappone più caro
La percentuale di gestori ottimisti sulla Borsa di Tokyo è rimasta invariata rispetto al mese scorso, sop
ra l’80%, a fronte di un numero esiguo di pessimisti (5%). Tuttavia, le valutazioni dei titoli sono meno attraenti dopo il forte rally dell’anno scorso, che ha determinato un rialzo del 40% dell’indice Nikkei. I fondamentali economici e aziendali sono, comunque, in miglioramento, lo scandalo della società Internet Livedoor è stato riassorbito e un eventuale aumento dei tassi da parte della Banca centrale, dicono i fund manager, potrebbe portare maggior volatilità, ma non penalizzare il listino.
Wall Street più attraente
Dopo un inizio d’anno sottotono, i gestori sono convinti che Wall Street si riscatterà nei prossimi mesi. Circa il 70% prevede un rialzo a fronte di un 5% di pessimisti. Secondo alcuni, le valutazioni dei titoli sono diventate più competitive rispetto a quelle di altre Borse, l’economia continua a crescere e i più alti tassi di interesse sono già stati inglobati dal mercato. Secondo altri, tra cui Anima Sgr, i valori sono su un livello relativamente equilibrato, senza situazioni a forte sconto.
Più cautela sull’Europa
Per il 65% dei gestori, le Borse europee saliranno nei prossimi sei mesi, a fronte di un 10% di pessimisti, grazie alla crescita dei profitti aziendali. Le valutazioni dei titoli, tuttavia, sono meno attraenti e i probabili rialzi dei tassi di interesse da parte della Banca centrale potrebbero penalizzare i listini. In particolare, sono considerati cari i settori energetici e delle materie prime, mentre restano a buon prezzo le telecom.
Euro favorito sul dollaro
Analogamente al mese scorso, più di un gestore su due è convinto che la moneta unica si apprezzerà rispetto al biglietto verde, mentre è inferiore al 10% il numero di chi si attende un trend opposto. Secondo Morgan Stanley, il rapporto di cambio si attesterà intorno a 1,24 entro fine anno. L’euro è sostenuto dalla fine del ciclo monetario restrittivo della Federal Reserve e dal probabile aumento dei tassi da parte della Bce. Per contro, sul dollaro pesano i deficit americani, pubblico e di partite correnti, e l’elevato livello di indebitamento delle famiglie.
Gestori freddi sui bond
Per la maggior parte dei fund manager, i prezzi delle obbligazioni scenderanno nei prossimi mesi sia in Europa sia negli Stati Uniti. Il differenziale tra il Treasury americano e il Bund tedesco (preso come riferimento per il mercato europeo) è ampio, nonostante il momentaneo incremento dei rendimenti sulle scadenze lunghe, avvenuto a gennaio nel Vecchio continente. Questo fattore alimenta il pessimismo su Eurolandia. D’altro canto, per avere una stabilizzazione dei rendimenti oltreoceano bisognerà aspettare la fine del ciclo monetario restrittivo.
Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra l’1 e il 7 febbraio, 21 delle principali società di diritto italiano ed estero operanti sul territorio, che contano per circa il 70% degli asset gestiti in Italia. Si tratta di Aletti Gestielle, American Express, Anima, Banca Fideuram, Banca Profilo, Bipiemme Gestioni, CAAM, Dekabank, Dws Investments Italy, Euromobiliare Am, Gestnord Fondi, Investitori, Julius Baer, Mediolanum Gestione Fondi, Morgan Stanley Im, Monte Paschi Am, Nextam Partners, Pioneer Im, Ras Am, Sanpaolo Imi Am e WestAM.
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